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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Coronavirus, l'infettivologo Bassetti: "Mortalità scesa dall'11% a zero"

La malattia non è più la stessa che abbiamo conosciuto a marzo" assicura Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive dell'ospedale S.Martino di Genova

Quanto è davvero pericoloso il coronavirus e quanti sono morti a causa dell'infezione? Il tema della mortalità connessa alla Covid-19 è sicuramente il tema dei temi della pandemia. Ora alcuni dati sembrano indicare come il Sars-Cov-2 abbiamo perso parte della propria pericolosità.

"I dati della Clinica Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova (di prossima pubblicazione) confermano quanto detto" sottolinea Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive al S.Martino e presidente della Società italiana di terapia antinfettiva. "Abbiamo avuto 323 ricoverati. La mortalità ospedaliera dei pazienti ospedalizzati nei mesi da febbraio a maggio è stata dell'11,4%, quella nei mesi di giugno e luglio è stata 0. Questi sono numeri. Non ipotesi e supposizioni". 

"Diamo un po' di numeri", scrive il medico in un post su Facebook. "I dati diffusi ieri dal ministero della Salute ci dicono che i ricoverati in terapia intensiva (48) e negli altri reparti ospedalieri sono in continua diminuzione. Questo a fronte di un incremento del numero dei soggetti risultati positivi al tampone per Sars-CoV-2 ovvero di soggetti, per la maggioranza, asintomatici, portatori sani di virus. È evidente che oggi è tutto molto diverso rispetto a 5 mesi orsono", afferma l'infettivologo.

"Questi dati evidenziano come negli ultimi 2/3 mesi sia profondamente cambiata la presentazione e l'evoluzione clinica della malattia. Non è più la stessa che abbiamo conosciuto a marzo", assicura Bassetti. "Chi come me lavora in ospedale dall'inizio della epidemia italiana - sostiene - ha potuto vedere un cambio repentino della capacità di mordere e di far male da parte di questo virus".

Secondo gli ultimi dati pubblicati dall'Istituto superiore di sanità l’età media dei pazienti deceduti e positivi a SARSCoV-2 è 80 anni. Inoltre mediamente i deceduti portavano con sé in media 3 patologie croniche diagnosticate prima di contrarre l’infezione da SARS-CoV-2 (dato ottenuto da 3952 cartelle cliniche).

Tuttavia è bene ricordare come i sintomi della Covid-19 rappresentino la causa principale del decesso: nel 91,6% delle diagnosi di ricovero erano menzionate polmoniti, insufficienza respiratoria o anche semplicemente febbre, dispnea e tosse. Mediamente dall'insorgenza dei sintomi al decesso trascorrono appena 12 giorni: nel 95,8% dei casi i pazienti vanno incontro all'insufficienza respiratoria seguita da un danno renale acuto (22,7%) o l'insorgenza di problemi cardiaci(10,7%). Sfatata anche la tesi che muoiano solo anziani: al 22 luglio sono 389 i pazienti deceduti SARS-CoV-2 positivi di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 86 di questi avevano meno di 40 anni: 64 presentavano gravi patologie preesistenti (patologie cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità) ma 14 non avevano diagnosticate patologie di rilievo.

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