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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Discoteche, verso la chiusura in tutta Italia: l'incontro tra governo e regioni

Convocata una riunione con i governatori. Preoccupa la situazione e l'aumento dei contagi negli ultimi giorni

Sulle discoteche le Regioni dovranno adeguarsi a quanto disposto dal dpcm del 7 agosto, ossia “restano sospese le attività che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilitari, all’aperto o al chiuso”. Questa la posizione del governo presentata alla Regione nel corso dell’incontro convocato dopo l’aumento dei contagi di coronavirus. Alla riunione hanno partecipato il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia, il ministro della Salute Roberto Speranza e il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli.

Dopo il pressing del Governo, alcune Regioni - Veneto ed Emilia Romagna - hanno già limitato gli accessi alle discoteche, tra le proteste dei gestori, mentre la Basilicata ne aveva vietato l'attività, seguendo l'esempio della Calabria. La riapertura delle discoteche non è mai stata autorizzata dal governo, come risulta dai Dpcm, ma è sempre stato detto di valutare l'apertura in base alla condizione epidemiologica delle Regioni.

Discoteche, l'ira dei gestori: "C'è una campagna stampa contro di noi ogni giorno"

Con la chiusura delle discoteche sarebbero a rischio "quattro miliardi di euro", secondo le stime del Silb, l'Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento da Ballo e di Spettacolo.

“Il 72% delle discoteche italiane sono già chiuse dal 23 febbraio scorso e probabilmente non riapriranno mai più. Stanno per fallire. Sono sette mesi che non lavorano e 50mila persone sono a spasso, senza cassa integrazione'', dice il presidente nazionale del Silb, Maurizio Pasca, un'intervista all'Adnkronos. “Le uniche discoteche aperte oggi sono quelle all'aperto, solo il 20%, perché l'altro 10% ha deciso di non riaprire. Noi siamo impegnati ogni giorno per far rispettare l'ordinanza sul distanziamento e l'uso delle mascherine - aggiunge Pasca - Ma se dobbiamo chiudere noi, allora dovrebbero chiudere anche gli stabilimenti balneari, dove spesso si vede più assembramento che nei nostri locali. Stesso discorso vale per alcuni bar o ristoranti”. 

“Come è possibile che le discoteche sono l'unico posto dove si possa contrarre il coronavirus? - continua Pasca -. Negli anni ci hanno accusato di essere responsabili delle stragi del sabato sera, poi di dare da bere ai minorenni o ora ci accusano di essere veicolo di trasmissione del virus. C'è una campagna stampa contro di noi ogni giorno”. “Le nostre aziende danno lavoro a 50mila persone con un fatturato annuo di 4 miliardi -aggiunge Pasca- e paghiamo tasse per 800 milioni l'anno e abbiamo l'Iva al 22% e una pressione fiscale del 48%. Lo Stato vuole che chiudiamo? Allora ci dia soldi a fondo perduto per affrontare il futuro”. “Senza contare che 2 milioni di ragazzi senza un posto dove andare finiranno per organizzarsi da soli, - conclude Pasca -  magari rivedremo i rave party oppure li vedremo allo sbando in giro per le località balneari”. 

Discoteche, controlli a Ferragosto

Intanto controlli e sanzioni in tutta Italia per i gestori che non rispettano le indicazioni per contenere la diffusione del coronavirus. A Jesolo, in provincia di Venezia, la Questura ha chiuso per cinque giorni la discoteca King Club per un’ispezione la notte di Ferragosto durante la quale erano stati trovati decine di ragazzi in coda e senza mascherina, all’esterno e all’interno del locale. 

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