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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Coronavirus, inizia la discesa dell'epidemia? Cosa ci dicono i dati dell'ultima settimana

In diminuzione per la prima volta da mesi il numero dei nuovi casi, rallenta in modo deciso il saldo tra ingressi e uscite nelle terapie intensive e nei reparti Covid. Il commento del chirurgo Paolo Spada: "Ci vorranno giorni per estinguere l’incendio, ma la strada è buona"

Inizia la discesa. Per la prima volta da mesi si può finalmente parlare di contagi in calo. Lo dimostrano i dati settimanali sull’andamento dell’epidemia di coronavirus che fanno registrare una flessione - sia pur contenuta - dei nuovi casi rispetto a quelli della settimana precedente, come fa notare anche Lorenzo Ruffino su Twitter.

L’altra buona notizia è che rallenta in maniera significativa anche il numero dei ricoveri in terapia intensiva e nei reparti ordinari: sebbene in questo caso non si possa parlare di calo - il saldo tra entrate e uscite è purtroppo ancora negativo - il trend fa presagire una imminente inversione di rotta. Che potrebbe tra non molto dare un po’ di respiro agli ospedali. A fare il punto è l’autorevole pagina di analisi e dati sul coronavirus, “Predire è meglio che curare”.

"Come da nostro modello del 9 novembre, possiamo finalmente dire con certezza che la discesa è iniziata" si legge nel post.

"Sarà lunga ma il peggio è fortunatamente passato, ed è un bene soprattutto per chi soffre, per le categorie più a rischio, per l'economia e per i medici, infermieri e operatori tutti.

Sarà una discesa lunga, faticosa, dove dovremo dimostrare serietà, responsabilità, attenzione e lungimiranza". Nel post si fa presente che questa settimana sono stati registrati 230339 nuovi casi contro i 243425 della settimana precedente.

"In rallentamento (non parliamo di picchi e discesa) le TI (terapie intensive, ndr) e le Ospedalizzazioni settimanali: 2611 contro le 6280 della settimana precedente", ma bisogna tenere presente che le terapie intensive "sono un dato aggregato", dal momento che rappresenta il saldo tra ingressi ed uscire (guarigioni/decessi).

terapie intensive italia 2020-2

(Grafici: "Predire è meglio che curare").

In ogni caso, “il trend in rallentamento anche sulle TI è confermato dal fatto che decessi e guariti sono costanti negli ultimi giorni, quindi possiamo dire che TI-IN è in chiara diminuzione (non da saturazione!)”. “Purtroppo non è ancora evidente il flesso sui decessi con 4594 decessi settimanali contro i 3835 decessi della settimana precedente, pur essendoci un rallentamento. Il flesso comunque si avvicina anche per questa curva”.

ricoveri decessi italia 2020-2

Non è tutto. "In forte riduzione anche le chiamate al 118 di Regione Lombardia per problemi respiratori e infettivi (Fonte: Areu) dalle 5200 di questa settimana alle 6400 della settimana precedente". Secondo l’elaborazione di Davide Tosi, Alice Schiavone e Alessandro Riva, i tre docenti universitari che curano la pagina, il 18 novembre l’indice Rt era di poco superiore all’1 (per la precisione 1.053). Insomma, dai dati sembra evidente che l’epidemia sta rallentando sul serio, ma quanto e in che modo la curva decrescerà resta ovviamente ancora un grosso punto interrogativo.

Pillole di ottimismo: "Ecco perché la curva scende"

Anche secondo Paolo Spada, chirurgo vascolare all'Humanitas Research Hospital di Milano, le cose stanno andando un po’ meglio. Il camice bianco fa il punto della situazione sulla pagina facebook “Pillole di ottimismo”.  E snocciola i dati.

“Negli ultimi sette giorni abbiamo avuto in media 32906 nuovi positivi al giorno, ossia -1869 casi al giorno rispetto ai sette giorni precedenti (ieri era -868).

La variazione dei nuovi casi registrati in questi ultimi sette giorni, rispetto ai sette precedenti, è stata pari a -5,4% (ieri era -2,5%, il giorno prima -2,5%, prima ancora +0,2%, +2,5%, +3%, +7,3%. Per intenderci: quando il valore è pari a 0% significa che il numero di nuovi casi rimane costante, se negativo significa che la curva è in discesa”.

E ancora: "Negli ultimi 7 giorni la variazione media del numero di pazienti ricoverati è stata pari a +319 pazienti al giorno (era +801 nei sette giorni precedenti)”. Buone notizie anche sul fronte delle terapie intensive dove la variazione  “è stata di +54 pazienti al giorno (era +96 nei sette giorni precedenti). Dunque l'aumento percentuale complessivo sul totale dei pazienti in TI in questi sette giorni è stato +11,1%, mentre la variazione nei sette giorni rispetto ai sette precedenti, è stata pari a -43,7%".

