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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Coronavirus, più test agli asintomatici: "È essenziale per rallentare il contagio"

Il test a tutti gli abitanti del paese focolaio in Veneto ha dimostrato che tra il 50 e il 75% di chi si infetta è asintomatico. Così il virus si diffonde. L'immunologo: "Essenziale estendere i tamponi". A partire da personale ospedaliero, forze di polizia e lavoratori più esposti

È ormai assodato che il coronavirus abbia la capacità di trasmettersi efficacemente anche in assenza di sintomi. La contagiosità degli asintomatici ha quindi un ruolo importante nella diffusione del virus. In un primo momento, quando il coronavirus era "solo" un problema di Wuhan, anche nella comunità scientifica non vi era condivisione di vedute su questo punto.

In seguito sono arrivati i primi casi riportati da alcuni studi internazionali e infine i focolai italiani. I primi focolai al nord hanno rimesso completamente in discussione anche quella che si pensava fosse un’altra certezza, ovvero che la trasmissione del virus da un asintomatico, oltre che evento raro, sia molto meno pericolosa, perché chi non ha sintomi avrebbe anche una carica virale bassa. Non è così. Chiunque sia asintomatico può essere contagioso.

La possibilità di effettuare il tampone, secondo gli attuali protocolli, è condizionata dalla presentazione di sintomi dopo il contatto con un paziente già risultato positivo.

Coronavirus, perché sarebbe importante estendere test agli asintomatici

"È assolutamente essenziale estendere i tamponi alla maggior parte della popolazione, in particolare alle categorie a rischio (cioè esposti a contatti multipli), e quindi isolare i soggetti positivi al virus ed i loro contatti, anche se asintomatici, quanto più precocemente possibile. In particolare, è assolutamente necessario fare i tamponi a tutti coloro che hanno una elevata probabilità di trasmettere il virus, specialmente se vivono in comunità chiuse e con contatti molteplici e ravvicinati. Infine, è importantissimo che tutti i soggetti a rischio indossino le mascherine, non tanto per proteggere se stessi dall'infezione, ma piuttosto per proteggere gli altri da se stessi, anche quando non presentano sintomi". E' quanto raccomanda l'immunologo Sergio Romagnani ai vertici della Regione Toscana, alla luce di quanto sperimentato a Vò in Veneto.

"La grande maggioranza di chi si infetta è completamente asintomatica"

Romagnani fa riferimento ai risultati dello studio epidemiologico effettuato nel paese veneto di Vò su suggerimento e sotto la direzione del dottor Andrea Crisanti, direttore della Cattedra dell'Unità Diagnostica di Microbiologia e Virologia dell'Università di Padova. "In questo studio -spiega l'immunologo- è stato eseguito il tampone per la ricerca del Covid-19 a tutti gli abitanti del paese di Vò ed è stato dimostrato che la grande maggioranza delle persone che si infetta, tra il 50 e il 75%, è completamente asintomatica, ma rappresenta comunque una formidabile fonte di contagio".

"Si potrebbe obiettare - continua Romagnani- che i costi di un numero elevato di tamponi (nonché le difficoltà di ordine tecnico che ne derivano) siano state le motivazioni addotte per sconsigliare finora questa strategia a livello di politica sanitaria nazionale, scegliendo quella di effettuare il tampone solo alle persone fortemente sospette a causa della loro sintomatologia. Ma i costi, valutati in termini di vite salvate, di numeri molto inferiori di soggetti che richiedono i costi ed i rischi di una terapia intensiva, ed anche in termini economici, sarebbero alla fine enormemente inferiori a quelli legati alla esecuzione di un numero di tamponi molto maggiore di quello attualmente effettuato. Del resto -conclude Romagnani risultati similari stanno arrivando in questi ultimi giorni dall'uso di una simile strategia nella Corea del Sud".

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Anche Massimo Galli, responsabile di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano, in prima linea contro l’emergenza Covid-19, e ordinario dell’università Statale del capoluogo lombardo, lo dice da giorni: bisogna fare più tamponi. Test quindi, oltre alle persone che lamentano una sintomatologia compatibile con l’infezione, anche in primis al personale ospedaliero, alle forze di polizia e ai lavoratori più esposti. Si chiama sorveglianza attiva massiva. In questo modo è possibile scovare gli asintomatici, che sono una fonte di malattia.

