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Martedì, 23 Aprile 2024
Mortalità più bassa della prima ondata

La seconda ondata rallenta ma solo in alcune regioni

Solo Veneto, Lazio, Sardegna, Molise e la Provincia di Trento restano in area gialla mentre quasi tutta l'Italia da domenica sperimenterà di nuovo il lockdown. Perché la pandemia seppur meno cruenta è ancora insidiosa

Questa settimana l'indice Rt è diminuito da 1,7 a 1,4, un primo segnale di una diminuzione della trasmissione che potrebbe essere attribuita ai provvedimenti che sono stati sinora presi. Lo chiarisce il direttore del Dipartimento della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza che spiega come tuttavia la circolazione del virus Sars-Cov-2 sia ancora evidente in tutto il paese e finché l'indice sarà al di sopra di 1 la seconda ondata della pandemia continuerà ad aumentare.

"Il numero di casi di Covid-19 nel nostro Paese è salito a 650 per 100 mila abitanti" spiega Rezza commentando i dati dell'ultimo monitoraggio sulla situazione di Covid-19 in Italia. A preoccupare i responsabili della sanità pubblica è l'aumento sia dei ricoveri ospedalieri, sia di quelli in terapia intensiva. Secondo gli ultimi dati del bollettino del ministro della Salute oggi su 633.926 contagiati dal nuovo coronavirus, sono 30.194 le persone ricoverate con sintoni negli ospedali italiani, 3230 i pazienti in condizioni critiche che si trovano invece nelle terapie intensive. Oltre 629mila persone sono invece costrette a casa in isolamento domiciliare. 

Proprio lo stress cui sono sottoposti gli ospedali "giustifica - spiega Rezza - ulteriori misure restrittive che devono essere prese soprattutto nelle Regioni che sono a rischio più elevato e induce la popolazione a comportamenti prudenti".

12 Regioni sopra soglia critica

Nel report dell'Istituto superiore di sanità (Iss)-ministero Salute con aggiornamenti all'11 novembre si legge che sarebbero 12 le Regioni che hanno superato almeno una soglia critica in area medica o terapia intensiva. Nel caso si mantenga l'attuale trasmissibilità, "quasi tutte le Regioni e province autonome hanno una probabilità maggiore del 50% di superare almeno una di queste soglie entro il prossimo mese".

A confermare la pressione spesso insostenibile per gli ospedali è l'ultimo Report Covid-19 dell'Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems) dell'Università Cattolica:

Nel complesso, in Italia, ci sono stati 232 nuovi isolati a domicilio ogni 100.000 abitanti, 11 nuovi ricoveri ordinari ogni 100.000 abitanti e 1,13 nuovi ricoveri in terapia intensiva ogni 100.000 abitanti.

Secondo i dati sono 12 le Regioni e Province autonome che hanno esaurito la capacità di posti letto di terapia intensiva aggiuntivi che erano stati dedicati ai pazienti covid per la prevista seconda ondata e stanno, seppur con percentuali diverse, attingendo alla capacità strutturale, ovvero quei posti letto che dovrebbero essere dedicati ai pazienti no-Covid-19.

Bollino rosso per Lombardia, Umbria, Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Provincia autonoma di Bolzano, Molise, Sardegna, della provincia autonoma di Trento e Puglia. Prossimo alla saturazione della capacità extra anche l'Abruzzo, mentre la situazione è più tranquilla in Sicilia, Lazio e Veneto.

In particolare:

  • bollino nero per la Calabria per cui non è stata calcolata la saturazione dei posti aggiuntivi "poiché non ne risultano di attivati";
  • la Lombardia sta utilizzando il 34,61% della propria dotazione strutturale di posti letto di terapia intensiva, l'Umbria il 30%, il Piemonte il 27,52%, la Liguria il 25,33%, l'Emilia-Romagna il 24,28%, la Toscana il 21,80%, le Marche il 21,74%, la Provincia di Bolzano il 13,51%, il Molise il 13,33%, la Sardegna l'11,94%, la Provincia di Trento il 7,89% e la Puglia il 4,61%;
  • prossime alla totale saturazione della capacità aggiuntiva l'Abruzzo (98,08%), la Valle d'Aosta (85%) e il Friuli-Venezia Giulia (83,64%);
  • Viaggiano, invece, su una occupazione di circa 2/3 della capacità aggiuntiva la Campania (70,98%), la Sicilia (65,37%) e il Lazio (64,07%);
  • Semaforo verde per il Veneto che appare ancora lontano dalla saturazione della capacità aggiuntiva: all'11 novembre aveva saturato appena il 41,11% della capacità aggiuntiva.

