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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Coronavirus: l'effetto del Natale sui numeri dell'epidemia

Calano i tamponi e così pure i contagi, in "stallo" ricoveri e terapie intensive. La terza ondata non è più così scontata. Ma i dati sono affidabili?

Sono “solo” 10.800 i nuovi casi di coronavirus registrati nelle ultime 24 ore su 77.993 tamponi processati. Il numero dei test resta dunque piuttosto basso, in linea con quello delle ultime due settimane. D’altra parte era ampiamente previsto che durante le vacanze di Natale il tracciamento avrebbe incontrato qualche difficoltà in più. E così è stato. Resta stabile rispetto a ieri il tasso di positività (13,8%), ma i dati di oggi confermano ancora che sul fronte dei ricoveri e delle terapie intensive non possiamo ancora stare tranquilli. Vediamo i numeri del dettaglio.

Rispetto a lunedì scorso i contagi sono leggermente in crescita, ma va detto che sono stati eseguiti circa 9mila test in più. Questo il confronto con le settimane precedenti (fonte Lorenzo Ruffino, Twitter).

Casi del lunedì

  • questa settimana: 10.800
  • scorsa settimana: 8.585
  • due settimane fa: 10.872
  • tre settimane fa: 12.030
  • quattro settimane fa: 13.720

Rispetto alla media delle ultime quattro settimane la variazione dei nuovi casi è molto bassa (-4%) mentre quella dei tamponi è più consistente (-16%).

Scende invece in maniera abbastanza significativa il numero dei decessi. Se prendiamo le vittime registrate lunedì, la variazione rispetto alla media delle ultime 4 settimane è pari al -26% (fonte Davide Torlo, Twitter). 

Decessi del lunedì

  • questa settimana: 348
  • scorsa settimana: 445
  • due settimane fa: 415
  • tre settimane fa: 491
  • quattro settimane fa: 528

La brutta notizia di oggi è il numero dei ricoverati con sintomi che torna ad aumentare (+242).

Al di là del dato odierno, guardando il grafico ci si rente conto di come dal 25 dicembre in poi il calo si sia arrestato. Un cattivo presagio, anche se - per fortuna - non c’è stata per ora un’evidente inversione di tendenza.

Tornano invece a scendere le terapie intensive: -4 il saldo tra ingressi/uscite dopo il +16 di ieri. Anche in questo però, dal grafico in basso si può osservare come dalla vigilia di Natale in poi ci sia stato un assestamento della curva.

Un trend dunque analogo a quello dei ricoveri. Negli ultimi giorni sono invece in calo gli ingressi (al netto delle uscite) dai reparti di area critica, oggi 136.

Che intepretazione dare a questi numeri? Di sicuro la prudenza è più che mai d’obbligo. Per due ragioni. La prima riguarda i contagi: il numero dei test analizzati (non solo oggi, ma in generale negli ultimi 10 giorni) è troppo basso per poterne trarre indicazioni affidabili. D'altra parte, nei giorni in cui sono aumentati i tamponi processati (nella fattispecie il 31 dicembre e il 1° gennaio) il numero dei nuovi positivi è stato tutt'altro che basso. 

La seconda ragione è che in un periodo festivo come il Natale anche altri parametri potrebbero risentire di notifiche comunicate in ritardo dalle regioni. In poche parole non possiamo ancora avere la certezza di aver scampato la terza ondata. 

Va tuttavia segnalato che nel Cts inizia a trapelare un cauto ottimismo. "In questo momento -  ha fatto sapere il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo - verifichiamo il risultato dei giorni dello shopping pre-natalizio con l'assalto ai negozi", ma "è molto probabile che ci sarà una decrescita, che le due settimane di restrizioni che il Governo ha imposto al Paese daranno dei risultati". I risultati del decreto Natale "li vedremo a partire dalla settimana prossima" ha aggiunto. "Verso la metà di gennaio verificheremo se la curva ha beneficiato delle restrizioni dolorose che sono state imposte agli italiani". 

Di diverso avviso è Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università statale di Milano, che ai microfoni di Radio Crc Targato Italia ha definito la terza ondata "una certezza". Il Dpcm che ha diviso l'Italia in zone di rischio secondo il virologo "ha funzionato a piegare la curva, ma in questi ultimi giorni c'è stato un rallentamento della discesa. Stiamo mitigando la malattia, riducendo la velocità di contagio, ma non riusciamo a controllarla". 

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