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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Fase 2, attenzione all'effetto spogliatoio in palestre e piscine

Il virologo Pregliasco pone l'attenzione sui possibili rischi delle nuove riaperture: ''L'ambiente caldo e umido delle docce favorisce l'attacco del Covid 19. Subito dopo lo sport c'è una riduzione delle difese immunitarie naturali"

Il 25 maggio è stato il giorno della riapertura per palestre, piscine e centri sportivi. Un ulteriore step della cosiddetta fase 2 dell'emergenza coronavirus che nasconde i suoi rischi. A lanciare alcune raccomandazioni sulla riapertura di queste strutture è stato il virologo dell'università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco: "Una scelta giusta, perché l'attività fisica è un elemento fondamentale per la salute delle persone. Ma attenzione soprattutto all''effetto spogliatoio'. L'ambiente è caldo e umido, specie se ci sono le docce, e subito dopo lo sport c'è una riduzione delle difese immunitarie naturali". Condizioni che, in presenza di contatti ravvicinati, possono favorire l'attacco di Covid-19.

Riaprono palestre e piscine, Pregliasco: ''Attenti all'effetto spogliatoio''

Essendo difficile pensare di farsi una doccia indossando la mascherina, Pregliasco invita dunque a "un opportuno distanziamento fisico" dai 'colleghi' di spogliatoio e a "un frazionamento dei flussi" che andrebbe previsto dai gestori. Guardia altissima dopo l'allenamento, dunque, ma anche prima e durante: in generale, infatti, "palestre e piscine sono luoghi in cui si verificano contatti stretti e condizioni che facilitano la diffusione del contagio", osserva il virologo, quindi le precauzioni fondamentali da seguire rigorosamente "riguardano sia l'organizzazione di queste attività sia la responsabilità individuale dei frequentatori rispetto ad alcuni gesti". Il messaggio, in conclusione, resta lo stesso: "Bene riaprire, bisogna farlo, ma con le indispensabili cautele".

Riaprono palestre e piscine, Pigozzi: ''Ripartire senza strafare''

Riaprono palestre e piscine "in tutta sicurezza: è stato fatto un grande lavoro per predisporre linee guida adeguate per ripartire abbattendo i rischi di infezione". Ma dopo la il lungo lockdown "serve riprendere in modo adeguato, con gradualità, senza eccessi". E' il consiglio di Fabio Pigozzi, presidente della Federazione internazionale di medicina dello sport e prorettore vicario dell'Università di Roma 'Foro Italico'. "Sappiamo tutti - spiega l'esperto - che dopo un periodo di sedentarietà bisogna essere cauti e ripartire con un 'ricondizionamento'. L'optimum sarebbe ricominciare con 30-45 minuti al giorno fino ad un totale di 150/300 minuti la settimana. La regola che vale sempre è che bisogna mantenere una certa costanza: allenarsi meno di 3 volte alla settimana serve a poco". In palestra, dunque, "meglio partire con esercizi di tonificazione muscolare e di flessibilità. L'intensità del lavoro deve variare a secondo delle condizioni fisiche di ciascuno. Ma, in ogni caso, meglio partire 'a piccole dosi'". Per chi ha preso peso durante il lockdown, "è necessario rivalutare l'alimentazione per associare una dieta controllata all'esercizio fisico moderato", spiega Pigozzi sottolineando l'importanza di una valutazione medico-sportiva prima di ricominciare, soprattutto per chi ha superato i 50 anni o ha malattie croniche. "Il fai da te non è mai scevro da rischi", conclude.

Calcio e fase 2, Pregliasco apre alla ripartenza: ''Può ripartire da metà luglio''

Il virologo Pregliasco ha anche parlato della possibile ripartenza del campionato di Serie A: "Il calcio può ripartire a porte chiuse. Ciò che stiamo facendo è quello di procedere gradualmente. L'aria condizionata nei cinema abbiamo verificato essere non troppo pericolosa, il comportarsi delle persone lo è. Allo stadio non c'è gente che ascolta musica classica in religioso silenzio. Da metà luglio possibile una piccola fetta di spettatori negli stadi? E' possibile. Per ridurre quanto più possibile la circolazione del virus, è giusto agire con cautela". 

"Vaccino in tempi brevi? Spero arrivi presto, ma ancora non sappiamo se questo virus dà un'immunità per lungo o breve periodo -aggiunge Pregliasco a Radio Punto Nuovo-. La disponibilità effettiva di un vaccino richiede 1 anno, 1 anno e mezzo come minimo. Per ora bisogna convivere con il virus. Risalita curva pandemica? E' un rischio che esiste ed a cui dobbiamo pensare, attrezzandoci per evitare altri dolori. Più contatti, più possibilità di avere dei focolai. La sfida sarà quella di riuscita di individuarli per tempo e limitarne la diffusione". Ad oggi possiamo confermare che il contatto stretto è meno di 1 metro per più di 15 minuti. Ovviamente chi starnutisce o tossisce emette una quantità enorme di goccioline, questo è il rischio. Sicuramente il contatto stretto è quello più pericoloso, ma anche la via indiretta degli oggetti, contatti conseguenti, non sono da sottovalutare".

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