Coronavirus, mortalità aumentata 10 volte in un mese

Un altro dato che fa riflettere sulla criticità della situazione è quello della mortalità: secondo il report la mortalità connessa alla Covid-19 è aumentata di 10 volte in un mese, ma è più bassa rispetto alla prima ondata di coronavirus Sars-CoV-2.

Si è passati da 0,93 per 100.000 abitanti nel periodo 12 settembre-11 ottobre a 10,17 per 100.000 abitanti nel periodo 12 ottobre-10 novembre. Rispetto alla prima ondata che ha travolto l'italia a marzo-aprile, però i numeri risultano più contenuti: il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia è quello che si è registrato "nei 30 giorni tra il 19 marzo ed il 17 aprile 2020", in cui "la mortalità, a livello nazionale, è stata pari a 32 per 100.000 abitanti".

Seconda ondata, c'è una buona notizia

Una buona notizia però c'è: si registrano meno ricoveri anche per una minor severità del quadro clinico dei pazienti. Tuttavia l'andamento dei dati dei pazienti ricoverati sul totale dei positivi evidenzia differenze tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud.

  • Il valore medio registrato nell'ultima settimana nelle Regioni del Nord è pari a 5,72% (in diminuzione rispetto alla scorsa settimana che era pari a 5,82%).
  • In tutte le Regioni del Centro si registra un andamento in diminuzione, eccezion fatta per il Molise. La percentuale di ricoverati su positivi nell'ultima settimana risulta pari al 5,29% (in calo rispetto alla scorsa settimana che era pari a 5,76%).
  • Si registra un trend in diminuzione in tutte le Regioni del Sud. Il valore medio registrato nell'ultima settimana dall'indicatore è pari a 4,39% (in calo rispetto alla scorsa settimana che era pari a 4,80%). 

Come curarsi dalla Covid-19 in casa

Nella settimana appena trascorsa tutte le Regioni hanno fatto prevalentemente ricorso all'isolamento domiciliare dei nuovi casi Covid (il 95% dei nuovi casi). Nel contesto in cui ben oltre mezzo milione di italiani si stanno curando dal coronavirus in casa, la Commissione nazionale coordinata dal direttore della clinica di Malattie Infettive del San Martino, Matteo Bassetti, ha elaborato alcuen indicazioni  per le cure a domicilio ai malati Covid. 

Nella bozza del protocollo si legge che le prescrizioni sono farmaci per lo più comuni: si tratta di paracetamolo e acido acetilsalicitico (l'aspirina), e solo nei casi pià complessi eparina o cortisone.

  • per i casi asintomatici il protocollo non prevede alcuna terapia.
  • per sintomi lievi (febbre non superiore a 38 C e/o lieve sintomatologia respiratoria e/o mialgie) si prescrive una terapia a base di paracetamolo, ibuprofene o acido acetilsalicilico;
  • per chi presenta sintomi moderati (febbre persistente superiore a 38.5 C per 96 ore con tosse e con dispnea da sforzo, ma saturazione dell'ossigeno a riposo in aria ambiente pari o superiore a 93% oppure a 90% in pazienti con patologie polmonari croniche) si aggiunge l'eparina in caso di età superiore a 60 anni o ridotta mobilità o presenza di altri fattori di rischio.
  • l'antibiotico sarà invece prescritto solo in caso di sospetta sovrainfezione batterica
  • il cortisone è indicato solamente dopo 5-7 giorni dall'esordio dei sintomi e solo in caso di compromissione respiratoria.

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