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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Quattro scenari per la seconda ondata in Italia: che cosa dobbiamo aspettarci

Un nuovo documento del Comitato scientifico indica i possibili stadi di diffusione e gli interventi necessari: ecco quando scatta l'emergenza vera e che cosa sarà necessario fare

C'è confusione sotto il cielo, e non potrebbe che essere così. Ci stiamo avviando verso il primo inverno pandemico in Italia, e gli scienziati hanno approntato 4 diversi piani a seconda dello scenario che si andrà a delineare. Un documento del Comitato scientifico indica, in vista della seconda ondata, i possibili stadi di diffusione e gli interventi necessari. L'emergenza vera scatta con Rt sopra all’1,5 per almeno tre settimane in Italia.

Primo scenario: la situazione è sotto controllo, simile a quella di luglio e agosto. Secondo scenario: c’è una trasmissione del virus sostenuta ma il sistema sanitario è in grado di gestirla. Terzo scenario: la diffusione del coronavirus mette a rischio la tenuta del sistema sanitario nel medio periodo. Infine, quarto scenario: la trasmissione del virus nel Paese non è controllata “con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo”.

Quattro scenari per la seconda ondata italiana

Per ciascun livello, sono previsti specifici interventi, dalla creazione di zone rosse alla chiusura di scuole e università. Come scrive Michele Bocci su Repubblica, il dociumento di cento pagine a breve sarà presentato alle Regioni. La seconda ondata probabilmente è già in corso, ma la situazione è totalmente diversa rispetto a marzo: basta guardare il numero di persone ricoverate nelle terapoie intensive di tutta Italia per rendersene conto. Perché il virus lo intercettiamo prima. Non c'è nulla di trascendentale in questo documento preparatorio degli scienziati, ma tanto buonsenso.

Il documento sulla “preparedness” è simile a quello sul quale ci sono state polemiche nei mesi scorsi perché venne secretato. Adesso di numeri non se ne mettono, vengono invece utilizzati quattro scenari per descrivere l’andamento dell’epidemia. Si ragiona sia a livello nazionale che locale, nel senso che la situazione può essere di un tipo in tutta Italia e migliore, simile o peggiore in una regione o in parte di questa. Per questo a fronte della situazione nazionale, nelle singole regioni possono esserci quattro livelli di rischio: basso, medio, alto da meno di 3 settimane, e alto più di 3 settimane.

Il primo scenario prevede tracciamento, precauzioni base. Poi se le cose peggiorano, si cambia passo, è inevitabile.

Il secondo scenario scatta se si ha una circolazione nazionale sostenuta, con tanti focolai in aumento, ma nella quale non ci sono timori a bre- ve e medio termine perché il sistema sanitario è in grado di gestire la situazione. Se in qualche regione però il ri- schio è moderato o alto, si possono comunque già prendere misure importanti, sia nelle scuole che fuori, con contenute zone rosse. Il terzo scenario c’è quando l’Rt sale stabil- mente, i casi aumentano, i focolai hanno una crescita sostenuta e ci sono rischi di tenuta del sistema nel medio periodo.

Ora come ora quasi tutte le regioni sono al secondo livello, al secondo scenario. Nelle zone dove si entra nel terzo livello e c’è un rischio moderato o alto potrebbero essere decise anche chiusure di attività sociali e culturali. Poi c’è il quarto scenario, che scatta quando l’Rt schizza sopra all’1,5, per venti giorni: con zone rosse e altre misure più stringenti. Palazzo Chigi non intende, con il nuovo Dpcm - che dovrebbe durare 30 giorni -, chiudere ristoranti, bar e locali né anticiparne l'orario di chiusura. Saranno invece obbligatorie all'aperto le mascherine, con ogni probabilità.

Calano ancora i nuovi contagi da coronavirus in Italia, ma a fronte di un numero molto basso di tamponi, come di consueto per la domenica. Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 2.257 positivi (ieri erano stati 2.578), frutto di appena 60.241 test, già in calo ieri sopra quota 92 mila. Le vittime sono 16, contro le 18 del giorno precedente. Il totale dei contagiati dall'inizio dell'emergenza sale a 327.586, i morti sono ora 36.002 Il maggior numero di nuovi casi di nuovo di gran lunga in Campania con 431 positivi individuati. Nessuna regione fa registrare zero nuovi casi. Serve tanta attenzione.

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