Certo, rispetto agli altri Paesi europei in questo momento facciamo un po’ peggio. "Siamo a 385 nuovi positivi ogni 100.000 abitanti/settimana”, si legge nel post. “Per confronto, in Europa: Spagna: 243, Francia: 282, Regno Unito: 242, Germania: 156, Paesi Bassi: 216, Belgio: 244, Austria: 533, Svezia: 289, Romania: 298, Portogallo: 401, Polonia: 424, Rep.Ceca: 373" (fonte ECDC, ultimo aggiornamento del 22 novembre). Anche sul fronte delle vittime paghiamo dazio rispetto ad altri Paesi: se in Italia nelle ultime due settimane abbiamo avuto 7,68 decessi ogni 100.000 abitanti, in Francia i morti sono stati 6,25, nel Regno Unito 4,3, in Germania 1,65 e 4,05 in Spagna.

"Io farei anche a meno di stare qui a snocciolare tutte queste cifre ogni sera - scrive Paolo Spada nel suo commento -, se non fosse che poi mi tocca guardare i notiziari, e non c’è volta che non mi venga da pensare che sì, anche oggi bisogna che sia fatta un po’ di giustizia con i numeri, e il significato che hanno. Ancora questa mattina - e parlo di canali nazionali, dedicati alla diffusione delle notizie - si son sentite le solite frasi: ‘non si fermano i contagi’ (nel caso a qualcuno venisse in mente che si fossero fermati improvvisamente), o ‘non accennano a diminuire i ricoveri negli ospedali e nelle Terapie Intensive’. Letteralmente non si possono contestare, certo, ma la realtà ha il segno opposto: calano i contagi, nella gran parte delle province e regioni, e si riduce, e di parecchio ormai, il numero dei nuovi ricoveri (non ancora del totale dei pazienti degenti, come ben sappiamo, ma degli arrivi sì, e insomma fa un altro effetto, o no?)".

"A proposito: ho aggiunto una nuova slide, proprio per mostrare come variano i saldi di ricoveri e Terapie Intensive (quindi non il cumulativo, ma il saldo giornaliero), insieme ai decessi, che certo incidono, ma non abbastanza per impedirci di notare la netta flessione di questi giorni, che ci dice che l’ondata si va spegnendo. Ci vorranno ancora giorni, naturalmente, per estinguere l’incendio, controllarlo in ogni sua parte (ancora qualche regione deve chinare la gobba), e soprattutto constatare i danni che avrà lasciato. Ma la strada è decisamente buona, e non abbiamo paura di dirlo".

"Ecco, il punto sta tutto qui” prosegue il medico. “Non aver paura di dirlo. Perché sia chiaro che i nostri lettori sanno benissimo distinguere questo messaggio, basato su numeri e andamenti, da un ‘liberi tutti’ o ‘facciamo festa’, che qui davvero non ha mai detto nessuno, nemmeno a luglio, tanto per essere chiari".

Cosa fare per evitare la terza ondata

"Trattare il cittadino come un bambino, o peggio, dando per scontato che il suo senso di responsabilità – e di autodifesa – sia sempre zero, non è legittimo, e nemmeno saggio. Si rinuncia del tutto alla sua capacità di apprendere, di migliorare, di prendere atto dei cambiamenti, e di ciò che li ha determinati". 

Insomma, secondo Spada "sarebbe utile che si ricominciasse a ragionare seriamente su quali sono le attività che hanno maggiore impatto sul contagio, e quali ne hanno poco o nullo. E limitare il più possibile le restrizioni là dove si può. Andare in campagna o al mare, se restate da soli, che male fa? Uscire in bicicletta, spostandovi anche per molti chilometri, che pericolo comporta? Sono tante le attività che potrebbero ridare un po’ di senso di libertà e pace, senza mettere a rischio nessuno. Mi pare evidente che non di terza ondata si dovrà parlare, ma di una lunga e indistinta battaglia di posizione tra noi e il virus, pronto a riaccendersi ad ogni nostro calo di attenzione. Dobbiamo per forza trovare un sistema per conviverci, almeno per qualche mese ancora, senza ricascare nella catastrofe, ma anche senza impazzire, né perdere le speranze di poter ripartire davvero".

NUMERI IN PILLOLE - Aggiornamento del 22/11/2020 - Paolo Spada 🇮🇹 Ancora buoni numeri, calano i contagi e si riduce...

Pubblicato da Pillole di Ottimismo su Domenica 22 novembre 2020

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