Oggi come oggi i laboratori per analizzare i test sono già sottoposti a un carico di lavoro pesante. Servirebbero altri laboratori impegnati solo a questo scopo. Testare il più possibile, a partire dal personale di tutti gli ospedali dove il coronavirus ha dimostrato di trovare terreno più fertile per la sua diffusione. Un approccio che si avvicina al modello cinese. Si lavora anche in questa direzione. Sarà possibile farlo quando sarà disponibile un numero di tamponi adeguato e magari test più rapidi: per il momento non è così. La strategia del Veneto è quella di estendere i campioni il più possibile e passare in una settimana da 1500 a 5000 test. Non è dato sapere se altre Regioni saranno in grado di intraprendere a brevissimo la medesima strada.

Alcune aziende biotecnologiche stanno lavorando per realizzare test rapidi: un test su cui è al lavoro un'azienda italiana sarebbe effettuato con una goccia di sangue per verificare in soli 15 minuti la determinazione qualitativa degli anticorpi IgM e IgG anti-Covid-19. E ci sono altri progetti simili nel mondo. Immettere sul mercato il maggior numero possibile, a prezzi calmierati, di strumenti diagnostici rapidi e affidabili sarà un passo importante nella battaglia contro il coronavirus. Non sono scenari immediati. Proprio per questo motivo, e per il fatto che la contagiosità degli asintomatici ha un ruolo nella diffusione del virus, l'arma più immediata per fermare il contagio è stare a casa il più possibile.

Coronavirus, Zaia: "Tamponi a tappeto"

"Tamponi a tappeto". Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia dalle pagine del Corriere illustra la linea sanitaria della sua giunta in Veneto, dopo il focolaio di Vo' Euganeo. "Anche se trovo un solo positivo - afferma il governatore - significa che avrò 10 contagiati in meno". Zaia, che respinge le polemche "con l'autorità centrale e le rivendicazioni di autonomia" almeno per ora, afferma di voler pagare tutto con i soldi della Regione: "Del bilancio mi importa poco - sostiene - vale sempre meno della vita dei miei concittadini. Non mi faccia dire che me ne frego dei soldi, ma insomma ci siamo capiti. Tutto a spese nostre". E per far fronte alla necessità dei test che "le aziende li distribuiscono con il contagocce", "noi li facciamo in casa".

"Se non avessimo fatto i tamponi a tutti, a Vo' ci sarebbe stata una epidemia. Se per assurdo fai il test a una intera popolazione, quanto meno hai una istantanea di chi è necessario isolare". Quello che avviene in Veneto è una ricostruzione "dei contatti di una persona trovata positiva e sintomatica, e poi li sottoponiamo a loro volta al tampone. Siamo a quota 40mila in tutta la Regione: 2.700 postivi asintomatici, e ne abbiamo isolato altre 7mila che hanno avuto contatti con loro".

Coronavirus, Science: "Per ogni caso confermato ce ne sono 5-10 in circolazione"

Per ogni caso noto del nuovo coronavirus, ce ne sarebbero altri 5-10 'in giro', che non sono stati individuati. Lo suggerisce sul 'New York Times' Jeffrey Shaman, epidemiologo della Columbia University e autore senior dello studio realizzato con i colleghi dell'Imperial College di Londra, pubblicato ieri su 'Science'.

Secondo la ricerca in Cina, a fine gennaio, ben l'86% dei casi sarebbe stato non diagnosticato. Ebbene, gli scienziati hanno riferito che, per ogni caso confermato, ci sono probabilmente altre 5-10 persone con infezioni non rilevate. Questi casi spesso più lievi sono, in media, infettivi per circa la metà rispetto a quelli confermati, ma sarebbero responsabili di circa l'80% dei nuovi casi.

I ricercatori hanno studiato la diffusione naturale del virus in Cina prima che il governo istituisse il divieto di viaggi e una politica di test aggressiva. Durante quel periodo, da dicembre dello scorso anno a fine gennaio, circa 6 casi su 7 non sono stati rilevati.

"E' fondamentale implementare i test su larga scala", ha dichiarato la Elizabeth Halloran, professore di Biostatistica all'Università di Washington e ricercatore senior presso il Centro di ricerca sul cancro Fred Hutchinson. "Ed è importante sviluppare test economici, in modo che le persone possano essere testate quando ne hanno bisogno".

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