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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Coronavirus, i bambini sono (molto) meno contagiosi degli adulti: lo hanno scoperto così

Secondo un nuovo studio dell'ospedale pediatrico Sant Joan de Deu di Barcellona, i bambini hanno sei volte meno probabilità di diffondere Sars-CoV-2 rispetto gli adulti

Si può tirare un sospiro di sollievo in vista dell'apertura della scuola. O almeno, è quanto emerge da nuovo studio. Qual è il ruolo dei più piccoli nella diffusione del coronavirus Sars-CoV-2? Con l'inizio dell'annno scolastico dietro l'angolo in Italia, è legittimo chiedersi se dal 14 settembre in avanti il ritorno sui banchi potrà andare di pari passo con un nuovo aumento dei casi. I bambini non sono i principali vettori di diffusione dell'epidemia, gli ultimi dati vanno in quella direzione. Secondo un nuovo studio dell'ospedale pediatrico Sant Joan de Deu di Barcellona su 1900 piccoli che hanno trascorso cinque settimane in 22 campi estivi in Catalogna, i bambini hanno sei volte meno probabilita' di diffondere il coronavirus rispetto gli adulti.

Al New York Times il pediatra Juanjo Garcia spiega che "le situazioni che sono state osservate nei campi estivi erano simili all'ambiente scolastico, anche se la maggior parte delle attivita' e' stata svolta all'aperto e non in ambienti chiusi". Ma le attività erano a stretto contatto. Il team ha sottoposto i bambini al tampone ogni settimana, scoprendo che 30 di loro risultati positivi hanno trasmesso l'infezione soltanto a 12 ragazzi, nonostante le relazioni avessero portato i bambini a intrattenere contatti con piu' di 250 compagni. "Il tasso di contagio - continua l'autore - era di 0,3, che, se confrontato con quello registrato tra gli adulti di circa 1,7-2, indica che i bambini potrebbero essere fino a sei volte meno contagiosi rispetto alla popolazione in generale. Questi risultati rafforzano la necessita' di riaprire le scuole".

Il contagio tra i più giovani resta meno probabile, e un recente lavoro di ricerca nel Regno Unito sembrava stabilire che nessun bambino - in assenza di altre patologie - aveva contratto Covid-19 in forma tanto grave da portare al decesso. "Le misure di prevenzione adottate nei campi estivi - continua Garcia - erano le stesse previste per le scuole: lavaggio frequente delle mani, divieto di assembramenti e obbligo della mascherina. Nel corso delle cinque settimane, abbiamo identificato un totale di 39 pazienti inizialmente positivi, noti come casi indice, di cui 30 bambini e 9 adulti". 

L'esperto aggiunge che i pazienti pediatrici erano entrati in contatto con 253 ragazzi durante il campo estivo, ma i casi secondari sono stati solo 12. "Presentavano inoltre carica virale differente - sostiene lo scienziato -. Cinque casi indice hanno trasmesso l'infezione a un solo contatto, due hanno infettato altri due bambini ciascuno e uno ne ha contagiati tre. I bambini di età inferiore ai 12 anni hanno diffuso il coronavirus a una velocita' simile a quelli piu' grandi, di eta' compresa tra i 13 e i 17 anni".

Gli studi disponibili fino a questo momento sembrano essere tutti a sostegno del fatto che per i bambini sia estremamente improbabile contrarre l'infezione in forma grave.  A scuola per salvaguardare la salute di tutti, dagli alunni agli insegnanti, dagli operatori fino alle famiglie in generale, servirà il rispetto rigorose delle regole che ormai tutti conosciamo allo sfinimento: mascherine, distanziamento, igiene delle mani e tamponi immediati per circoscrivere gli inevitabili focolai.

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