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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Coronavirus, 736 focolai ma nessuna emergenza: aumentano casi ma non i ricoveri

L'indice Rt regione per regione indica come l'epidemia di Covid-19 in Italia non sia conclusa e la situazione resti estremamente fluida: solo nel periodo 20-26 luglio sono stati registrati ben 736 focolai di cui 123 nuovi. L'Iss: "Origine spesso ignota"

Il quadro generale della trasmissione e dell'impatto dell'infezione da Sars-CoV-2 in Italia, sebbene non in una situazione critica, mostra dei segnali che richiedono una particolare attenzione. È quanto emerge dal monitoraggio Covid realizzato da ministero della Salute e Istituto superiore di sanità e relativo al periodo 20 -26 luglio che non tiene conto dell'ultimo balzo registrato negli ultimi due giorni.

L'incidenza cumulativa negli ultimi 14 giorni è stata di 5,1 casi ogni 100mila, in aumento rispetto al periodo precedente. A livello nazionale, si osserva un aumento nel numero di nuovi casi diagnosticati e notificati al sistema integrato di sorveglianza coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità rispetto alla settimana di monitoraggio precedente.

Coronavirus, l'indice Rt regione per regione

Quanto al valore "indice" più atteso, quello che indica il contagio nel paese, il report del ministero indica come il valore rt sia sostanzialmente stazionario. L'indice Rt nazionale è pari a 0,98 mentre negli ultimi 14 giorni sono otto le regioni che hanno mostrato stime dell'indice Rt superiore a 1 per la presenza di recenti focolai.

  • Veneto: 1,66
  • Sicilia: 1,55
  • Campania: 1,42
  • Trento: 1,34
  • Liguria 1,25
  • Bolzano: 1,07
  • Emilia-Romagna: 1,08
  • Lazio: 1,04
  • Lombardia: 0,96
  • Marche: 0,87
  • Piemonte: 0,87
  • Abruzzo: 0,77
  • Toscana: 0,7
  • Puglia: 0,37
  • Friuli-Venezia Giulia: 0,41
  • Umbria: 0,28
  • Sardegna: 0,08
  • Basilicata: 0,04
  • Molise: 0
  • Calabria: 0
  • Valle d’Aosta: 0

Quanto all'età dei contagi, si vede come l'età mediana dei casi diagnosticati nell'ultima settimana sia ormai intorno ai 40 anni. Questo è in parte dovuto alle caratteristiche dei focolai che vedono un sempre minor coinvolgimento di persone anziane, un aumento tra i casi importati e in parte all'identificazione di casi asintomatici tramite screening in fasce di età più basse.

"Questo comporta un rischio più basso nel breve periodo di un possibile sovraccarico dei servizi sanitari".

Quanto ai focolai il report indica come in quasi tutte le Regioni e province autonome sono stati diagnosticati nuovi casi di infezione nella settimana di monitoraggio corrente: sono ben 736 i focolai attivi di cui 123 nuovi nel periodo 20-26 luglio.

Oltre ai focolai attribuibili a casi "importati" dall'estero, vengono segnalate sul territorio nazionale alcune piccole catene di trasmissione di cui rimane ignota l'origine. Secondo gli esperti questo evidenzia come ancora l'epidemia in Italia di Covid-19 non sia conclusa e la situazione epidemiologica resta estremamente fluida.

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È Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, a tracciare il quadro della situazione. "Il numero di casi di Covid-19 nel nostro Paese è in lieve aumento anche se resta comunque contenuto, con" un indice di contagiosità "R0 di poco al di sotto dell'unità. In molte regioni abbiamo diversi focolai soprattutto a partenza da casi importati. Ciò è abbastanza atteso dal momento che l'epidemia sta galoppando in diversi Paesi del mondo e siamo circondati da Paesi in cui il numero di casi in questo momento sta aumentando".

"Per fortuna - spiega commentando i dati del report settimanale sul monitoraggio Iss-ministero della Salute - al momento il nostro sistema sembra reggere bene, e i focolai vengono immediatamente identificati e contenuti". Tutto ciò, avverte l'esperto, "comporta comunque la necessità di continuare a tenere dei comportamenti prudenti in modo tale da mantenere il distanziamento fisico, utilizzare le mascherine in luoghi pubblici soprattuto al chiuso, e lavarsi frequentemente le mani".

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