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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Coronavirus, il pediatra: “Durante l'emergenza i teenager sono disciplinati e resilienti”

Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria (Sip), ha illustrato le "lezioni che dobbiamo portare a casa da questa emergenza"

L’emergenza sanitaria in corso sta mettendo in luce molti aspetti della società, tra cui la capacità dei più giovani di fronteggiare una situazione così drasticamente diversa dalle consuetudini ormai radicate.

Se, infatti, molti adulti sono sbalestrati e molti anziani spaventati, l'emergenza Covid-19 ha messo in luce "la disciplina e la resilienza dei nostri adolescenti: ragazzini di 13-15 anni che da un giorno all'altro hanno rinunciato ai pomeriggi con gli amici, si sono convertiti alle lezioni online, si allenano in casa con genitori fino a poco tempo fa irreperibili e magari stanno anche imparando cucinare. Insomma, i giovanissimi sembrano reagire meglio a questa emergenza. Una crisi che ci porta a riflettere anche sulla genitorialità: in effetti con la nostra 'vecchia' organizzazione di vita non c'era il tempo, specie per i ragazzi. Adesso si stanno riscoprendo le relazioni all'interno dei nuclei familiari”, spiega all'Adnkronos Salute Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria (Sip), che illustra le "lezioni che dobbiamo portare a casa da questa emergenza".

Ora che i numeri dei nuovi casi vengono letti con speranza, si moltiplicano i connazionali multati perché fuori casa senza motivo. "Gli adolescenti però sono molto disciplinati - sottolinea l'esperto - E questo non stupisce un pediatra: bambini e ragazzini, quando hanno informazioni corrette, sono anche molto attenti alla salute. E' il caso delle vaccinazioni: se qualche genitore è perplesso sul vaccino, non è raro che dopo la conversazione sia il figlio a insistere. L'onestà intellettuale e la libertà di pensiero rendono i ragazzi più positivi e pragmatici. La presenza fisica dei genitori per loro vuol dire molto, e c'è anche da considerare che con questo virus il pensiero della morte è lontano dai giovanissimi: sono informati, a modo loro, spesso sui social. Insomma, sono attenti ma non hanno paura di morire".

“I giovanissimi sono anche più attrezzati culturalmente”

Ecco perché, pur tenendo conto delle altalene emotive dell'adolescenza, i ragazzi alla fin fine sono molto più equilibrati di tanti adulti, riflette il pediatra. "I giovanissimi - continua Villani - sono anche più attrezzati culturalmente: a una persona di sessant'anni come me manca non poter abbracciare un amico, gli adolescenti sono abituati a coltivare le relazioni sui mezzi digitali, cosa che fino a poco tempo fa ci preoccupava molto. Insomma, sono meglio predisposti a gestire le conseguenze dell'emergenza Covid e delle misure adottate per frenare il virus rispetto alle generazioni precedenti, sotto certi aspetti".

Questo "è un momento difficile per il nostro Paese e per gli italiani. Ma non dobbiamo perdere l'occasione di apprendere quelle che possono essere lezioni positive. Per tanto tempo - aggiunge il pediatra - ci siamo interrogati sulla mancanza di genitorialità e sui riflessi sui nostri figli. Ora ci rendiamo conto che il problema era un altro: davvero non c'era il tempo. Il lockdown ci sta aiutando giocoforza a riscoprire le relazioni nei nuclei familiari, e ci spinge a pensare che dopo la fine dell'emergenza dovremo rivedere l'organizzazione delle nostre vite per guadagnare tempo". Tempo da passare con bambini e ragazzi, in famiglia, ma anche con gli amici, per riscoprire e alimentare quelle relazioni così vitali per gli esseri umani, interrotte o rese virtuali da Sars-CoV-2.

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