Coronavirus, la seconda ondata di contagi "sarà una prosecuzione della prima"
Andreoni, direttore di Malattie infettive a Tor Vergata: "Non avrà le dimensioni della prima e comunque sarà diversa da come ci aspettiamo. Si tratterà probabilmente di un continuum, la prosecuzione di quella che abbiamo attraversato. Il virus continua a circolare"
Sulla eventuale seconda ondata dell'epidemia di coronavirus in Italia nei prossimi mesi gli esperti la pensano in maniera diversa l'uno dall'altro. Per Massimo Andreoni, direttore di Malattie infettive a Tor Vergata a Rom, la seconda ondata del coronavirus "è probabile. Non avrà certamente le dimensioni della prima e comunque sarà diversa da come ci aspettiamo. Si tratterà probabilmente di un continuum, la prosecuzione di quella che abbiamo attraversato. Il virus non ha smesso di circolare e continuerà a farlo" dice in un'intervista a 'la Repubblica'.
Il virus "mette ancora paura, lo dimostra il focolaio del San Raffaele di Roma. Noi in questo momento in ospedale stiamo intubando il quarto paziente arrivato da quella struttura". "Abbiamo imparato a controllare bene il virus e capito che per interrompere la sua trasmissione bisogna isolare i casi e usare mascherina e distanziamento", spiega Andreoni. "Ora quando c'è un nuovo focolaio si attuano subito le misure che bloccano l`ulteriore diffusione dell'epidemia. Nella prima fase invece spesso ci si muoveva in ritardo. E in più il virus stava già circolando quando sono stati scoperti i primi casi in Lombardia", aggiunge.
Nonostante le opinioni diverse tra gli infettivologi, è acclarato come le misure di contenimento messe in atto in questi mesi, nella prima fase del contagio in Italia, si siano dimostrate efficaci nel contenere la diffusione del virus. E il rischio di una ripresa dell’epidemia, se non si mantengono le misure di protezione individuale, quali l’uso delle mascherine ed il distanziamento fisico, non può essere escluso in alcun modo.
I casi di coronavirus nel mondo hanno superato gli otto milioni, mentre le vittime sono quasi 437mila vittime. E' quanto emerge dall'ultimo calcolo fatto dalla Johns Hopkins University, secondo cui i contagi sono 8.034.461: il Paese con più casi al mondo sono gli Stati Uniti, con 2.114.026 contagi, seguiti dal Brasile (888.271) e dalla Russia (536.484). Quanto alle vittime, in tutto il mondo sono 436.899: anche in questo caso gli Stati Uniti guidano la classifica con 116.127 decessi, seguiti dal Brasile (43.959) e dal Regno Unito (41.821).