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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Coronavirus, Italia all'inferno e ritorno: ''Ribaltata situazione spaventosa''

Tra marzo e aprile il nostro Paese è stato l'epicentro della pandemia, riuscendo soltanto dopo, con fatica, impegno ed umiltà a superare la fase più acuta dell'emergenza. Un sacrificio che non va dimenticato e che, soprattutto, non deve essere vanificato. L'Oms: ''L'Italia ha affrontato una situazione scoraggiante, ma l'ha capovolta''

Nelle ultime settimane la curva epidemiologica in Italia ha iniziato una costante discesa, con i numeri che si sono fatti più confortanti e meno drammatici. Eppure, se con la mente torniamo indietro di qualche mese, la memoria porta alla luce settimane drammatiche, quelle immediatamente successive al blocco totale del 9 marzo. Dopo la comparsa in Cina del nuovo coronavirus, il nostro Paese è diventato in breve tempo il più colpito al mondo, rimanendo con questo triste primato per diverso tempo: si viaggiava a ritmi tremendi, con migliaia di nuovi casi ogni giorno e diverse centinaia di vittime quotidiane. Tra marzo e aprile, i bollettini della Protezione civile erano dei veri e propri bollettini di guerra, mentre i cittadini, confinati nelle loro case dalle misure di contenimento, vivevano all'unisono lo stesso film dell'orrore, un incubo reale, mitigato soltanto in parte dai canti dai balcone  e dalle manifestazioni di solidarietà, mentre negli ospedali si combatteva una battaglia contro questo nemico sconosciuto.

Coronavirus, così l'Italia ha ribaltato una situazione spaventosa

Adesso i numeri diramati quotidianamente dal ministero della Salute (e non più dalla Protezione civile) fanno sperare che l'epidemia sia in ritirata, ma non vanno dimenticati quei momenti terribili, almeno fino a quando il nuovo coronavirus non verrà definitivamente debellato. Eppure siamo passati da centinaia di morti giornalieri a poche decine, grazie soprattutto alle misure adottate dal Governo e rispettate dai cittadini, oltre che al lavoro incessante dei camici bianchi. Una situazione ribaltata, come confermato anche da Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms): ''A marzo, l'Italia e la Spagna erano l'epicentro della pandemia di Covid-19. Al culmine della loro epidemia, la Spagna registrava quasi 10.000 casi al giorno e l'Italia più di 6.500. Entrambi i paesi hanno riportato la situazione sotto controllo con una combinazione di leadership, umiltà, partecipazione attiva di ogni membro della società e un approccio globale. Entrambi i paesi hanno affrontato una situazione scoraggiante, ma l'hanno capovolta".

Coronavirus, le lezioni della pandemia

Come ogni cosa brutta che accade nella vita, anche l'epidemia di coronavirus ci ha insegnato qualcosa. Ci ha fatto capire l'importanza dei piccoli gesti, da un semplice abbraccio alla libertà di una passeggiata mano nella mano: frammenti di vita che un tempo davamo per scontati e che adesso sembrano un ricordo lontano, tratti di una vita sociale che ancora non è tornata alla normalità, ma che speriamo tutti possa farlo presto. Come ribadito anche dal direttore generale dell'Oms, la pandemia ci ha insegnato anche un'altra cosa, che anche la situazione più terribile può essere rovesciata: "Una delle lezioni di questa pandemia è che, indipendentemente dalla situazione in cui si trova un paese, può essere cambiata. Non è mai troppo tardi. Tuttavia, siamo preoccupati per il fatto che alcuni paesi non abbiano utilizzato tutti gli strumenti a loro disposizione, adottando invece un approccio frammentato. Questi paesi hanno davanti a loro una strada lunga e difficile. Gli Stati che dispongono di sistemi per applicare un approccio globale dovrebbero essere in grado di contenere le riacutizzazioni a livello locale ed evitare di reintrodurre restrizioni diffuse".

Il coronavirus nel mondo: la battaglia non è finita

Ma se l'Italia è riuscita, con molta fatica e pagando un caro prezzo, a superare la fase più acuta dell'epidemia, questo non vuol dire che sia tutto finito. In altre zone del globo, come in Brasile o negli Stati Uniti, la situazione è ancora drammatica, come ricordato dall'Oms: "Più di 10,3 milioni di casi di Covid-19 e oltre 506.000 morti" nel mondo "sono stati segnalati all'Oms. Il 60% di tutti i casi finora è stato registrato solo nell'ultimo mese. Nell'ultima settimana, il numero di nuovi casi ha superato i 160.000 in ogni singolo giorno''.

''Non ci stancheremo mai di dire - ha concluso Ghebreyesus - che il modo migliore per uscire da questa pandemia è adottare un approccio globale: la ricerca dei casi da sola non funziona, il distanziamento fisico da solo non funziona, le mascherine da sole non funzionano, il contact tracing da solo non funziona, bisogna usare tutti questi strumenti insieme". Il momento peggiore probabilmente è stato superato, ma questo non vuol dire che si possa abbassare la guardia: come testimonia l'esplosione dei recenti focolai (in Italia e all'estero), basta una piccola distrazione per ripiombare nell'incubo. Un ritorno all'inferno che non ci possiamo permettere.

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