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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Coronavirus, 2.868 focolai attivi in Italia: "Aumento dei casi in gran parte in famiglia"

Ecco il report settimanale di monitoraggio di ministero della Salute e Iss. L'indice Rt sopra 1 in dodici regioni. "Preoccupa la situazione dei Paesi vicini all'Italia", dice Giovanni Rezza

Il virus non è scomparso, anzi. I dati dell'ultimo bollettino sono chiari: 20 morti e 1.912 nuovi casi, mai cosi tanti dopo il lockdown. Nella settimana 14-20 settembre sono stati riportati complessivamente 2.868 focolai attivi in Italia, di cui 832 nuovi: i dati sono in aumento per l'ottava settimana consecutiva (nella precedente settimana di monitoraggio erano stati segnalati 2.397 focolai attivi di cui 698 nuovi). E' quanto emerge nel report settimanale di monitoraggio di ministero della Salute e Iss. Sono stati riportati focolai nella quasi totalità delle province italiane (102 su 107).

L'aumento dei casi di coronavirus in Italia

"Aumenta il numero dei casi di Covid-19 nel nostro Paese per l'ottava settimana consecutiva anche se l'Rt si mantiene intorno a 1. Si verificano diversi focolai in tutto il Paese, e gran parte di questi, oltre i tre quarti, sono dovuti a trasmissione intra domiciliare, a trasmissione familiare". E' quanto ha detto Giovanni Rezza, direttore generale della prevenzione presso il ministero della Salute, commentando i dati del consueto bollettino settimanale sull'incidenza del coronavirus.

Rezza si dice preoccupato per "la situazione dei Paesi vicini all'Italia, abbastanza preoccupante". Ecco perché, spiega l'esperto, "per questi ed altri motivi è necessario continuare a mantenere comportamenti prudenti, soprattutto evitare assembramenti che possano mettere a rischio la salute degli individui e delle comunità. E mantenere i normali comportamenti di distanziamento fisico. Naturalmente è sempre opportuno usare la mascherina in luogo pubblico e il lavaggio frequente e accurato delle mani".

Le 12 regioni italiane con Rt sopra 1

L'indice Rt (erre con t) descrive il tasso di contagiosità dopo l’applicazione delle misure atte a contenere il diffondersi della malattia. E sono dodici le regioni con Rt sopra 1:

  • Abruzzo 1.1
  • Calabria 1.13
  • Campania 1.1
  • Friuli Venezia Giulia 1.11
  • Liguria 1.31
  • Molise 1.04
  • Provincia Autonoma di Bolzano 1.28
  • Provincia Autonoma di Trento 1.24
  • Puglia 1.06
  • Sicilia 1.2
  • Umbria 1.06
  • Veneto 1.01

Indice Rt inferiore a 1, invece, in queste regioni:

  • Lombardia 0.75
  • Emilia Romagna 0.78
  • Lazio 0.85
  • Marche 0.99
  • Piemonte 0.96
  • Sardegna 0.77
  • Toscana 0.93
  • Valle d'Aosta 0.59
  • Basilicata 0.73

In dieci regioni e province autonome è stato registrato un aumento nel numero di casi diagnosticati rispetto alla settimana precedente.

Non cresce l'età mediana alla diagnosi

"Per fortuna questa settimana non cresce l'età mediana alla diagnosi, che si ferma intorno ai 41 anni - ha spiegato Giovanni Rezza - e questo spiega perché il numero delle ospedalizzazioni se bene tenda ad aumentare, lo fa molto, molto lentamente".

L'impatto sulle scuole

Non è possibile valutare, al momento, "l'impatto che l'apertura delle scuole in Italia avrà sull'andamento dell'epidemia. Si ritiene che questo aspetto sarà valutabile a partire dalle prossime 2-3 settimane". Così nel monitoraggio settimanale ministero della Salute-Iss in cui si sottolinea che "la riapertura delle scuole rimane uno degli elementi da monitorare attentamente".

"L'elevata attenzione, a cui hanno contribuito le misure messe in campo (come lo screening, la rilevazione della temperatura giornaliera, le procedure per la gestione di casi sospetti sintomatici in ambito scolastico) hanno contribuito alla rapida identificazione e diagnosi dei casi. Sono in corso numerose indagini epidemiologiche e sono state attivate procedure di quarantena laddove previsto", spiegano gli autori del report.

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