rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Attualità

Coronavirus e Tocilizumab, l'intervista al dottor Montesarchio: "Miglioramenti nel 60% dei pazienti trattati"

Vincenzo Montesarchio, primario infettivologo e oncologo del Monaldi di Napoli, è stato uno dei primi medici in Italia a puntare sulla terapia a base di Tocilizumab. Qui ci ha dato gli ultimi aggiornamenti sulla sperimentazione del farmaco anti artrite per i pazienti Covid-19

Il dottor Vincenzo Montesarchio è primario infettivologo e oncologo dell'Azienda ospedaliera specialistica dei Colli (ospedali Monaldi e Cotugno di Napoli). Con il team dell'Istituto Pascale guidato dal professor Paolo Ascierto hanno puntato per primi in Italia sulla terapia a base di Tocilizumab, il farmaco già utilizzato per la cura dell'artrite reumatoide e che va a incidere sulla polmonite, la conseguenza più grave dell'infezione da coronavirus.

Non una cura, perché di cura non si può parlare prima dell'arrivo di un vaccino, ma una speranza per il trattamento dei pazienti Covid-19. Il protocollo di sperimentazione allargata in tutta Italia del "Toci" autorizzato dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) è partito proprio da qui, da Napoli, da un polo d'eccellenza. Grazie al lavoro di Ascierto e Montesarchio. Abbiamo raggiunto il professor Montesarchio al telefono.

Dottore, quanti sono i pazienti trattati al momento col Tocilizumab tra gli ospedali Monaldi e Cotugno e quali miglioramenti si sono avuti, se ci sono stati?

"Abbiamo trattato a oggi 75 pazienti. Di questi, 45 hanno avuto miglioramenti. E cioè il 60% circa. Pazienti assistiti con il casco Cpap, con ventilazione respiratoria meccanica, sono migliorati respirando meglio, passando dalla terapia sub intensiva al reparto. E questo ci ha permesso anche di alleggerire lo "stress" delle terapie intensive nei nostri ospedali. Tra questi 75 pazienti, ad oggi sette sono stati dimessi. Tredici i deceduti. Altri pazienti migliorati dopo il trattamento, se non sono stati dimessi, si trovano in stand-by, in attesa soltanto di avere il tampone negativo".

Il farmaco già usato contro l'artrite reumatoide sembra dunque attenuare l'infiammazione agendo sulla polmonite da nuovo coronavirus. Ma in base alla vostra esperienza quando va somministrato il Tocilizumab? Dà risultati migliori su pazienti non gravi?

"Dal punto di vista del miglioramento respiratorio, i risultati del farmaco sono ottimi, ma è molto importante somministrarlo prima che la situazione polmonare si aggravi. Se il Tocilizumab è usato in fase critica su pazienti intubati da molti giorni funziona meno. Nei pazienti intubati la mortalità è intorno al 50-60%, nei pazienti non intubati il trattamento va molto meglio: la mortalità è del 10%".

Aifa ha autorizzato uno studio sull'esperienza degli ospedali napoletani Pascale, Monaldi e Cotugno. Quanti sono al momento i pazienti Covid-19 trattati con il Tocilizumab in tutta Italia?

"Più di mille a oggi".

A Napoli avete ripreso e portato avanti uno studio sul Tocilizumab cominciato in Cina. Ora siete in contatto con i colleghi cinesi per gli aggiornamenti sulla terapia?

"Sì, siamo costantemente in contatto con loro per confrontarci con i trattamenti. Poco fa ho partecipato ad una conference call con alcuni colleghi da Shanghai. Hanno una grande esperienza, sono più avanti con le linee guida sulla sperimentazione e sono molto interessati a sapere i nostri aggiornamenti e la situazione dell'organizzazione sanitaria in Italia. Con il professor Paolo Ascierto siamo in contatto anche con colleghi spagnoli e statunitensi".

Torniamo all'Italia. La "fuga" dal nord verso il sud nelle prime settimane di marzo ha contribuito ad un incremento della diffusione del virus nelle altre regioni italiane. Ora la situazione al nord resta quella più drammatica. Il sud Italia è ancora a rischio?

"Il Sud è a rischio, sì. Vivremo ancora per una settimana o dieci giorni l'onda lunga di quella "migrazione", augurandoci che si siano mosse solo persone senza virus. Ma questo è un augurio, non è realtà perché è difficile immaginarlo... Non dobbiamo abbassare la guardia. Restiamo in casa. L'appello resta dunque quello di sempre: non abbassare il livello di guardia che stiamo vivendo in questi giorni, per certi versi è tristissimo dal punto di vista sociale ma è così".

La parola d'ordine del professor Paolo Ascierto sulla sperimentazione del Tocilizumab per i pazienti Covid-19 è "cauto ottimismo". La sua?

"Io sono ottimista di natura, ma l'aggettivo cauto lo uso lo stesso, così come fa il collega Ascierto. Quando ci saranno i dati sullo studio controllato dell'Agenzia italiana del farmaco avremo la risposta definitiva: quei dati ci diranno con rigore scientifico se questo farmaco ha effettivamente una sua validità così come a noi sembra valutando i miglioramenti sui pazienti trattati". 
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Coronavirus e Tocilizumab, l'intervista al dottor Montesarchio: "Miglioramenti nel 60% dei pazienti trattati"

Today è in caricamento