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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Coronavirus, c'è una curva che non scende: il caso delle terapie intensive

Il numero degli ingressi giornaliero è sostanzialmente in linea con quello della prima metà di dicembre. Resta elevato il dato dei decessi, stabili i contagi. L'analisi del bollettino

Sono 10.593 i contagi registrati nelle ultime 24 ore in Italia su 257.034 tamponi processati di cui 108.123 molecolari.Il tasso di positività scende al 4,1% dal 6 di ieri. Considerando solo i tamponi Pcr la percentuale di positivi è invece pari al 9,8%. 

Ieri i nuovi casi erano stati 8.562 su un numero molto più esiguo di tamponi (143.116). Se prendiamo i contagi registrati tra lunedì e martedì rispetto alla settimana scorsa la curva è sostanzialmente stabile. 

Casi registrati tra lunedì e martedì:

  • questa settimana 19.155
  • scorsa settimana: 19.322
  • due settimane fa: 26.774
  • tre settimane fa: 26.178
  • quattro settimane fa: 19.809
  • cinque settimane fa: 24.190

Resta ancora molto elevato il numero di decessi: 541 nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 420). Il totale delle vittime da inizio epidemia sale così a 86.422. Se prendiamo il numero di decessi registrati tra lunedì e martedì, la variazine rispetto alla media media delle ultime quattro settimane è pari al -7 % (fonte Davide Torlo, Twitter). 

Decessi tra lunedì e martedì 

  • questa settimana: 961 
  • scorsa settimana: 980 
  • due settimane fa: 1.064 
  • tre settimane fa: 997 
  • quattro settimane fa: 1.104 
  • cinque settimane fa: 1.043

Arrivano però buone notizie dagli ospedali. I ricoverati con sintomi (ieri in aumento) tornano di nuovo a scendere (-69), così come i pazienti ricoverati in terapia intensive (-49 il saldo tra ingressi e uscite). 

D’altra parte va però osservato che il numero di ingressi nei reparti di area critica (oggi 162) torna a salire rispetto a ieri. Se prendiamo gli ingressi registrati tra lunedì e martedì, i numeri sono in linea rispetto alla settimana scorsa e leggermente in calo se paragonati a quelli delle settimane precedenti. 

Ingressi in terapia intensiva tra lunedì e martedì:

  • Questa settimana: 312
  • Scorsa settimana: 318
  • Due settimane fa: 364
  • Tre settimane fa: 338
  • Quattro settimane fa: 423
  • Cinque settimane fa: 362
  • Sei settimane fa: 337
  • Sette settimane fa: 336

I numeri delle ultime due settimane sono leggermente più bassi rispetto ma tutto sommato in linea con quelli della prima metà di dicembre. Analizzando i dati con cadenza settimanale è possibile notare un picco che coincide sostanzialmente con le vacanze di Natale (colpa degli assembramenti pre-natalizi?), mentre da metà gennaio in poi la curva inizia a digradare, anche se non c’è stato mai un calo significativo. 

  • 7-13 dicembre: 1.294
  • 14-20 dicembre: 1.181
  • 20-26 dicembre: 1.190
  • 26 dicembre-3 gennaio: 1.381
  • 4-10 gennaio: 1.430
  • 11-17 gennaio: 1.143
  • 18-24 gennaio: 1.063
  • 19-20 gennaio: 312

Per il fisico e divulgatore Giorgio Sestili, "il calo a cui stiamo assistendo in questi giorni è dovuto alla zona rossa istituita durante le festività natalizie. Questa settimana, infatti, si registra il -18% dei casi di Covid rispetto alla settimana precedente, il -4% dei decessi e il -7% delle terapie intensive" spiega l'esperto a 'Open'. "Parametri che, numeri alla mano, stanno migliorando. Attenzione, però: non abbiamo ancora i dati che fotografano la situazione del mese di gennaio, quando tutti siamo rientrati a lavoro o sono state riaperte le scuole. Non mi stupirei se la tendenza dovesse invertirsi nelle prossime settimane". 

Crisanti: "Zone colorate fino a settembre-ottobre"

Quali sono le prospettive? Secondo il virologo e docente universitario Andrea Crisanti "la suddivisione in zone ci lascerà in questa situazione intermedia, con questo numero di casi abbastanza elevati accompagnati da una mortalità non indifferente". Per questo, ha spiegato ai microfoni di 'Un Giorno da Pecora', su Rai Radio1,  "ci dovremmo abituare a vedere circa 300 morti al giorno circa, numeri un po' piu' bassi che vedremo tra un paio di settimane. Andremo avanti con le zone fino a che non ci sarà l'impatto del vaccino, quindi verso settembre - ottobre" ha aggiunto Crisanti.

Quindi l'estate dovremmo essere più prudenti che lo scorso anno? "Direi di sì. D'estate dovremo essere più cauti rispetto allo scorso anno, speriamo di poter andare in spiaggia". Si rischia addirittura di non poter andare al mare? "Israele andò in lockdown per la seconda volta a fine agosto, e lì c'è un clima simile all'Italia. Se sono chiusi cinema, bar e teatri non si capisce perché dovrebbero esser aperte le spiagge". C'è una differenza: le spiagge sono all'aperto. "Anche le discoteche in Sardegna si diceva che erano all'aperto" ha sottolineato Crisanti. "Ma tanto se questa estate si faranno le zone arancioni o rosse non si porrà nemmeno il problema". 

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