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Sabato, 20 Aprile 2024
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Coronavirus, l'infettivologo: "Se non facciamo nulla arriveremo ai numeri di Francia e Spagna"

Il commento all'AdnKronos di Raffaele Bruno del San Matteo di Pavia: "Abbiamo pochi giorni per evitare che si perda il controllo della situazione". Massimo Galli spinge per la didattica a distanza: "O svoltiamo ora o andiamo a sbattere"

"Il problema è che il virus ha ripreso a circolare alla grande. Se continuiamo con questi numeri e non si fa niente per bloccarlo, il nostro destino è arrivare ai dati che vediamo in Spagna e Francia". A lanciare l'allarme è Raffaele Bruno, direttore dell'Unità operativa complessa Malattie infettive del Policlinico San Matteo di Pavia, che all'AdnKronos salute fa il punto sulla situazione epidemiologica in Italia. 

"Quello che vorrei dire - spiega Bruno - è che, al di là di quelle che saranno le misure, è importante prenderle ora per non arrivare a una situazione in cui gestiremmo male l'arrivo dei pazienti in ospedale. In questo momento ci giochiamo tanto: ci giochiamo il futuro dei prossimi mesi. A mio avviso bisogna essere duri adesso che è in crescita e non aspettare di essere duri quando già gli eventi biologici si saranno consumati".

"Abbiamo pochi giorni per evitare che si perda il controllo della situazione - dice ancora all'Adnkronos Salute - Dobbiamo agire subito". Bruno si dice "adesso preoccupato anche dei numeri assoluti" dei casi, mentre fino a qualche giorno fa leggeva come una spia "l'aumento percentuale". Per la Lombardia lo specialista guarda con apprensione in particolare un dato: "La percentuale di positivi rispetto al numero dei testati. Si è passati dal 3,5% del 7 ottobre al 10% di positivi sui casi testati ieri, e questo è un problema".

"Oggi i pazienti arrivano in una fase più precoce della malattia"

 Bruno ha spiegato che oggi, rispetto alla prima fase, i pazienti "arrivano in una fase più precoce della malattia e dall'altro lato è aumentata la nostra esperienza, abbiamo qualche arma terapeutica in più e questo fattore permette una gestione migliore. In questo momento le linee guida prevedono l'uso di cortisone e dell'antivirale remdesivir e poi tutta un'altra serie di farmaci da studi in corso".

I pazienti "sono diversi non perché il virus sia diventato più buono, ma solo perché abbiamo il vantaggio in questo momento di vederli prima". 

Il peccato mortale in questa fase sarebbe non agire. Secondo l'infettivologo sarebbe ad esempio molto importate "decongestionare i mezzi pubblici", un tema di cui si è discusso molto negli ultimi giorni. "Forse se si desse effettivamente corso all'opzione prevista di fare metà lezioni in presenza e metà a distanza almeno alle scuole superiori potrebbe già alleggerire la situazione". 

Galli: "Serve didattica a distanza alle superiori"

E come Raffaele Bruno la pensa anche Massimo Galli, infettivologo dellʼospedale Sacco di Milano. "Bisogna tornare a dolorose scelte come l'insegnamento a distanza, almeno a metà alternate per gli studenti delle superiori e delle università" ha affermato a Mattino Cinque. "O svoltiamo ora o andiamo a sbattere". 

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