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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Coronavirus, le preoccupazioni dei medici: "Il rischio è che alla fase 2 coincida il picco 2"

Timori soprattutto in quelle regioni dove il numero dei contagi è ancora ben oltre il livello di guardia. Il Piemonte è tra queste: ieri 682 nuovi casi confermati. Anaao Assomed: "La cosiddetta fase due ci preoccupa, e molto"

Il possibile inizio della fase 2 dal prossimo 4 maggio porta con sé alcune preoccupazioni, soprattutto in quelle regioni dove il numero dei contagi è ancora ben oltre il livello di guardia. Il Piemonte è tra queste: ieri 682 nuovi casi confermati. "La cosiddetta fase due ci preoccupa, e molto. Non siamo pronti. Siamo ben lontani dall'essere pronti" dicono dalla Segreteria Regionale Anaao Assomed Piemonte, l'associazione dei Medici e dei Dirigenti Sanitari piemontesi. Secondo loro "il rischio è che alla fase 2 coincida il picco 2. Che potrebbe essere peggiore del picco 1».

"Se ci fosse un piano chiaro e certezze, potremmo forse pensare davvero alla fase 2. Ma mancano, come manca una chiara definizione dei ruoli" sostiene l'Anaao Assomed, che individua una serie di criticità "indispensabili da risolvere prima di pensare a una riapertura delle attività sono". Ad esempio la carenza di dispositivi di protezione individuale ma anche il ritardo nell'effettuare i tamponi; e poi la necessità di individuare strutture in cui isolare i positivi equella di individuare una precisa catena di comando perché "la fase due sia gestita diversamente dalla catastrofica fase uno".

"Guardiamo con speranza alla data del  4 maggio ma il Piemonte deve ripartire in sicurezza per questo la  prossima sarà la settimana cruciale per la nostra regione". Così il  presidente del Piemonte, Alberto Cirio, che ha aggiunto: "in Piemonte abbiamo adottato da subito misure più rigorose in termini di  contenimento. Il rigore e la serietà nelle misure di contenimento ce li abbiamo avuti dal primo giorno e non ho problema ad averceli ancora finché  sarà necessario perché la cura della vita viene prima - ha aggiunto  Cirio - ciò detto dobbiamo essere pronti a ripartire". "Per questo stiamo lavorando con la volontà di ripartire il 4 maggio  ma con la consapevolezza che i numeri dei medici saranno quelli che  potranno darci il via libera definitivo ed è in questa prospettiva che stiamo lavorando", ha concluso il presidente.

Dalla prossima settimana partiranno in Piemonte i test sierologici, a scopo epidemiologico, per medici e personale sanitario, ha anche detto Cirio, precisando che questo pomeriggio Scr, la società di committenza regionale, chiuderà la fase di assegnazione. "Per capire se se una persona ha contratto o no il coronavirus, però, non è il test sierologico in grado di dircelo - ha spiegato Cirio - noi siamo aperti al fatto che questi test possono essere fatti da tutti cittadini piemontesi anche presso laboratori privati ma chiediamo al governo che dia una patente chiara di cosa si farà del risultato. Ora può essere un aiuto per fare uno studio su un campione circoscritto".

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