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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Quanti milioni di italiani sono stati davvero contagiati dal coronavirus?

Risposte certe è impossibile averne. Ma si possono fare dei ragionamenti e delle stime. Esperti di vari campi hanno detto la loro: c'è chi arriva a stimare 10 milioni di casi, chi invece si ferma a 2. In ogni caso parlare di immunità di gregge al momento è fantascienza

Una stima di addirittura 10 milioni di contagiati in Italia. Realistica? Credibile? "Abbiamo fatto una valutazione di tutta la popolazione che lavora presso l'ospedale tra amministrativi e personale sanitario di vario livello e siamo arrivati a una percentuale globale intorno al 17-18 per cento che, se fosse rapportata su scala nazionale, corrisponderebbe a dieci milioni di italiani che sono stati già contagiati". L'ha detto Paolo Gasparini, ordinario di genetica dell'università di Trieste e direttore del Dipartimento di Diagnostica avanzata dell'Ospedale materno infantile Burlo Garofolo, ospite di 24 Mattino su Radio 24. 

Sul fatto che i dati di diffusione del virus siano tutti sottostimati c'è poco da discutere, è così. Ma è davvero arduo credere che il numero dei contagiati sia così alto. L'indagine di cui parla il professore ha riguardato tutti i circa 800 dipendenti dell'ospedale: il 18 per cento del personale, non solo sanitari ma anche amministrativi, è risultato positivo, aveva contratto il virus senza manifestarne i sintomi, nemmeno lievi. I casi Covid precedentemente accertati erano l'1 per cento.

Il dato che emerge dallo studio triestino può essere influenzato dall'essere stato fatto in una struttura sanitaria? "Direi proprio di no - rispondeva qualche giorno fa in una intervista a ItaliaOggi il professor Gasparini - i casi Covid tra i bambini sono pochissimi, il nostro diciamo che è un istituto sicuro, non fonte di contagio. Ci sono altri colleghi di istituti di ricerca che stanno facendo mappature analoghe e mi risulta che il loro andamento è in linea con i nostri dati".

La maggior parte dei positivi non riferisce nessun contatto diretto con malati. Quello che lascia perplessi è che i cinesi hanno pubblicato l'isolamento della sequenza del coronavirus a dicembre, questo significa che avevano già contezza dell'esistenza di un focolaio, poi sono andati alla ricerca del virus. E non lo fai per pochi casi, ma quando c'è un dato anomalo. Questo vuol dire che a ottobre il virus era già presente. Ma sa quanti milioni di persone si sono spostate tra Cina ed Europa? Il virus sta circolando da molto tempo. Io stesso l'ho avuto senza particolari sintomi.

Il punto è che se anche i contagiati fossero 10 milioni, l'immunità di gregge non è un tema sul tavolo: servono percentuali molto più alte e si ragiona seriamente di immunità di gregge quando c'è un vaccino. La soglia minima dell’immunità di gregge varia a seconda dell’infezione, infatti i vari patogeni hanno differenti indici di contagiosità. Ma per le infezioni più diffuse, contro cui si vaccina, è possibile considerare al sicuro l’intera popolazione quando almeno il 95 per cento è coperto. La percentuale si abbassa a seconda della malattia, per la parotite l'immunità di gregge si raggiunge fra il 75 e l'86 pe rcento; per la pertosse tra il 92 e il 94 per cento; per la difterite e la rosolia tra l'83 e l'86 per cento; per la poliomielite tra l'80 e l'86 per cento. Per il coronavirus l'immuntà di gregge potrebbere essere più bassa. Ma è una strategia che si usa quando esiste un vaccino, e per il coronavirus non c'è e non ci sarà per mesi e mesi. La percentuale di persone immunizzate utili a fare da barriera varia da malattia a malattia: in altre parole, ci sono malattie più contagiose, per le quali la percentuale di persone immunizzate deve essere più alta. E sul nuovo coronavirus sappiamo ancora molto poco.

Ieri il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro invitava tutti alla cautela. Secondo l'Istituto superiore di sanità "il 90 per cento delle persone in Italia non è venuto a contatto col virus. Questo vuol dire che una larghissima parte della popolazione è ancora suscettibile. Per avere l'immunità di gregge bisognerebbe avere circa l'80 per cento di persone venute a contatto col virus e dunque siamo molto lontani dal target. Anche nell'occhio del ciclone, come a Bergamo, non ha senso parlare di immunità di gregge secondo Brusaferro. Ci sono infatti province, come quella di Bergamo, dove la percentuale di chi non è entrato in contatto col virus scende all'80%, ma altre dove sale ben oltre il 95%. Ecco perché “dobbiamo "dobbiamo essere estremamente attenti e molto cauti nelle misure che prendiamo" per riaprire il paese, è il monito che arriva dalla scienza, e "per evitare la ripartenza della curva, i cui effetti li abbiamo visti tutti". Brusaferro ha parlato di "tre italie": il sud e le isole maggiori, "dove la circolazione è molto contenuta", il centro, "dove la circolazione intermedia è presente e richiede per questo molta attenzione", e poi il nord "dove la circolazione è molto elevata" e dove il calo dei contagi, che c'è, deve per forza tener conto "della quantità dei casi". Non ha però fornito dettagli specifici su come si è arrivati alle stime dell'Iss.

C'è chi, come il ricercatore di Ispi Matteo Villa, sottolinea come in base a studi e lavori statistici che partono dai dati della Protezione Civile si possono stimare 2,1 milioni di persone infettate in Italia (incluse le persone guarite). Il minimo è 1,3 milioni, il massimo è 4,7.

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Fonte: Twitter/emmevilla

In base ai dati sulla mortalità generale in molti comuni diffusi da Istat a inizio aprile, il dato dei contagi potrebbe essere corretto al rialzo, e la prevalenza stimata diventerebbe 3,9 milioni di persone (ma il dato dovrebbe essere depurato da morti non Covid). Pur non essendo impossibile, è poco probabile che i contagiati siano i 6 milioni (10 per cento circa della popolazione) ipotizzati dall'Iss. 

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Fonte: Twitter/emmevilla

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