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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Coronavirus: come evitare il contagio durante il pranzo di Natale

A cosa stare attenti per ridurre i rischi: grazie ad un simulatore è possibile calcolare la probabilità di contagiarsi in un ambiente chiuso come il nostro salotto di casa

Quali rischi corriamo a Natale? E che probabilità ci sono di contrarre l’infezione se entriamo in contatto con una persona positiva al coronavirus nel nostro salotto di casa? Come sappiamo gli ambienti chiusi sono ideali per il proliferare di Sars-Cov-2, ma la possibilità di evitare o no il contagio dipende da diversi fattori: le dimensioni della stanza, il tempo di esposizione, il comportamento dei commensali, il distanziamento, il fatto di indossare o meno le mascherine. Il sito della rivista tedesca Die Zeit ha realizzato un simulatore interattivo con cui è possibile calcolare le probabilità di contrarre l’infezione da Sars-Cov-2 in un luogo chiuso (come può essere il soggiorno di casa nostra), un’aula scolastica o un ristorante, sulla scorta di quanto già fatto tempo fa dal quotidiano spagnolo “El Pais”.

Coronavirus, il problema della trasmissione aerea e il pranzo di Natale

Il simulatore dello Zeit si basa su un modello dell’IstitutoMax Planck di Magonza ed è molto interessante perché permette di impostare diversi parametri. Possiamo ad esempio decidere quanto è ampia la stanza in cui ci troviamo, quante persone si trovano a condividere lo stesso ambiente, quante ore dura la nostra permanenza, se i presenti parlano o meno (e in che misura), quanto è alto il soffitto e in che modo viene areata la stanza. Facciamo un esempio. In un ambiente non areato di 25 mq i cui soffitti sono alti 3,3 metri, ci sono 6 persone presenti che parlano con un tono di voce normale senza indossare dispositivi di protezione.

Calcolando un tempo di permanenza di 5 ore, la possibilità di essere contagiati da un positivo è in questo caso pari al 37%: in sostanza due persone potrebbero contrarre il Sars-Cov-2. Con le finestre leggermente aperte, la percentuale scende al 32%, mentre se le spalanchiamo completamente per 10 minuti ogni ora la probabilità è del 15%. Se poi disponiamo di un impianto di ventilazione meccanica, il rischio si riduce ad appena il 6%. Molto dipende anche dal comportamento delle persone con cui convidiamo l’ambiente: se fanno conversazione ad un tono di voce normale per il 90% del tempo (come abbiamo ipotizzato nell’esempio in alto), la possibilità di diffondere il contagio è più alta. Nell’esempio abbiamo però cercato di simulare la situazione tipica di un pranzo di Natale, o perlomeno di un pranzo di Natale ai tempi del Covid. Se nella stessa stanza ci fossero non 6, ma 9 persone, anziché due persone contagiate ne conteremmo 3. Modificando i parametri ovviamente si ottengono risultati via via diversi.

aerosol rischi pranzo di natale-2

Il problema del contagio negli ambienti chiusi (anche laddove vengono rispettate le distanze di sicurezza) è dovuto al fatto che il coronavirus può rimanere nell’aria sotto forma di aerosol. Quando parliamo, tossiamo o starnutiamo emettiamo infatti delle particelle di saliva o droplet che possono raggiungere l’interlocutore solo a breve distanza (si parla di 1 o 2 metri), e assieme a queste altre particelle più piccole di 100 μm che possono viaggiare anche a più di due metri di distanza, accumularsi nell'aria ed essere inalate. Si tratta dei così detti aerosol. Per proteggersi da queste goccioline più piccole, distanza di sicurezza e dispositivi di protezione non sempre bastano, ma è fondamentale anche fare attenzione all’areazione dell’ambiente e al tempo di esposizione. In una situazione di convivialità come può essere il pranzo di Natale, oltre a far areare bene il salotto, sarebbe bene anche ridurre quanto più possibile il numero degli invitati. Specie se lo spazio a disposizione è poco.

Natale 2020: perché un tampone negativo non basta

Infine, qualche parola va detta anche sui tamponi. Se stiamo pensando di tornare a casa per le feste, dobbiamo sapere che un unico esito negativo del test non dà garanzie assolute di negatività perché come sappiamo il virus ha un tempo di incubazione. Il Corriere della Sera spiega oggi che “la procedura più sicura rimane quella di isolarsi per 14 giorni prima di incontrare le persone più deboli”. Se per varie ragioni non è possibile, “un’alternativa sensata sarebbe quella di fare un test rapido più a ridosso possibile delle feste e isolarsi subito dopo, fino al giorno dell’incontro”.

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