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Sabato, 20 Aprile 2024
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Coronavirus, casi in aumento in 11 regioni: ecco dove sono i nuovi focolai

Stabile l'incremento dei nuovi casi nel periodo 15-21 luglio. L'analisi dei dati nel monitoraggio della Fondazione Gimbe indica una circolazione endemica del virus con forti differenze regionali. E preoccupano i nuovi focolai sparsi in tutto il Paese, da Trento alla Campania

"Il coronavirus non si è indebolito per niente, i focolai lo stanno dimostrando". Così l'infettivologo Massimo Galli, direttore del reparto di malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano. E il ministro Roberto Speranza è stato chiaro: "Non è certa la seconda ondata ma la dobbiamo considerare possibile". Per il ministro della Salute è "essenziale essere veloci e determinati nell'isolare i casi, individuare i focolai e contenerli immediatamente". E ha ribadito che "restano tre regole: mascherine, distanza e igiene". Le parole di Galli e Speranza ruotano attorno allo stesso concetto: non bisogna abbassare la guardia perché il virus non è scomparso, anzi.

Ma cosa dicono i numeri? Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe conferma nella settimana 15-21 luglio, rispetto alla precedente, uno stabile incremento dei nuovi casi (1.408 vs 1.388), a fronte di una lieve flessione del numero di tamponi diagnostici effettuati. Dalla lettura complessiva dei dati emerge un quadro epidemiologico di circolazione endemica del virus, con un incremento costante dei nuovi casi nelle ultime settimane, legati prevalentemente a nuovi focolai e a “casi di rientro” dall’estero. Al tempo stesso i dati documentano un ulteriore alleggerimento della pressione sugli ospedali: al 21 luglio i pazienti ricoverati con sintomi (732) e, soprattutto, quelli in terapia intensiva (49) sono ormai un numero esiguo. In sintesi:

  • Decessi: +89 (+0,3%)
  • Terapia intensiva: -11 (-18,3%)
  • Ricoverati con sintomi: -45 (-5,8%)
  • Nuovi casi totali: +1.408 (0,6%)
  • Tamponi diagnostici: -1.247 (-0,7%)
  • Tamponi totali: -137 (-0,05%)

"In questo contesto - afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - non bisogna confondere il progressivo decongestionamento degli ospedali con l’azzeramento delle ospedalizzazioni". I dati su pazienti ricoverati con sintomi e in terapia intensiva si riferiscono, infatti, al numero dei posti letto occupati, ma non permettono di conoscere il numero di pazienti ricoverati e dimessi, per guarigione o decesso. Inoltre, alcune Regioni non conteggiano più tra i pazienti ospedalizzati quelli con negativizzazione del tampone, sottostimando complessivamente il carico ospedaliero correlato a Covid-19.

Coronavirus, nuovi casi in aumento in 11 regioni

A fronte della stabilità nell’aumento dei nuovi casi diagnosticati nell’ultima settimana rispetto alla precedente (+20) si documentano ampie variazioni regionali: in 8 Regioni i casi sono in riduzione, in 11 in aumento e in 2 sono stabili. Svettano l’incremento dei casi in Veneto (+172) e la riduzione in Lombardia (-184) e si rilevano moderate variazioni in aumento in Liguria (+44), Toscana (+30) e Campania (+28) e in riduzione nel Lazio (-46) e in Piemonte (-35).

coronavirus nuovi casi aumento 11 regioni-2

In Lombardia oltre il 57% dei positivi

"In quanto indicatore della diffusione del contagio - spiega Cartabellotta - abbiamo valutato la distribuzione geografica dei 12.248 casi attivi al 21 luglio, ovvero i casi “attualmente positivi” secondo la denominazione della Protezione Civile". Il 57,2% si concentra in Lombardia (7.010); un ulteriore 29,5% si distribuisce tra Emilia Romagna (1.297) Lazio (881), Piemonte (813), Veneto (624); i rimanenti 1.623 casi (13,3%) sono distribuiti in 16 Regioni e Province autonome. Parametrando i nuovi casi alla popolazione residente, le Regioni che nella settimana 15-21 luglio fanno registrare il maggior incremento per 100.000 abitanti sono Emilia Romagna (5,99), Veneto (5,12), Liguria (5,09) e Lombardia (4,07).

coronavirus casi attivi-2

"Per la gestione ottimale di questa fase dell’epidemia - conclude il presidente di Gimbe - restano indispensabili tre strategie. Innanzitutto, mantenere i comportamenti individuali raccomandati: dalle misure di igiene personale al distanziamento sociale, dall’uso della mascherina nei luoghi pubblici chiusi, o all’aperto quando non è possibile mantenere la distanza minima di un metro, all'evitare gli assembramenti. In secondo luogo continuare con la rigorosa sorveglianza epidemiologica per identificare e isolare i focolai. Infine potenziare l’attività di testing negli aeroporti per arginare i casi di rientro".

Da Trento alla Campania preoccupano i nuovi focolai

Mentre i contagi in Italia registrano un incremento nelle ultime 24 ore -  qui i dati dell'ultimo bollettino del ministero della Salute -, a preoccupare sono i nuovi focolai sparsi in tutto il Paese, da Trento alla Campania. Aumentano quindi i nuovi focolai, come quelli che registrano venti nuovi casi nella Provincia autonoma di Trento: quattro sono riferibili a una famiglia del Kosovo residente a Pergine, mentre sedici riguardano il focolaio alla Bartolini (Brt) di Rovereto, azienda che svolge servizio di corriere espresso già colpita dalla pandemia a Bologna.

Problemi anche a Conca della Campania, in provincia di Caserta, dove dopo i primi sei casi registrati i positivi continuano a crescere. Questi ultimi si aggiungono ai focolai già noti, come quello registrato nella provincia di Catania dove ventuno persone sono risultate positive. E sempre in Sicilia si teme un altro focolaio: quello di Modica (Ragusa) dove per alcuni giorni ha lavorato una escort poi risultata positiva. Sono sette invece i "micro-focolai" seguiti dall'Ulss 6 Euganea di Padova, che tra città e provincia ha riscontrato una novantina di casi positivi.
 

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