Coronavirus: la discesa dei contagi
I numeri restano alti, ma se prendiamo in esame le ultime 4 settimane il rallentamento è abbastanza evidente. Il rapporto tamponi/positivi scende sotto al 10% (mai così basso dal 23 ottobre), ancora in calo ricoveri e terapie intensive
Sono 20.709 i contagi registrati oggi su oltre 207mila tamponi analizzati. Ieri i nuovi casi erano stati 19.350 ma su 182.100 test. Una settimana fa, e per la precisione mercoledì 25 ottobre, si erano contati 25.853 su poco più di 230mila tamponi. Se è vero che facciamo qualche test in meno, è altrettanto vero che però la quota dei positivi in rapporto ai tamponi rallenta in maniera evidente. Il dato è sceso oggi al 9.99%: si tratta della percentuale più bassa registrata dal 23 ottobre in poi.
Per dare qualche raffronto, bisogna considerare che per gran parte dell’estate il rapporto positivi/tamponi è stato sotto l’1%; a fine settembre era salito al 2% circa, per poi schizzare sopra il 17% a inizio novembre. Si tratta di un indicatore importante perché secondo gli esperti può dirci se stiamo facendo abbastanza test e quanto è efficace la nostra capacità di tracciamento. Per intenderci: più il rapporto scende, meno casi sfuggono al centro di sorveglianza. E nonostante oggi si facciano meno tamponi che a metà novembre, la percentuale dei positivi è comunque calata di diversi punti: segno che riusciamo a controllare meglio l’epidemia.
- 2 dicembre 9.99%
- 1 dicembre 10,6%
- 30 novembre 12,5%
- 29 novembre 11,7%
- 28 novembre 11,7%
- 27 novembre 12,7%
- 26 novembre 12,5%
- 25 novembre 11,2%
- 24 novembre 12,3%
- 23 novembre 15,3%
- 22 novembre 15%
- 21 novembre 14,6%
- 20 novembre 15.6%
- 19 novembre 14.4%
- 18 novembre 14,8%
- 17 novembre 15.4%
- 16 novembre 17,9%
- 15 novembre 17.4%
- 14 novembre 16.3%
- 13 novembre 16%
- 12 novembre 16.2 %
- 11 novembre 14.6%
- 10 novembre 16.1%
- 9 novembre 17.1%
Tornando al dato dei contagi, Lorenzo Ruffino fa notare su Twitter che la variazione rispetto alla media delle ultime quattro settimane è stata pari al -4%, mentre i tamponi sono scesi del 9.9%.
Se prendiamo i casi registrati tra lunedì e mercoledì il rallentamento è evidente:
- Questa settimana: 56.436
- Una settimana fa: 72.015
- Due settimane fa: 93.827
- Tre settimane fa: 93.330
- Quattro settimane fa: 81.047
Casi tra lunedì e mercoledì
— Lorenzo Ruffino (@Ruffino_Lorenzo) December 2, 2020
- questa settimana: 56.436
- scorsa settimana: 72.015
- due settimane fa: 93.827
- tre settimane fa: 93.330
- quattro settimane fa: 81.047
Variazione rispetto alla media delle ultime quattro settimane
- casi: -34%
- tamponi: -9%
Il dato dei decessi e il calo di ricoveri e terapie intensive
Il dato delle vittime è ancora molto elevato (oggi 684) ma se prendiamo i primi tre giorni della settimana è possibile scorgere comunque un leggero calo:
- Questa settimana: 2.141
- Una settimana fa: 2.205
- Due settimane fa: 1.988
Resta il fatto che si tratta di numeri drammatici. È purtroppo ogni giorno un vero e proprio bollettino di guerra.
Buone notizie arrivano invece dagli ospedali dove anche ci sono 357 ricoverati con sintomi meno di ieri. E continua a scendere anche il saldo tra ingressi e uscite nei nei reparti di terapia intensiva (-47). Ad oggi sono 3616 i pazienti ricoverati in condizioni critiche. Il picco è stato raggiunto il 25 novembre con 3848 pazienti. I guariti sono 823.335 (+38.740), mentre gli attualmente positivi 761.230 (-18.715 da ieri). Per quanto riguarda le singole regioni, le più colpite sono Lombardia con 3.425 nuovi contagi, il Veneto con 2.782 e la Campania con 1.842.
Perché si parla così tanto di terza ondata
Il peggio è alle spalle? Purtroppo non è affatto detto. Se è vero che gli indicatori migliorano, è altrettanto evidente che il periodo natalizio può rappresentare uno straordinario assist offerto al virus per potersi replicare. Il presidente dell'Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro ha detto oggi a “Il Mattino” che "la terza ondata non è un destino ineluttabile. Dipende da noi, non è detto che arrivi. Dovremo convivere ancora con il virus, ma ora dobbiamo resistere: il nostro comportamento singolo e collettivo determina la circolazione del virus".
Walter Ricciardi, consigliere del ministero della Salute, ha spiegato oggi a “Un giorno da Pecora” che qualora decidessimo di ritrovarsi con i nostri cari, è importante osservare alcune misure di buonsenso. "Non abbracciarsi e baciarsi, lavarsi le mani e togliersi le scarpe quando si entra a casa, stare a distanza. Se si è certi di non esser 'pericolosi' ci si può anche togliere la mascherina e stare ad un certa distanza di sicurezza. Se ci sono 4/6 persone di cui si è tranquilli per quanto riguarda i pregressi si può stare a tavola ad una certa distanza in un ambiente che deve esser areato di tanto in tanto".
Il tampone prima di vedere i propri parenti non mette al riparo da tutti i rischi, anzi. "Io sconsiglierei queste attività" dice il docente di Igiene all'università Cattolica di Roma. "La cosa più importante è il comportamento saggio. Poi è chiaro che, se uno ha il sospetto di essere stato a contatto con un positivo" a Covid-19, "è bene che si faccia il tampone. Ma il tampone a scopo cautelativo", cioè farlo perché si torna ad esempio dai genitori per Natale, "quello è pericoloso".
Per Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, “sarà ovviamente un Natale diverso, alcune misure a me sembrano eccessive, ma dobbiamo rispettarle". "I provvedimenti - ha detto Bassetti all’Agi - funzionano quando sono condivisi, mi piacerebbe una gestione europea della questione e non provvedimenti populisti o in stile cinese".