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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Coronavirus, il bollettino: 619 morti in un giorno, aumentano i guariti

Il bollettino della Protezione Civile di sabato 11 aprile: il numero dei decessi totali sfiora quota 19.500, ma cala il numero dei pazienti in terapia intensiva

L'epidemia di coronavirus in Italia: il commissario Angelo Borrelli ha fornito i dati aggiornati della Protezione Civile di oggi, sabato 11 aprile 2020. Sono 19468 i morti in Italia nella crisi coronavirus. Rispetto a ieri, sono stati registrati altri 619 decessi, come rende noto la Protezione Civile. I guariti totali sono 32534, con un incremento di oltre 2000 unità nelle ultime 24 ore. I casi attualmente positivi, nel complesso, sono 100269. In isolamento domiciliare 68744 persone, i ricoverati con sintomi sono 28144. In terapia intensiva 3381 pazienti, oltre 100 in meno rispetto a ieri.

"Abbiamo regioni più colpite di altre, i dati ci inducono a dire che non si deve abbassare la guardia. Non abbiamo sconfitto il virus, servono comportamenti responsabili. Credo che anche in Lombardia siamo sulla strada giusta per contenere la diffusione", dice il capo dipartimento Angelo Borrelli, che nel punto stampa sottoinea l'esecuzione di quasi 1 milione di tamponi (963473) in tutto il territorio nazionale.

Coronavirus, il bollettino di oggi della Protezione Civile di sabato 11 aprile 

  • Casi attuali: 100.269 (+1.996, +2%)
  • Deceduti: 19.468 (+619, +3,3%)
  • Dimessi/Guariti: 32.534 (+2.079, +6,8%)
  • Ricoverati in Terapia Intensiva: 3.381 (-116, -3,3%)
  • Totale casi: 152.271 (+4.694, +3,2%)

I tamponi fatti oggi sono stati  56609 (ieri 53495). Il rapporto tra tamponi fatti e casi individuati è di un malato ogni 12,1 tamponi fatti, l'8,3%.

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Coronavirus, i dati regione per regione

In Lombardia le persone decedute risultate positive al coronavirus sono 10.511, in aumento di 273 rispetto a ieri. Lo ha detto l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, in diretta su Facebook. Le persone ricoverate sono 12.026, in aumento di 149 unità rispetto a ieri, mentre quelle ricoverate in terapia intensiva sono 1.174, in calo di 28 unità. I dimessi sono 33.881, in crescita di 1.150 da ieri.

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I casi accertati di positività ai tamponi per il Coronavirus in Friuli Venezia Giulia sono 2.393, con un incremento di 44 unità rispetto a ieri. I pazienti totalmente guariti sono 489, mentre quelli clinicamente guariti (persone cioè senza più sintomi, ma non ancora negative al tampone) sono 337. Sono 6 i decessi in più rispetto alla comunicazione di ieri, che portano a 185 il numero complessivo di morti da Covid-19 in regione. Lo ha riferito il vicegovernatore con delega alla Salute e Protezione civile del Fvg, Riccardo Riccardi, dalla sede operativa di Palmanova (Udine). La provincia più colpita dal Covid-19 è quella di Trieste con 872 casi, seguita da Udine con 865 casi, da Pordenone con 529 e Gorizia con 121, ai quali si aggiungono 6 persone non residenti in Friuli Venezia Giulia. Per quanto riguarda i decessi, quello di Trieste, con 99, è il territorio più colpito, seguono Udine con 52, Pordenone con 31 e Gorizia con 3 morti. Sono 28 le persone che attualmente si trovano in terapia intensiva, mentre i pazienti ricoverati in altri reparti risultano essere 172 e quelli in isolamento domiciliare sono infine 1.182.

Sono 3.730 i casi positivi a Covid-19 nella Regione Lazio. Di questi 2.263 sono in isolamento domiciliare, 1.264 sono ricoverati non in terapia intensiva, 203 in terapia intensiva. Sono 273 i pazienti deceduti e 720 le persone guarite. In totale sono stati esaminati 4723 casi. Questo il bollettino diffuso dall'assessorato alla Sanità della Regione Lazio.

Sono 2.001, più 34 rispetto a ieri, i casi positivi al coronavirus in Sicilia. 209 sono guarite (+22) e 154 morte (+6). In totale sono 33.787 (+2.631 rispetto a ieri) i tamponi effettuati dall'inizio dei controlli e di questi 2.364 (+62) sono risultati positivi. Questo il quadro riepilogativo della situazione nell'Isola, aggiornato alle 17 di oggi, così come comunicato dalla Regione siciliana all'Unità di crisi nazionale. Degli attuali 2.001 positivi, 620 pazienti (-10) sono ricoverati - di cui 58 in terapia intensiva (-4) - mentre 1.381 (+44) sono in isolamento domiciliare.

