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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Coronavirus, due ricerche accendono le speranze: c'è anche un farmaco per neutralizzarlo

Trasfusioni col plasma prelevato dai pazienti guariti contenente alte concentrazioni di anticorpi in grado di distruggere il virus. Questo tipo di terapia, già impiegata ad esempio per Sars ed Ebola, si sta tentando anche per il nuovo coronavirus. Ma non è la sola

Il plasma dei guariti per trattare i malati di coronavirus. È la strategia, già esplorata in Cina, ora al centro di un protocollo che si sta mettendo a punto in Lombardia. Il progetto è stato siglato da diversi centri regionali, tra cui l'Asst di Mantova che ne dà notizia in una nota in cui spiega che capofila dell'iniziativa è il Policlinico San Matteo di Pavia.

"La possibilità è concreta - spiega all'AdnKronos Salute Fausto Baldanti, professore di microbiologia e microbiologia clinica all'università di Pavia e responsabile del Laboratorio di virologia molecolare del San Matteo - ma sono ancora idee in una fase embrionale. Proprio perché siamo ancora in una fase di progettazione non vogliamo discuterne i dettagli".

Da Mantova spiegano che l'Unità di crisi di Asst ha dato il via libera al prelievo del plasma da alcuni pazienti guariti, che presentando elevati livelli di anticorpi contro il nuovo coronavirus possono diventare donatori a favore di malati di Covid-19 in gravi condizioni. La seconda fase del protocollo, relativa all'infusione del plasma a scopo terapeutico - prosegue l'azienda nella nota - è in attesa dell'autorizzazione del Consiglio superiore di sanità.

Il plasma prelevato dai pazienti guariti contiene alte concentrazioni di anticorpi in grado di distruggere il virus. Questo tipo di terapia, già impiegata ad esempio per Sars ed Ebola, si sta tentando anche per il nuovo coronavirus".

I potenziali donatori di plasma saranno selezionati in base a caratteristiche specifiche. I criteri dell'Oms per la definizione di guarigione prevedono, tra l'altro, l'esecuzione di due tamponi a distanza di 24 l'uno dall'altro: i test devono essere entrambi negativi.

Coronavirus, pronto primo farmaco per neutralizzarlo

Intanto è stato messo a punto dal gruppo dell'Università olandese di Utrecht il primo farmaco specializzato per aggredire il coronavirus Sars-CoV2. Un anticorpo monoclonale, specializzato nel riconoscere la proteina che il virus utilizza per aggredire le cellule respiratorie umane.

La ricerca guidata dal prof. Chunyan Wang è stata pubblicata sul sito BioRxiv. I ricercatori hanno detto alla Bbc che saranno necessari mesi prima che il farmaco sia disponibile perché dovrà essere sperimentato per avere le risposte su sicurezza ed efficacia.

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Legandosi alla proteina Spike, che si trova sulla superficie del coronavirus, l'anticorpo monoclonale le impedisce di agganciare le cellule e in questo modo rende impossibile al virus di penetrare al loro interno per replicarsi. Per questo motivo i ricercatori sono convinti che l'anticorpo ha delle potenzialità importanti "per il trattamento e la prevenzione della Covid 19".

I ricercatori stavano già lavorando a un anticorpo contro la Sars quando è esplosa l'epidemia di Covid-19 o Sars2 e si sono resi conto che gli anticorpi efficaci contro la prima malattia riuscivano a bloccare anche la seconda.

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Coronavirus, e il farmaco anti-artrite?

Il farmaco utilizzato per la cura dell’artrite reumatoide, tocilizumab, sta dimostrato di essere efficace nel trattamento della polmonite interstiziale causata dal Covid-19, anche su altri pazienti curati in Italia e non solo sui primi casi trattati a Napoli. Tra questi c’è anche l’assessore della Regione Lombardia Alessandro Mattinzoli.

La Roche, l'azienda che produce il farmaco anti artrite, in pochi giorni "ha già dispensato 600 trattamenti ai vari ospedali che lo chiedevano". 

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