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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Coronavirus, non è finita: casi in aumento in 15 regioni. Ecco i dati aggiornati

Nuovi casi in aumento del 23,3% nella settimana 22-28 luglio. L'analisi dei dati nel monitoraggio della Fondazione Gimbe conferma una circolazione endemica del virus (con rilevanti differenze regionali). L'appello alla politica: "Stop alle posizioni estreme che disorientano i cittadini"

Nelle ultime 24 ore si sono registrati 289.100 nuovi casi di coronavirus in tutto il mondo, un nuovo record di contagi quotidiani. Secondo il bilancio della Johns Hopkins University (qui la mappa dei contagi in tempo reale), ad oggi oltre 17 milioni di persone sono state contagiate mentre le vittime nel mondo sono oltre 667mila. Come va in Italia? Lasciamo che a parlare siano i numeri, che danno un responso chiaro e oggettivo: il virus non è scomparso, anzi.

Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 22-28 luglio, rispetto alla settimana precedente, un incremento del 23,3% dei nuovi casi (1.736 vs 1.408), a fronte di un lieve aumento del numero di tamponi diagnostici. Relativamente ai dati ospedalieri, se i pazienti in terapia intensiva diminuiscono (40 vs 49), quelli ricoverati con sintomi sono in lieve aumento (749 vs 732). Nel dettaglio:

  • Decessi: 50 (+0,1%)
  • Terapia intensiva: -9 (-18,4%)
  • Ricoverati con sintomi: +17 (+2,3%)
  • Nuovi casi totali: +1.736 (+0,7%)
  • Tamponi diagnostici: +17.859 (+10,4%)
  • Tamponi totali: +28.080 (+9,3%)

Coronavirus, casi in aumento in 15 regioni: ecco i dati

Nel quadro di un netto incremento dei nuovi casi nella settimana 22-28 luglio rispetto alla precedente (+328) si rilevano forti variazioni regionali: solo in sei Regioni i casi sono in riduzione, mentre in quindici sono in aumento. Si registra un incremento moderato in Emilia-Romagna (+70), nella provincia autonoma di Trento (+65) e in Campania (+56). Netta riduzione in Veneto (-73). Parametrando i nuovi casi alla popolazione residente, tra le Regioni che fanno registrare il maggior incremento per 100mila abitanti, svetta la provincia autonoma di Trento (13,86), seguita da Valle D’Aosta (7,96), Emilia-Romagna (7,56), Molise (7,53) e Basilicata (7,28).

coronavirus casi in aumento 15 regioni-2

"Nell’ultima settimana - commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - due spie rosse confermano la necessità di mantenere alta la guardia, senza allarmismi ma con senso di grande responsabilità individuale e collettiva". Infatti, oltre al netto aumento dei nuovi casi (+ 23,3% rispetto alla settimana precedente), per la prima volta si registra un’inversione di tendenza nel trend dei pazienti ospedalizzati con sintomi, che era in costante discesa da inizio aprile. Il dato settimanale aggiornato indica infatti un aumento del 2,3% dei pazienti ricoverati in ospedale con sintomi.

In generale, i dati riferiti alla settimana 22-28 luglio confermano sia il quadro epidemiologico di circolazione endemica del virus, sia il trend in aumento dei nuovi casi dopo due settimane di relativa stabilità, siano essi legati a nuovi focolai o a casi di importazione dall’estero. "Quale indicatore della diffusione del contagio - spiega Cartabellotta - abbiamo rivalutato la distribuzione geografica dei 12.609 casi attivi al 28 luglio, i cosiddetti casi “attualmente positivi” secondo la denominazione della Protezione Civile, aumentati di 361 unità rispetto alla settimana precedente". Il 53% si concentra in Lombardia (6.678); un ulteriore 37,4% si distribuisce tra Emilia-Romagna (1.459), Lazio (942), Piemonte (801), Veneto (754), Campania (393), Toscana (363); i rimanenti 1.219 casi (9,6%) in 14 Regioni e Province autonome.

coronavirus casi regioni-2

Con i numeri in rialzo rispetto alle settimane precedenti, la Fondazione Gimbe fa un appello alla politica e alle istituzioni affinché venga garantita una "comunicazione oggettiva, equilibrata e coerente. La pandemia è ancora in corso, il virus è vivo e vegeto e vanno mantenuti tutti i comportamenti individuali raccomandati da mesi, oltre che le misure di sorveglianza epidemiologica. Non è più accettabile disorientare i cittadini strumentalizzando la pandemia per fini esclusivamente politici, contrapponendo posizioni estreme: da un lato negazionismo, minimizzazioni del fenomeno e deplorevoli comportamenti individuali, dall’altro la proroga dello stato di emergenza nazionale", conclude Nino Cartabellotta. 
 

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