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Sabato, 20 Aprile 2024
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"Il coronavirus clinicamente non esiste più": le parole di Zangrillo diventano un caso

Le dichiarazioni del primario del San Raffaele fanno litigare gli esperti e dividono anche il governo. Locatelli (Css): "Sono sconcertato". La replica del diretto interessato: "Il mio non è un punto di vista, riporto la realtà dei fatti"

"Dal punto di vista clinico il coronavirus non esiste più". Sono diventate un caso le parole pronunciate ieri a Alberto Zangrillo, direttore di Terapia Intensiva al San Raffaele di Milano, intervenuto a "In mezz'ora in più" su Rai 3.

"Che il virus dal punto di vista clinica non esista più lo dice l'università Vita e Salute del San Raffaele, lo dice uno studio fatto dal virologo direttore dell'Istituto di virologia, professor Clementi, lo dice insieme alla Emory University di Atlanta, il professor Silvestri: i tamponi eseguiti negli ultimi dieci giorni hanno risultati con una carica virale dal punto di vista quantitativo infinitesimale rispetto ai tamponi eseguiti sui pazienti un mese fa", ha spiegato.

"Lo dico consapevole del dramma che hanno vissuto i pazienti che non ce l'hanno fatta - ha aggiunto Zangrillo - non si può continuare a portare l'attenzione in modo ridicolo come sta facendo la Grecia sulla base di un terreno di ridicolaggine, che è quello che abbiamo impostato a livello di comitato scientifico nazionale e non solo, dando la parola non ai clinici e non ai virologi veri. Il virus dal punto di vista clinico non esiste più. Ci metto la firma".

Zangrillo: "Le terapie intensive sono vuote, Sars e Mers scomparse per sempre"

E ancora. Zangrillo ha lanciato pesanti accuse nei confronti di alcuni colleghi (e non solo): "Terrorizzare il paese è qualcosa di cui qualcuno si deve assumere le responsabilità - ha detto ancora - perché i nostri pronto soccorso e i nostri reparti di terapia intensiva sono vuoti e perché la Mers e la Sars, le due precedenti epidemie, sono scomparse per sempre e quindi è auspicabile che capiti anche per la terza epidemia da coronavirus. Dovremo stare attentissimi, prepararci ma non ucciderci da soli". 

Locatelli (Css): "Sconcerto per le parole di Zangrillo"

Insomma, non solo un preciso punto di vista medico. Quello di Zangrillo è stato anche un j'accuse rivolto ai "catastrofisti". Chi ha ragione? Di sicuro le parole del primario hanno fatto storcere il naso a molti. "Non posso che esprimere grande sorpresa e assoluto sconcerto per le dichiarazioni rese dal professor Zangrillo con frasi quali il ‘virus clinicamente non esiste più’ e che ‘terrorizzare il Paese è qualcosa di cui qualcuno si deve prendere la responsabilità. Basta semplicemente guardare al numero di nuovi casi di positività a SARS-CoV-2 che vengono confermati ogni giorno per avere dimostrazione della persistente circolazione in Italia del nuovo coronavirus". Così Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e componente del Comitato tecnico-scientifico, risponde al primario del San Raffaele. 

Ippolito: "Nessuna prova che il virus sia mutato"

Per Giuseppe Ippolito, direttore dell’Istituto azionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma, al momento "non vi è alcuna prova o studio scientifico pubblicato che dimostri che il nuovo coronavirus SarsCov2 sia mutato. E si può parlare solo sulla base di studi scientifici riconosciuti e pubblicati". "Fortunatamente in Italia - ha spiegato Ippolito - abbiamo ora meno casi gravi e ciò dimostra che le misure di contenimento adottate hanno dato i loro frutti". 

Luca Richeldi, direttore di Pneumologia al Policlinico Gemelli di Roma e membro del Comitato tecnico-scientifico, spiega invece che "il virus circola ancora ed è sbagliato dare messaggi fuorvianti che non invitano alla prudenza. E' indubitabilmente vero e rassicurante il fatto che la pressione sugli ospedali si sia drasticamente ridotta nelle ultime settimane. Non va scordato che questo è il risultato delle altrettanto drastiche misure di contenimento della circolazione virale adottate nel nostro Paese". 

Il virus è mutato? Le parole di Zangrillo dividono anche il governo

Ma le parole di Zangrillo dividono anche il governo. La sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa è piuttosto netta. "In attesa di evidenze scientifiche a sostegno della tesi della scomparsa del virus - spiega -, della cui attendibilità saremmo tutti felici, invito invece chi ne fosse certo a non confondere le idee degli italiani, favorendo comportamenti rischiosi dal punto di vista della salute".

Di tutt'altro tenore le dichiarazioni di Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, ospite a Non è l’Arena su La7. "Il professor Zangrillo ha riportato l’esperienza di un clinico che ha detto `in terapia intensiva non vengono più malati gravi´. Se sento Bassetti e altri colleghi dicono la stessa cosa, quindi qualcosa è accaduto. Noi abbiamo lavorato in tre mesi prendendo il numero dei morti e il numero dei posti in terapia intensiva come parametro. Zangrillo ha detto che chi è sul campo non vede più malati gravi in terapia intensiva e un impegno non più così massivo". 

Bassetti. "Noi clinici ci siamo accorti che la gravità dell'infezione è cambiata"

Anche Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, si schiera dalla parte del primario del San Raffaele (pur rimanendo più cauto). "Non credo che Zangrillo abbia voluto dire che è tutto finito. Ha voluto parlare di quello di cui ci siamo accorti noi clinici. La gravità dell'infezione è cambiata, non sappiamo perché: c'è meno carica virale, il virus può essere mutato... Oggi chi arriva al pronto soccorso arriva in condizioni meno gravi. Non fa meno male perché siamo più bravi ad affrontarlo e non c'entra nemmeno il fatto che i malati arrivino prima". 

Pregliasco: "Il virus ora crea casi meno gravi, ma il fenomeno va studiato"

Con Zangrillo "ci siamo confrontati, siamo in contatto. E' un'evidenza la riduzione della capacità del virus di creare casi gravi. L'elemento va studiato, l'università di Brescia dovrà pubblicare i risultati sugli studi su una variante meno aggressiva", ha affermato Fabrizio Pregliasco, direttore Sanitario dell'IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, a Non è l'arena. "Questo non vuol dire 'tana liberi tutti'. Bisogna continuare con prudenza e con vigile serenità. L'inizio della pandemia ci ha fregato, continuiamo a scoprire cose nuove su questo virus e dobbiamo organizzarci per la situazione peggiore, sapendo che ora siamo in grado di gestirla meglio".

La replica di Zangrillo: "Non è un punto di vista, riporto la realtà dei fatti"

A chiudere il cerchio provvede lo stesso Zangrillo raggiunto dall'agenzia AdnKronos. "Sono molto dispiaciuto che Locatelli sia sconcertato. In medicina non esistono punti di vista e chi dice che il mio è un punto di vista, sbaglia prospettiva. Io riporto la realtà dei fatti". 

"Rassicuro la sottosegretaria Zampa", ha aggiunto il primario, "non ho detto che da domani ci possono essere gli assembramenti. Ho detto che sarà opportuno essere cauti per un certo periodo. D'altronde, il vice ministro Sileri, che parla la mia stessa lingua, sa che parlo a ragion veduta". Infine, ha sottolineato Zangrillo, se l'infettivologo Matteo Bassetti, dell'ospedale San Martino di Genova, "la pensa come me una ragione ci sarà...". 

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