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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Coronavirus: la curva dei contagi scende, ma due incognite preoccupano gli esperti

Rispetto alla settimana scorsa circa 13mila casi in meno registrati tra lunedì e giovedì. Walter Ricciardi mette in guardia dalla variante inglese: "Le scuole sono un luogo importante di trasmissione"

Sono 14.078 i casi di coronavirus registrati oggi in Italia su 267.567 tamponi (di cui 162453 molecolari). Ieri erano stati accertati 13.571 casi su oltre 270mila test. Di conseguenza torna a salire il rapporto tamponi/persone positive che passa dal 4,8 al 5,3%. Casi in aumento? È ancora presto per dirlo. Lo scorso giovedì ad esempio erano stati registrati oltre 17mila casi.

Come fa notare su Twitter Lorenzo Ruffino, se prendiamo i contagi accertati tra lunedì e giovedì, la variazione rispetto alla media delle ultime 4 settimane è pari al -22%. Insomma, il calo inizia ad essere significativo e rispetto alla settimana scorsa si registrano circa 13mila casi in meno.

Casi tra lunedì e giovedì

  • questa settimana: 46.971
  • scorsa settimana: 59.794
  • due settimane fa: 64.529
  • tre settimane fa: 59.488
  • quattro settimane fa: 56.752

Il numero dei morti è purtroppo ancora abnorme e drammatico. Sono 521 gli italiani che oggi hanno perso la vita a causa della Covid, un bollettino di guerra a cui siamo tristemente abituati.

Se prendiamo le vittime registrate tra lunedì e giovedì la variazione rispetto alla media delle ultime quattro settimane è pari al -3 % (fonte Davide Torlo, Twitter). La curva è sostanzialmente stabile.

Decessi tra lunedì e giovedì

  • questa settimana: 2.025
  • scorsa settimana: 2.093
  • due settimane fa: 1.959
  • tre settimane fa: 2.234
  • quattro settimane fa: 2.101
  • cinque settimane fa: 2.700

La situazione è in miglioramento negli ospedali. Oggi si registrano -424 ricoverati con sintomi e -43 terapie intensive. Sono stati 155 in totale gli ingressi nei reparti di area critica.

Secondo Agenas attualmente risultano occupati da pazienti Covid il 29% dei posti in TI e il 35% (-1) dei posti in area non critica.

Intanto a Milano i Covid hotel si stanno svuotando. Oggi "fortunatamente le strutture attive, da 4 che erano diventate, si sono dimezzate e sono tornate due". Ospitano in totale "meno di 50 persone", spiegano all'Adnkronos Salute dall'Ats Milano Città metropolitana. A fine novembre i numeri erano diversi: gli ospiti erano arrivati a toccare quota 250, presenti contemporaneamente nei Covid hotel. "Ma eravamo nel pieno della seconda ondata - fanno notare gli esperti - I casi di Sars-CoV-2 nell'area erano arrivati a quota 25mila a settimana, adesso a Milano viaggiamo intorno a 3-4 mila positivi" rilevati in 7 giorni. E la quota di contagiati che finisce nelle strutture, nate per garantire l'isolamento a chi non ha le condizioni per poterlo fare a domicilio, "è sempre la stessa: segue l'andamento dell'epidemia e si attesta intorno all'1% dei positivi registrati". 

Gli esperti temono la variante inglese e la riapertura delle scuole

Gli esperti però continuano ad essere preoccupati soprattutto dalle varianti del coronavirus emerse in Regno Unito, Brasile e Sudafrica. I vaccini funzioneranno? Dagli studi in laboratorio sembra che il farmaco Pfizer-BioNTech riesca ad essere efficace contro il ceppo inglese, mentre resta qualche dubbio sugli altri due. Gli studi sono tuttora in corso. Ma gli studiosi temono soprattutto una recrudescenza del virus nell'immediato. 

Walter Ricciardi, professore di Igiene all'università Cattolica di Roma e consulente del ministro della Salute, ha spiegato oggi di essere "preoccupatissimo per la variante inglese che sta mettendo in ginocchio il Regno Unito e si è già diffusa in 60 Paesi incluso il nostro con le scuole come luogo importante di trasmissione". Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ha affermato senza mezzi termini che la curva del contagio è "destinata a risalire nelle prossime settimane per le minori restrizioni nelle Regioni arancioni e gialle, la riapertura delle scuole e il potenziale impatto delle nuove varianti".

Le nuove varianti potrebbero rendere ancora più tortuoso il cammino per arrivare all'immunità di gregge. Secondo l'immunologa Antonella Viola, "con un vaccino efficace al 95% (Pfizer o Moderna) si può ottenere vaccinando il 70% della popolazione. Con uno meno efficace, bisogna vaccinare quasi il 100%, cosa non fattibile al momento. A complicare la situazione si aggiunge però la maggiore contagiosità delle nuove varianti. Uno studio inglese (ancora in preprint) suggerisce che con la nuova variante l’immunità di comunità si potrebbe raggiungere solo con i vaccini efficaci e vaccinando l’82% della popolazione. Con quelli meno efficaci, neppure vaccinando il 100%".

Riusciremo a raggiungere l’immunità di comunità? Ne abbiamo già parlato e mostrato come con un vaccino efficace al 95%...

Pubblicato da Antonella Viola su Giovedì 21 gennaio 2021

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