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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Coronavirus: come capire se si è a rischio contagio

Quali sono i sintomi di una persona con Covid-19? Quando si è contagiosi e a chi rivolgersi in caso in caso di sintomi o dubbi? Facciamo chiarezza

"È importante individuare gli asintomatici" con Sars-Cov-2, "fondamentale continuare a tracciare i positivi, usare tutti gli sforzi per farlo e non mollare la presa". È l'esortazione del presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss) Silvio Brusaferro, intervenuto in audizione in Commissione Sanità del Senato per fare il punto sullo studio "Tsunami" sul plasma convalescente e sulla medicina territoriale in epoca Covid. "Individuare le persone portatrici del virus è la prima frontiera per contenere l'infezione - sottolinea Brusaferro - tracciare le persone venute a contatto stretto con i positivi è importante. Quando questa misura viene meno, perché il numero di casi è significativo, è particolarmente difficile poi poter far fronte. Se ci sono dieci persone da contattare si riesce, se sono mille diventa difficile".

Fin qui tutto chiaro, anche se il tracciamento ha mostrato non poche falle negli ultimi mesi, per stessa ammissione dell'Iss. L'epidemia di Covid-19 è ormai diffusa in tutto il Paese, non più localizzata. In queste settimane stiamo vivendo una crescita dell'incidenza di nuovi casi, tanto che si ipotizza un nuovo lockdown a novembre.

Contagio coronavirus, come capire se si è a rischio

Il nuovo coronavirus è un nemico subdolo e, come è noto, gli ambienti chiusi sono ideali per il proliferare di Sars-Cov-2. Se nella prima fase della pandemia si è insistito soprattutto sull'importanza dell'igiene delle mani, con il passare del tempo è apparso evidente che la maggior parte delle infezioni avveniva in altro modo: dopo un contatto ravvicinato e diretto con una persona positiva al virus, ma anche tramite aerosol, minuscole particelle più piccole di 100 μm che possono viaggiare anche a più di due metri di distanza, accumularsi nell'aria ed essere inalate. Così il virus può diffondersi facilmente a casa, tra amici e parenti, al bar o tra i banchi di scuola: ne abbiamo parlato qui.

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I sintomi più comuni di una persona con Covid-19

Ma la domanda è: come capire se si è a rischio contagio? Facciamo chiarezza. I sintomi di Covid-19 variano sulla base della gravità della malattia, dall'assenza di sintomi (essere asintomatici) a presentare febbre, tosse, mal di gola, debolezza, affaticamento e dolore muscolare e nei casi più gravi, polmonite, sindrome da distress respiratorio acuto, sepsi e shock settico, che potenzialmente portano alla morte. I sintomi più comuni di Covid-19 sono:

  • febbre ≥ 37,5°C e brividi
  • tosse di recente comparsa
  • difficoltà respiratorie
  • perdita improvvisa dell’olfatto (anosmia) o diminuzione dell'olfatto (iposmia), perdita del gusto (ageusia) o alterazione del gusto (disgeusia)
  • raffreddore o naso che cola
  • mal di gola
  • diarrea (soprattutto nei bambini).

Il periodo infettivo può iniziare uno o due giorni prima della comparsa dei sintomi, ma è probabile che le persone siano più contagiose durante il periodo sintomatico, anche se i sintomi sono lievi e molto aspecifici. Si stima che il periodo infettivo duri 7-12 giorni nei casi moderati e in media fino a due settimane nei casi gravi.

Alcune persone sono più a rischio di altre?

E alcune persone sono più a rischio di altre? Le persone anziane di età superiore ai 70 anni e quelle con patologie preesistenti, come ipertensione arteriosa, problemi cardiaci, diabete, malattie respiratorie croniche, cancro e i pazienti immunodepressi (per patologia congenita o acquisita, trapiantati o in trattamento con farmaci immunosoppressori) hanno maggiori probabilità di sviluppare forme gravi di malattia, si legge sul sito del ministero della Salute. I bambini costituiscono una percentuale molto bassa dei casi Covid-19 segnalati: circa l'1% di tutti i casi segnalati ha età inferiore a 10 anni e il 4% ha età compresa tra 10 e 19 anni. I bambini sembrano avere la stessa probabilità degli adulti di essere infettati, ma presentano un rischio molto inferiore rispetto agli adulti di sviluppare sintomi o forme gravi di malattia.

A chi rivolgersi in caso di sintomi o dubbi

Se si hanno sintomi o dubbi occorre rimanere in casa, non recandosi al pronto soccorso o presso gli studi medici ma chiamando al telefono il proprio medico di famiglia, il pediatra o la guardia medica. Oppure si può chiamare il numero verde regionale. Le Regioni hanno attivato numeri dedicati per rispondere alle richieste di informazioni e sulle misure urgenti per il contenimento e la gestione del contagio del nuovo coronavirus in Italia. Qui trovate un elenco con tutti i numeri utili.

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