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Giovedì, 18 Aprile 2024
CORONAVIRUS

Carceri, incendi e rivolte da Nord a Sud

Situazione esplosiva in diversi penitenziari della penisola da Modena a Pavia, da San Vittore al carcere di Foggia dove alcuni detenuti sono evasi

Aggironamento 19:38 - Ecco la la situazione aggiornata delle rivolte nelle carceri così come è stata resa nota dal sindacato della polizia penitenziaria Sappe.

È ancora in corso la protesta nel carcere di Foggia dove mancano all'appello circa 20 detenuti, a Bari e Trani, dove la situazione sembra esser rientrata. Finita la protesta alla casa circondariale di Matera. La dimostrazione dei detenuti, rimasti fuori dalle celle e uno di essi salito sul tetto, è cessata dopo la mediazione svolta dalle forze di polizia intervenute sul posto a sostegno della polizia penitenziaria. 

Danneggiato l'istituto penitenziario di Salerno, dove la rivolta è terminata ieri, mentre proseguono le proteste a Poggioreale, con danneggiamenti, ad Ariano Irpino e a Santa Maria Capua Vetere dove c'è stata una vera e propria rivolta.

Inagibile il carcere di Modena dove la sommossa si è conclusa con 7 detenuti morti. Si continua a protestare a Piacenza, Ferrara, Reggio Emilia e Bologna.

Terminate le rivolte a Frosinone e a Cassino, dove si sono registrati numerosi danneggiamenti, rientrate le proteste nelle carceri romane di Rebibbia e Regina Coeli mentre resistono le rivolte a Rieti e Velletri.

Finita la protesta al Marassi di Genova, rientrata la rivolta a La Spezia. Rientrata la protesta a Torino, quella di Prato e Pisa, ma prosegue quella all'Ucciardone a Palermo.

La situazione resta tesa in Lombardia, dove sono in corso la rivolta a Milano San Vittore e a Pavia, e le proteste a Como e Cremona.

Coronavirus, rivolta nelle carceri

Stoviglie sbattute contro le grate in ferro delle finestre sbarrate, grida, fischi. L'onda lunga del Coronavirus arriva nelle carceri italiane e si trasforma in protesta, quando non in aperta rivolta. I carcerati chiedono più tutele per la salute, ma allo stesso tempo contestano anche le misure restrittive contenute nell'ultimo decreto approvato dal governo: isolamento per i detenuti sintomatici e obbligo di svolgere i colloqui in modalità telefonica o video. Il decreto inoltre limita i permessi e la libertà vigilata.

La protesta nel carcere di Modena

Una violenta sommossa è scoppiata nel carcere di Modena, dove ieri pomeriggio l'istituto penitenziario è stato devastato dal fuoco e dai vandalismi. Sei detenuti hanno perso la vita, ma a quanto pare almeno due di loro per motivi non legati alla sommossa. Secondo fonti dell’amministrazione penitenziaria sui cadaveri non sarebbe stato registrato alcun segno di lesioni. Due decessi, infatti, sarebbero riconducibili a uso di sostanze stupefacenti, mente un terzo detenuto è stato rinvenuto in stato cianotico. 

Questa mattina fonti sindacali della Polizia Penitenziaria riferiscono di altri tre decessi avvenuti a seguito del trasferimento dei detenuti verso altre strutture. 

Alle 11 di questa mattina c'erano ancora piccoli focolai di resistenza, in particolare nell'ala di recente costruzione. Le forze dell'ordine continuano a presidiare il complesso. Una buona parte dell'edificio principale ha subito gravi danneggiamenti sia a seguito dell'incendio che dei vandalismi messi in atto dai rivoltosi. A seguito di ciò tutti quanti i detenuti dovranno essere trasferiti in altre strutture carcerarie del paese. I

Da Frosinone a Napoli, nelle carceri è rivolta 

Altre proteste dello stesso tenore si sono registrate nel fine settimana nelle strutture detentive di Modena, Salerno, Napoli e Frosinone, Vercelli, Alessandria, Palermo, Bari, Foggia , Poggio Reale e Ariano Irpino. A Pavia due agenti sono stati tenuti sotto sequestro.  A Brindisi la protesta è iniziata alle 23 di domenica: dei roghi sono stati appiccati all'interno delle celle, accompagnati dalle urla dei detenuti e di un gruppi di  familiari che si sono radunati nelle vie limitrofe. Sul posto sono intervenute pattuglie di polizia, carabinieri e guardia di finanza. Le rivolte, scrive BrindisiReport, sono scaturite in particolare dalla sospensione dei colloqui disposta dall'amministrazione, per scongiurare il rischio di contagi all'interno dei penitenziari. In alternativa si è pensato al ricorso alle videochiamate. 

Foggia, protesta in carcere e tentativo di evasione: il video

Scene di guerriglia dentro e fuori il carcere di Foggia dove, da questa mattina, i detenuti di due sezioni della struttura di via delle Casermette (circa 250-300 persone dei 630 soggetti ad oggi ristretti) hanno avviato una violenta protesta contro la decisione di sospendere i colloqui per contenere il rischio contagio da Coronavirus.

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Alcuni detenuti sono riusciti a forzare il cancello della black house - l'area che separa il penitenziario dalla strada - e scappare. Una trentina sarebbero stati già bloccati. Secondo quanto appreso da fonti della polizia penitenziaria, una ventina di detenuti sarebbero invece ancora in fuga. I numeri tuttavia sono ancora incerti e approssimativi, solo quando la situazione si normalizzerà completamente potranno essere più precisi. 

