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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Coronavirus, a Milano "fino a 300mila positivi. Serve trasmettere la verità, non rassicurare"

Le parole del sindaco Beppe Sala: "Da inizio pandemia il dato progressivo è pari a 7.116 contagi, ma i medici parlano di altri numeri. Ho chiesto chiarezza a Fontana"

Quanti milioni di italiani sono stati davvero contagiati dal coronavirus? Uno studio dell'Imperial College di Londra - dove ci sono alcuni dei migliori studiosi di epidemiologia al mondo - stimava al 28 marzo scorso un numero shock di infezioni di Covid-19 in Italia: sarebbe stato già contagiato il 9,8% della popolazione, 5,9 milioni di casi totali. Avere risposte certe al momento è impossibile, ma si possono fare dei ragionamenti e delle stime (e ve ne parlavamo qui).

Com'è invece la situazione a Milano, capoluogo della regione più colpita dalla pandemia? "Sto chiedendo al presidente Attilio Fontana di avere maggiore chiarezza, perché voglio trasmettere a voi la verità, più che rassicurare". Sono le parole del sindaco di Milano, Beppe Sala, che giovedì mattina - nell'ormai consueto video "buongiorno da palazzo Marino" - ha detto la sua sul numero dei positivi al coronavirus in città. "C'è un elemento di grande incertezza, quello dei contagi - ha spiegato il primo cittadino -. Sono un po' in imbarazzo a dover parlare dei contagi. Sul mio computer ho dei dati e vedo che da inizio pandemia il dato progressivo è pari a 7.116. Poi - ha evidenziato Sala - ho medici e scienziati che mi parlano di altri numeri".

Il sindaco ha chiamato in causa il professor Carlo La Vecchia, "della Statale, di cui mi fido molto". "A Milano i contagiati a suo parere, ma guardate che è un parere condiviso dalla scienza, vanno tra i 150mila e i 300mila. Quindi noi dibattiamo, anche sui social, di un numero che corrisponde a 7.116, ma poi abbiamo i medici che ci dicono fino a 300mila. Capita l'incertezza - ha proseguito Sala - e anche l'imbarazzo. Sto chiedendo al presidente Fontana di avere maggiore chiarezza, di sapere da dove nasce quella misurazione".

Sala ha poi sottolineato gli aspetti positivi, nella sua "analisi sulla situazione clinica. Ci sono buone notizie: ospedali meno in tensione di qualche settimana fa, oggettivamente è aumentata la capacità in termini di terapia intensiva, e un'altra buona notizia è che i nostri santi medici di base hanno abbastanza messo a punto le modalità per cercare di aiutare tutti noi, soprattutto stando a casa. Poi, un passaggio sulla riapertura e sulla fase 2, in vista del 4 maggio. "C'è un dopo e bisogna pensarci adesso", ha detto Sala, "prendendo in prestito le parole di Mario Draghi". Il senso - ha rimarcato - "è che bisogna lavorare, pianificare, non farsi cogliere impreparati".

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