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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Coronavirus: la discesa dei contagi

I numeri restano alti, ma se prendiamo in esame le ultime 4 settimane il rallentamento è abbastanza evidente. Il rapporto tamponi/positivi scende sotto al 10% (mai così basso dal 23 ottobre), ancora in calo ricoveri e terapie intensive

Sono 20.709 i contagi registrati oggi su oltre 207mila tamponi analizzati. Ieri i nuovi casi erano stati 19.350 ma su 182.100 test. Una settimana fa, e per la precisione mercoledì 25 ottobre, si erano contati 25.853 su poco più di 230mila tamponi. Se è vero che facciamo qualche test in meno, è altrettanto vero che però la quota dei positivi in rapporto ai tamponi rallenta in maniera evidente. Il dato è sceso oggi al 9.99%: si tratta della percentuale più bassa registrata dal 23 ottobre in poi.

Per dare qualche raffronto, bisogna considerare che per gran parte dell’estate il rapporto positivi/tamponi è stato sotto l’1%; a fine settembre era salito al 2% circa, per poi schizzare sopra il 17% a inizio novembre. Si tratta di un indicatore importante perché secondo gli esperti può dirci se stiamo facendo abbastanza test e quanto è efficace la nostra capacità di tracciamento. Per intenderci: più il rapporto scende, meno casi sfuggono al centro di sorveglianza. E nonostante oggi si facciano meno tamponi che a metà novembre, la percentuale dei positivi è comunque calata di diversi punti: segno che riusciamo a controllare meglio l’epidemia.

  • 2 dicembre 9.99%
  • 1 dicembre 10,6%
  • 30 novembre 12,5%
  • 29 novembre 11,7%
  • 28 novembre 11,7%
  • 27 novembre 12,7%
  • 26 novembre 12,5%
  • 25 novembre 11,2%
  • 24 novembre 12,3%
  • 23 novembre 15,3%
  • 22 novembre 15%
  • 21 novembre 14,6%
  • 20 novembre 15.6%
  • 19 novembre 14.4%
  • 18 novembre 14,8%
  • 17 novembre 15.4%
  • 16 novembre 17,9%
  • 15 novembre 17.4%
  • 14 novembre 16.3%
  • 13 novembre 16%
  • 12 novembre 16.2 %
  • 11 novembre 14.6%
  • 10 novembre 16.1%
  • 9 novembre 17.1%

Tornando al dato dei contagi, Lorenzo Ruffino fa notare su Twitter che la variazione rispetto alla media delle ultime quattro settimane è stata pari al -4%, mentre i tamponi sono scesi del 9.9%.

Se prendiamo i casi registrati tra lunedì e mercoledì il rallentamento è evidente:

  • Questa settimana: 56.436
  • Una settimana fa: 72.015
  • Due settimane fa: 93.827
  • Tre settimane fa: 93.330
  • Quattro settimane fa: 81.047

Il dato dei decessi e il calo di ricoveri e terapie intensive

Il dato delle vittime è ancora molto elevato (oggi 684) ma se prendiamo i primi tre giorni della settimana è possibile scorgere comunque un leggero calo:

  • Questa settimana: 2.141
  • Una settimana fa: 2.205
  • Due settimane fa: 1.988

Resta il fatto che si tratta di numeri drammatici. È purtroppo ogni giorno un vero e proprio bollettino di guerra.

Buone notizie arrivano invece dagli ospedali dove anche ci sono 357 ricoverati con sintomi meno di ieri. E continua a scendere anche il saldo tra ingressi e uscite nei nei reparti di terapia intensiva (-47). Ad oggi sono 3616 i pazienti ricoverati in condizioni critiche. Il picco è stato raggiunto il 25 novembre con 3848 pazienti. I guariti sono 823.335 (+38.740), mentre gli attualmente positivi 761.230 (-18.715 da ieri). Per quanto riguarda le singole regioni, le più colpite sono Lombardia con 3.425 nuovi contagi, il Veneto con 2.782 e la Campania con 1.842.

Perché si parla così tanto di terza ondata

Il peggio è alle spalle? Purtroppo non è affatto detto. Se è vero che gli indicatori migliorano, è altrettanto evidente che il periodo natalizio può rappresentare uno straordinario assist offerto al virus per potersi replicare. Il presidente dell'Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro ha detto oggi a “Il Mattino” che "la terza ondata non è un destino ineluttabile. Dipende da noi, non è detto che arrivi. Dovremo convivere ancora con il virus, ma ora dobbiamo resistere: il nostro comportamento singolo e collettivo determina la circolazione del virus".

Walter Ricciardi, consigliere del ministero della Salute, ha spiegato oggi a “Un giorno da Pecora” che qualora decidessimo di ritrovarsi con i nostri cari, è importante osservare alcune misure di buonsenso. "Non abbracciarsi e baciarsi, lavarsi le mani e togliersi le scarpe quando si entra a casa, stare a distanza. Se si è certi di non esser 'pericolosi' ci si può anche togliere la mascherina e stare ad un certa distanza di sicurezza. Se ci sono 4/6 persone di cui si è tranquilli per quanto riguarda i pregressi si può stare a tavola ad una certa distanza in un ambiente che deve esser areato di tanto in tanto".

Il tampone prima di vedere i propri parenti non mette al riparo da tutti i rischi, anzi. "Io sconsiglierei queste attività" dice il docente di Igiene all'università Cattolica di Roma. "La cosa più importante è il comportamento saggio. Poi è chiaro che, se uno ha il sospetto di essere stato a contatto con un positivo" a Covid-19, "è bene che si faccia il tampone. Ma il tampone a scopo cautelativo", cioè farlo perché si torna ad esempio dai genitori per Natale, "quello è pericoloso".

Per Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, “sarà ovviamente un Natale diverso, alcune misure a me sembrano eccessive, ma dobbiamo rispettarle". "I provvedimenti - ha detto Bassetti all’Agi - funzionano quando sono condivisi, mi piacerebbe una gestione europea della questione e non provvedimenti populisti o in stile cinese".

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