"La situazione è incandescente", commenta a FoggiaToday Domenico Mastrulli del Cosp. "Le proteste di stanno diffondendo nelle varie strutture pugliesi e italiane (ieri proteste a Bari, Brindisi, Trani e Foggia). La polizia penitenziaria è storicamente sotto organico. La nostra proposta è quella di richiamare in servizio 7mila unità 'pescando' dal personale pensionato esperto in materia anti-sommossa".

Rivolta al carcere di San Vittore a Milano

Rivolta di detenuti nel penitenziario di San Vittore a Milano. Verso le 8 del mattino nel terzo raggio alcuni carcerati avrebbero danneggiato gli ambulatori mentre altri, raggiunto il tetto, avrebbero iniziato a bruciare oggetti. Sul posto gli agenti antisommossa. Una protesta dettata dalla sospensione dei colloqui con i familiari legati all'emergenza di Covid 19.

Tensioni e proteste anche nelle carceri di Roma

E' arrivata anche nelle carceri romane di Rebibbia e Regina Coeli la rivolta carceraria scoppiata in seguito alla stretta nei colloqui decisa dalle nuove norme sul Coronavirus. Numerosi mezzi della Polizia penitenziaria hanno ulteriormente aumentato la loro presenza soprattutto nel penitenziario della via Tiburtina dove i detenuti hanno iniziato a battere i ferri al Reparto G11 Nuovo Complesso.

Le maggiori criticità, come detto, nel Nuovo Complesso Penitenziario di Rebibbia dove, dalle 13: 55 del 9 marzo, diverse squadre dei Vigili del Fuoco sono intervenute a seguito dell'accensione di alcuni focolai nei diversi bracci del penitenziario. Presenti sul posto le squadre di Nomentano, La Rustica, il Funzionario di Guardia ed il Capo Turno provinciale con l’ausilio di una autoscala, un’autobotte, il carro teli ed il carro autoprotettori. 

Sia a Rebibbia che a Regina Coeli schierati i reparti blindati della polizia di Stato. 
 

La situazione a Poggioreale

Situazione delicata anche a Poggioreale dove ieri i familiari dei detenuti hanno inscenato una forte protesta ieri chiedendo di liberare i propri congiunti e farli tornare nelle proprie abitazioni per evitare il contagio da Coronavirus. Nello stesso momento più di mille carcerati hanno iniziato a devastare il carcere. Un agente è rimasto ferito. Quattro reparti sono stati distrutti. I danni, secondo NapoliToday, ammonterebbero a 1 milione di euro. 

Rivolta carcere Poggioreale ANSA-2

Il sindacato Osapp spiegando che sono stati numerosi i tentativi di mediazione falliti. "I detenuti dell'ala destra del carcere, completamente devastata - spiega il segretario regionale Luigi Castaldo - hanno usato la violenza e l'inciviltà per tentare di sopraffare lo Stato. Per fortuna i ristretti dell'ala sinistra hanno invece mostrato pacificamente il loro dissenso nei confronti della sospensione dei colloqui".

Per Castaldo "la politica del Governo è stata disattenta, inefficace e superficiale di fronte alle tante criticità che vive la Polizia Penitenziaria". "I colleghi - fa sapere - sono accorsi per sedare la rivolta pur stando fuori servizio e quelli che erano in servizio si sono trattenuti con spirito di abnegazione".

Palermo, protesta dei detenuti al carcere dei Pagliarelli

Anche nel carcere Pagliarelli di Palermo le misure sui colloqui previste dal dpcm anti-coronavirus (vanno usate modalità telefoniche o video) sono state la scintilla che ha fatto scatenare le proteste. I carcerati chiedono "indulto o amnistia" per tutelare la loro salute. La direttrice Francesca Vazzana ha tentato di aprire un dialogo con i detenuti per riportare la calma. Caos in viale Regione davanti alla struttura dove i parenti dei detenuti hanno bloccato la strada con cassonetti e pali. 

Il carcere di Frosinone messo a ferro e fuoco

Anche il carcere di Frosinone nelle scorse ore è stato messo a ferro e fuoco da un centinaio di detenuti in rivolta per ragioni “in parte riferibili all’Emergenza Coronavirus - si è fatto portavoce Stefano Anastasia, Garante regionale dei diritti delle persone private della libertà personale - La preoccupazione per la diffusione del virus in carcere, ma anche la protesta contro le norme di limitazione dei colloqui coi familiari. Però - ha fatto presente - a queste motivazioni se ne aggiungevano altre, relative all’Istituto di Frosinone, in particolare alla fatiscenza dello stesso, alla scarsa assistenza sanitaria e, in generale, al problema del sovraffollamento”.

Celle rese inagibili e detenuti trasferiti

La protesta nel Carcere di Via Cerreto non si è limitata allo sbattimento di oggetti metallici contro le inferriate delle celle.
Sono state occupate, devastate e rese inagibili, infatti, due sezioni del penitenziario frusinate, mandando a fuoco i materassi e in frantumi gran parte delle suppellettili. Intorno alle 23, una volta sedata l’insurrezione, è iniziato il trasferimento dei detenuti a bordo di tre navette.

"Non ci sono state evasioni - ha rassicurato lo stesso garante dei detenuti - né aggressioni e lesioni personali nei confronti di chicchessia". Anastasia ha escluso che ci siano stati contagi all’interno del carcere, dove in serata è stato richiesto l'intervento dei Vigili del Fuoco a supporto delle Forze di Polizia.  
 

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