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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Il rischio delle riaperture: "Quattro Regioni sono ancora in fase 1"

Il monito della Fondazione Gimbe che contesta come da 4 regioni del Nord Italia non arrivino ancora dati stabili. Cartabellotta: "Lì si concentra l'80% della popolazione che dal 4 maggio tornerà al lavoro". Brusaferro (Iss): "Le zone rosse resteranno"

Lombardia, Piemonte, Liguria, ma anche la provincia di Trento non sono ancora fuori dalla fase 1. È un grido di allarme quello lanciato dalla Fondazione Gimbe in vista della Fase 2: dito puntato sui rischi di una riapertura troppo anticipata anche in conseguenza della mancata differenziazione delle misure tra le Regioni. La situazione epidemiologica è infatti molto diversa nel Paese: se alcune regioni non possono ancora dirsi fuori dall'emergenza, in Basilicata e Molise da giorni non si registrano casi di infezione.

"A 4 giorni dall’avvio della fase 2 – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – il nostro monitoraggio indipendente sulle variazioni settimanali documenta un ulteriore alleggerimento del carico degli ospedali e in particolare delle terapie intensive. Tuttavia, sul fronte di contagi e decessi, nonostante il progressivo rallentamento, il numero dei nuovi casi non ha raggiunto quella prolungata stabilizzazione propedeutica alla ripartenza secondo le raccomandazioni della Commissione Europea".

Secondo il monitoraggio Gimbe nella settimana tra 22 e il 29 aprile in Italia si sono registrati:

  • 16.264 casi totali (+8,7%)
  • 2.597 decessi: (+10,4%)
  • Calano di 4.595 unità i pazienti ricoverati con sintomi (-19,3%)
  • Calano di -589 unità i pazienti in terapia intensiva (-24,7%)

"L'avvio della fase 2 così come disegnato dal Governo non rispecchia il principio della massima prudenza perché non tiene in considerazione le notevoli eterogeneità regionali delle dinamiche del contagio" spiega ancora Cartabellotta che rileva come nella settimana in corso l’80% sia dei nuovi casi, sia dei nuovi decessi si concentra in sole 5 regioni: Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto e Liguria.

coronavirus fondazione gimbe-2

Il modello GIMBE che monitora l’evoluzione dell’epidemia tenendo conto della prevalenza (casi totali per 100.000 abitanti) e dell’incremento percentuale dei casi nell’ultima settimana a soli 4 giorni dalla ripartenza documenta che:

  • Piemonte, Liguria, Prov. Autonoma di Trento e Lombardia (quadrante rosso) non sono ancora fuori dalla fase 1: prevalenza e incrementi percentuali sopra la media nazionale, particolarmente elevati in Liguria (14%) e Piemonte (13,7%).
  • Ad esclusione del Friuli-Venezia Giulia, anche tutte le altre Regioni del nord (quadrante giallo) sono suscettibili di un incremento dei contagi, sia perché l’elevata prevalenza è un indicatore indiretto dei casi sommersi, sia perché si tratta proprio delle aree in cui si trovano la maggior parte delle attività produttive interessate dalla riapertura.
  • Eccezion fatta per le Marche, le Regioni del Centro e soprattutto del Sud hanno prevalenza e incrementi percentuali sotto la media nazionale.

"Con questo quadro epidemiologico – puntualizza Cartabellotta – la riapertura avverrà sul filo del rasoio perché dei 4,5 milioni di persone che torneranno al lavoro la maggior parte si concentra proprio nelle Regioni dove l’epidemia è meno sotto controllo. Invece dal 4 maggio alcune aree continueranno a sottostare a restrizioni eccessive che favoriscono autonome fughe in avanti, come dimostra il caso Calabria, per altre".

Un intervento quello della Gimbe che si conclude con un monito: "L’eventuale risalita della curva dei contagi sarà visibile non prima di 2 settimane".

Coronavirus, i dati del contagio a 4 giorni dalla Fase 2 (Elaborazione Fondazione Gimbe)

Proprio oggi il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, ha ribadito che l'epidemia non è finita: "Il concetto di 'liberi tutti' può essere pericoloso. Siamo solo in una fase in cui il numero dei casi è più contenuto". Nel corso della conferenza stampa per fare il punto su Covid-19 in Italia il presidente dell'Iss la stima dell'indice di contagiosità sarebbe sotto all'1 in tutte le Regioni. Ma le zone rosse restano nelle città individuate come focolaio dell'epidemia: in tutto il Paese restano in zona rossa 74 comuni in 7 regioni.

"L'auspiscio di tutti i noi è recuperare quanto prima una vita normale, e le notizie sui vaccini ci dicono che la scienza sta lavorando molto, ma fino a che non avremo un vaccino non potremo pensare a un recupero della normalità".

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