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Sabato, 20 Aprile 2024
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Coronavirus: i sintomi che potrebbero indicare il rischio di sviluppare la malattia in forme gravi

I risultati di un'interessante ricerca pubblicata su medRxiv (ma non ancora sottoposta a revisione paritaria). I dati raccolti con l’app Covid Symptom Tracker sono stati elaboratori da un algoritmo

Una ricerca pubblicata su medRxiv potrebbe aiutare i medici a capire se i pazienti Covid-positivi svilupperanno o meno la malattia in forme gravi. Lo studio, condotto da ricercatori del King’s College London in collaborazione con studiosi di altre università, non è stato ancora sottoposto a revisione paritaria e va dunque preso con le dovute cautele. Gli autori tuttavia sostengono che la ricerca potrebbe aiutare a gestire meglio le fasi critiche dell’epidemia, fornendo un aiuto ai sanitari e agli stessi pazienti.

In sostanza, spiega il Guardian, i ricercatori hanno elaborato tramite un algoritmo i dati raccolti con l’app Covid Symptom Tracker, sviluppata dallo stesso team di ricerca e lanciata nel marzo scorso. I sintomi riferiti dai pazienti (1.653) sono stati raggruppati in sei "cluster" a seconda dell'evoluzione della malattia.

  • Cluster 1: sintomi del tratto respiratorio superiore, come tosse persistente e dolori muscolari. Solo l'1,5% dei pazienti di questo gruppo ha richiesto supporto respiratorio; il 16% ha richiesto cure ospedaliere. Si tratta del gruppo con sintomi più comuni (462 pazienti su 1.653)
  • Cluster 2: sintomi del tratto respiratorio superiore, con febbre e inappetenza. Il 4,4% ha richiesto supporto respiratorio.
  • Cluster 3: sintomi gastrointestinali come la diarrea, ma pochi altri sintomi. Solo il 3,7% dei pazienti di questo gruppo ha avuto bisogno  del supporto respiratorio, ma quasi il 24% ha richiesto cure in ospedale.
  • Cluster 4: primi segni di grave affaticamento, tosse e dolore al torace. L'8,6% dei pazienti ha avuto bisogno dell’ossigeno, il 23,6% di cure ospedaliere.
  • Cluster 5: disorientamento, dolori al torace e grave affaticamento. Il 9,9% dei pazienti ha avuto bisogno di un supporto respiratorio, il 24,6% cure in ospedale.
  • Cluster 6: sintomi da distress respiratorio con affanno e dolore toracico, nonché disorientamento, affaticamento e sintomi gastrointestinali. Quasi il 20% dei pazienti ha avuto bisogno dell’ossigeno e il 45,5% è stato curato in ospedale. Si tratta però anche dei sintomi meno comuni, osservati in 167 partecipanti allo studio.

I casi più lievi riguardano i primi due cluster, altri sintomi - come il mal di testa - sono risultati comuni ai pazienti di tutti i gruppi.

Secondo Tim Spector del King's College di Londra e coautore della ricerca, grazie a studi di questo tipo aumenterà la "capacità di prevedere chi ha bisogno di cure ospedaliere" permettendo così ai sanitari di intervenire in anticipo.

Alastair Denniston, docente dell'Università di Birmingham nonché esperto in materia di intelligenza artificiale in ambito sanitario, mette però le mani avanti. A suo dire la ricerca non riesce a prevedere con precisione quando i pazienti svilupperanno forme gravi di malattia, anche perché si basa su dati troppo limitati. Tuttavia, ha precisato, si tratta di "uno strumento in più che potrebbe essere utile a garantire alle persone a rischio più elevato un monitoraggio extra".

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