rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
Attualità

Coronavirus, l'incubo più temuto: documentato un caso di reinfezione

I medici di Hong Kong hanno documentato "il primo caso confermato di reinfezione" in un 33enne ritornato da un viaggio in Spagna. È stato contagiato da un ceppo diverso del coronavirus

È una delle domande più temute: ci si può contagiare due volte con il coronavirus Sars-Cov-2? Un team di ricercatori di Hong Kong ha documentato "il primo caso confermato di reinfezione". La notizia è rimbalzata su più media internazionali. Si tratterebbe di un 33enne, quindi giovane e "apparentemente sano", riportano gli scienziati dell'università di Hong Kong, che "ha avuto un secondo caso di infezione, diagnosticato 4 mesi mesi e mezzo dopo il primo episodio" di Covid-19.

Il 33enne era ritornato da un viaggio in Spagna: dopo la prima infezione l’uomo aveva mostrato solo sintomi non gravi, mentre la seconda infezione è stata asintomatica. "I nostri risultati dimostrano che la seconda infezione è stata causata da un nuovo virus" con cui il paziente "si è contagiato di recente", e non da una "prolungata diffusione virale", ha dichiarato Kelvin Kai-Wang To, microbiologo clinico dell'università di Hong Kong.

Finora c’erano state sporadiche segnalazioni di seconde infezioni della stessa persona, spesso però senza solidi riscontri scientifici: la maggior parte delle evidenze scientifiche suggeriva che si sviluppasse immunità dopo una prima infezione. Il caso di Hong Kong però è diverso: i ricercatori hanno sequenziato entrambi i virus che hanno infettato l’uomo e hanno verificato che si tratta di due mutazioni diverse, la seconda delle quali molto diffusa in Europa. Questo escluderebbe quindi la possibilità che la seconda positività abbia avuto a che fare con la permanenza del primo virus nell’organismo dell’uomo anche a distanza di mesi.

Negli ultimi mesi si è discusso molto della possibilità che si diventi immuni dal coronavirus dopo aver superato una prima infezione, e per quanto tempo lo si resti. Lo sviluppo dell’immunità e la sua durata sono due delle questioni più importanti legate allo sviluppo di un vaccino. Il caso segnalato dai medici di Hong Kong va comunque trattato con molta cautela: in parte perché su milioni di persone infettate è plausibile che ci siano dei casi di seconda infezione (e quindi che l’immunità dal virus abbia una durata limitata), in parte perché il caso segnalato non fa parte di un più ampio studio scientifico.

Del resto, ricordano gli esperti, è noto come i coronavirus che causano il comune raffreddore siano in grado di causare nuove infezioni in uno stesso soggetto in meno di un anno. Ma per il Sars-CoV-2 gli scienziati speravano in un comportamento più simile a quello dei 'cugini' virus della Sars e della Mers, i quali sembrano produrre un'immunità più duratura di alcuni anni.

Coronavirus, c'è anche il vaccino italiano: via alla sperimentazione 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Coronavirus, l'incubo più temuto: documentato un caso di reinfezione

Today è in caricamento