rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Attualità

Coronavirus, focolai da Nord a Sud: ''Non siamo in una bolla''

Tra arrivi e ritorni dall'estero e sovraffollamenti nelle case, sono diversi i focolai sparsi tra l'Emilia Romagna e la Sicilia che destano preoccupazione. Il virologo Crisanti: ''Ne scoppieranno altri, probabilmente più numerosi tra ottobre e novembre''

La fase più acuta dell'emergenza coronavirus in Italia è stata superata, ma la battaglia contro il nemico invisibile è tutt'altro che vinta. Mentre il trend sui contagi continua ad oscillare, a preoccupare gli esperti non sono più soltanto Lombardia e Veneto, ma tutti i nuovi focolai sparsi sul territorio nazionale, a partire dall'Emilia Romagna e la Toscana, fino ad arrivare a Campania e Sicilia. Sono soltanto cinque le regioni in cui non si registrano nuovi casi.

Coronavirus, i focolai in Italia

In Veneto, dove Zaia ha minacciato una nuova ordinanza con misure più severe, un manager vicentino tornato da un viaggio di lavoro in Serbia ha fatto finire in isolamento un centinaio di persone incontrate tra feste e locali. In Toscana sono tre i cluster che preoccupano: tre famiglie, 18 persone in tutto, che rappresentano il 40% dei nuovi malati. Il governatore Rossi ha firmato una nuova ordinanza affinché i sindaci adottino provvedimenti per eliminare eventuali sovraffollamenti con l'utilizzo dell'albergo sanitario: secondo gli esperti questi contagi sono tutti riconducibili al sovraffollamento in casa.

Nel Lazio attualmente ci sono 31 pazienti positivi, di cui 14 a Roma. Tra questi ci sono due dipendenti del World Food Program di rientro dalla Somalia, risultati positivi e sintomatici e segnalati da un medico delle Nazioni Unite. Di rientro dall'estero anche quattro altoatesini positivi e ora in isolamento, mentre a Predazzo, in Trentino, un uomo di origini kosovare, di ritorno dal suo Paese, ha contagiato altre sette persone.

Uno dei focolai che preoccupa maggiormente è quello di un'azienda agricola di Ravenna, in cui sono stati registrati 13 casi tra i braccianti, tutti originari del Bangladesh, asintomatici, che vivono nella stessa casa. I lavoratori erano rientrati in Italia nei giorni scorsi. A questi vanno aggiunti altri nove contagi tra i comuni di Cervia e Ravenna.

A Trieste ci sono invece otto persone risultate positive al coronavirus e collegate tra loro: metà di loro sono lavoratori che si occupano di import ed export dall'estero, mentre i restanti quattro sono loro familiari.

In Campania desta preoccupazione da alcune settimane il focolaio di Mondragone, con l'infezione che ha preso piede all'interno di una comunità bulgara. Sotto osservazione anche il focolaio registrato all'interno degli impianti di logistica della Brt a Bologna, mentre altri piccoli focolai si trovano al momento tra Mantova, Padova e Belluno. L'arrivo di migranti è probabilmente la causa dei nuovi casi individuati a Noto e Agrigento

Coronavirus e nuovi focolai, Crisanti: ''L'Italia non è una bolla''

In Italia scoppieranno altri focolai? Secondo Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di microbiologia e virologia e dell’università di Padova, intervistato da SkyTg24, è molto probabile: "L'Italia non è in una bolla. Con gli italiani bisogna essere chiari. Altri focolai scoppieranno e saranno anche più numerosi probabilmente ad ottobre e novembre". 

"Se una persona è positiva al coronavirus, penso che debba essere messa in condizione di non trasmettere. Se non lo fa spontaneamente, penso che il Trattamento sanitario obbligatorio si renda necessario perché se qualcuno rifiuta le cure non deve mettere a rischio la salute degli altri" dice Crisanti, evidenziando la necessità di prevede l'estensione del Tso per i casi di positività al coronavirus.

"A preoccuparmi è il rientro in Italia di persone infette che potrebbero così riaccendere altri focolai. L'altra cosa che mi preoccupa è che gli italiani pensino che l'emergenza è finita. Non è finita, il virus circola ancora. E' importante avere questa consapevolezza per restare prudenti", aggiunge, sottolineando che attualmente i focolai attivi "sono sotto controllo dal sistema".

Per quanto riguarda gli arrivi dall'estero, "si possono mettere sotto sorveglianza le persone che arrivano da aree a rischio come Cina, India, Brasile e Stati Uniti. Ci sono i mezzi per tracciare gli spostamenti, le persone che arrivano vanno monitorate. Non solo prendendo la temperatura che non serve a niente", conclude.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Coronavirus, focolai da Nord a Sud: ''Non siamo in una bolla''

Today è in caricamento