  • Lombardia: 57.592 casi totali (30.258 casi attualmente positivi)
  • Emilia-Romagna: 19.635 (13.495)
  • Piemonte: 16.008 (12.170)
  • Veneto: 13.768 (10.749)
  • Toscana: 6.958 (5.992)
  • Liguria: 5.376 (3.333)
  • Marche: 5.211 (3.231)
  • Lazio: 4.723 (3.730)
  • Campania: 3.517 (3.002)
  • P.A. Trento: 2.970 (2.064)
  • Puglia: 2.904 (2.402)
  • Friuli Venezia Giulia: 2.393 (1.382)
  • Sicilia: 2.364 (2.001)
  • Abruzzo: 2.120 (1.724)
  • P.A. Bolzano: 1.957 (1.269)
  • Umbria: 1.309 (723)
  • Sardegna: 1.091 (888)
  • Calabria: 915 (792)
  • Valle d'Aosta: 902 (590)
  • Basilicata: 312 (281)
  • Molise: 246 (193)

Coronavirus, i contagiati provincia per provincia

Coronavirus, Speranza: ''Serve ancora massimo rigore''

"La crisi non è superata. Abbiamo bisogno di investire ancora, con tutte le energie che abbiamo, sul nostro sistema sanitario nazionale. Lo abbiamo detto prima dell'emergenza coronavirus e ora dobbiamo continuare a metterlo al centro, perché è uno strumento fondamentale nella vita di ogni cittadino". Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, nel corso della videoconferenza di presentazione del Covid Intensive Care, con il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e l'assessore regionale alle Politiche per la salute Raffaele Donini.

"Siamo ancora dentro una fase difficile, dobbiamo mantenere ancora il massimo del rigore", sottolinea Speranza, che ricorda la firma, ieri, del dpcm da parte del premier Giuseppe Conte che proroga al 3 maggio le misure emergenziali. "Il messaggio di fondo che abbiamo provato a lanciare ha due gambe: la prima è che siamo dentro questa crisi, guai a pensare che i dati confortanti che iniziano ad arrivare dagli ospedali, con anche un primo alleggerimento delle terapie intensive, significano che c'è uno scampato pericolo. Siamo dentro l'emergenza. Cogliamo i primi frutti di un lavoro impressionate e di sacrifici enormi fatti dai cittadini, ma siamo ancora dentro alla crisi. Da qui la volontà di allungare le misure fino al 3 maggio". Abbiamo ancora bisogno, spiega il ministro, "di una stagione di rigore, non possiamo vanificare lavoro straordinario fatto fino ad ora e basterebbe poco, l'abbiamo visto in altri Paesi, una leggerezza in più". La seconda 'gamba', prosegue il ministro, "è la costruzione del domani, a cui dobbiamo lavorare da subito, e un pezzo è chiaramente la strategia sanitaria, che ha un indirizzo chiaro e netto, su cinque punti".

Coronavirus, Zaia: ''In Veneto il lockdown non c'è più''

"Domani presenterò la nuova ordinanza che dovrà tenere conto del fatto che con il nuovo Dpcm di fatto il lockdown non c'è più, già oggi il 60% delle aziende è aperta e lo si vede dal traffico che è aumentato, a causa del cosiddetto 'silenzio-assenso' cosicché molte aziende in deroga hanno già riaperto". Sono le parole del presidente del Veneto, Luca Zaia oggi nel corso della consueta conferenza stampa.

"E non è stata neppure recepita la mia proposta di un 'test' da sperimentare su un primo gruppo di aziende", ha spiegato Zaia e "oggi è anche difficile spiegare ad un imprenditore del settore moda, come Renzo Rosso o il Gruppo Benetton perché loro non possono riaprire davanti ad una Fincantieri da 3-4 mila dipendenti che invece sta lavorando regolarmente".

In ogni caso, Zaia ha sottolineato "agli imprenditori dico: se non potete garantire la sicurezza dei vostri lavoratori fornendo loro i dispositivi di protezione, come mascherine e guanti, non aprite: la Regione continuerà nei controlli: gli Spisal già ne hanno fatti migliaia". Così il governatore del Veneto ha annunciato che "tenendo conto che il lockdown di fatto non c'è più, si concentrerà  sulle misure di sicurezza per i i cittadini".

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