Coronavirus, aumentano i nuovi casi negli ultimi sette giorni

Tra l'11 e il 17 giugno il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva un lieve incremento percentuale dei casi di contagio da coronavirus rispetto alla settimana precedente. Se infatti dagli ospedali arrivano buone notizie con la costante riduzione dei pazienti ricoverati, negli ultimi sette giorni sono stati oltre duemila i nuovi contagiati, soprattutto rilevati in Lombardia. 

• Casi totali: +2.065 (+0,9%)
• Decessi: + 334 (+1,0%)
• Ricoverati con sintomi: -1.207 (-27,9%)
• Terapia intensiva -86 (-34,5%)

"Considerato il maggior incremento dei casi totali negli ultimi 7 giorni rispetto alla settimana precedente – spiega il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta – la nostra analisi si è concentrata su due aspetti: la variazione regionale dei nuovi casi e dei tamponi diagnostici, ovvero i cosiddetti “casi testati” secondo la denominazione utilizzata dalla Protezione Civile".

In particolare secondo la rilevazione di Gimbe negli ultimi 7 giorni si registra un incremento di 2.294 nuovi casi, rispetto ai 1.927 della settimana precedente. Nuovi casi che hanno una distribuzione ben precisa: le variazioni dei nuovi casi per 100.000 abitanti oscillano da +3,8 della Lombardia a -3,9 della Liguria.

11 Regioni hanno un incremento complessivo di 461 casi di cui 384 (83%) in Lombardia; a seguire Piemonte (33), Toscana (18), Emilia Romagna (13), Prov. Aut. di Trento (4), Friuli Venezia Giulia (3), Calabria (2), Prov. Aut. di Bolzano (1), Abruzzo (1), Sardegna (1), Veneto (1). Le altre 10 Regioni fanno registrare complessivamente 94 nuovi casi in meno rispetto alla settimana precedente con minime variazioni negative, ad eccezione della Liguria (-61 casi).

Inoltre nell’ultima settimana i tamponi per diagnosticare nuovi casi (i cosiddetti “casi testati”) sono aumentati solo in Emilia Romagna (+7.819), Lombardia (+1.821), Lazio (+1.389), Campania (+1.087), Prov. Aut. di Trento (+834) e Valle D’Aosta (+76). Nelle rimanenti Regioni sono invece diminuiti, auspicabilmente per la situazione epidemiologica e per l’utilizzo sempre più esteso di test sierologici di screening.

"È indispensabile uno stretto monitoraggio – continua Cartabellotta – ma i 21 indicatori che le Regioni dovrebbero trasmettere secondo quanto previsto dal Decreto del Ministero della Salute 30 aprile 2020 non sono completi. Secondo quanto rileva Gimbe nessuno dei 12 indicatori di processo (6 relativi alla capacità di monitoraggio, 6 a quella di accertamento diagnostico, indagine e di gestione dei contatti) è pubblicamente disponibile per cittadini e ricercatori. Dei 9 indicatori di esito solo 3 vengono pubblicati.

"I dati forniti dalla Protezione Civile documentano un lieve incremento dei casi ma non permettono alcun monitoraggio accurato" accusa la Fondazione Gimbe che invita le Regioni a trasmettere tutti i dati richiesti e chiede al Ministero della Salute di renderli pubblici..