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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Coronavirus: in aumento gli ingressi in terapia intensiva

Crescono anche decessi e contagi, in calo il tasso di positività. Ma i dati vanno presi con cautela. Locatelli (Css): la terza ondata del virus? "Non possiamo ritenerci fuori pericolo"

Sono 15.378 i casi di coronavirus registrati in Italia nelle ultime 24 ore su 135.106 tamoni effettuati. Ieri i contagi erano stati 10.800  su un numero di testa abbastanza esiguo: 77.993. Scende dunque il tasso di positività che dal 13,8 passa all’11,4%. Per il resto dobbiamo registrare un aumento purtroppo notevole del numero dei decessi (oggi 649 contro i 348 di ieri) e degli ingressi in terapia intensiva. Ma andiamo con ordine. Analizzando i casi registrati tra lunedì e martedì, il confronto con la settimana precedente ci restituisce un trend leggermente al rialzo.

Casi tra lunedì e martedì

questa settimana: 26.178

scorsa settimana: 19.809

due settimane fa: 24.190

tre settimane fa: 26.874

quattro settimane fa: 28.562

Rispetto alla media delle ultime quattro settimane il numero dei casi è diminuito del 5% mentre i tamponi sono scesi del 16% (fonte Lorenzo Ruffino, Twitter).

Un aumento che tuttavia potrebbe essere influenzato anche dalla ridotta capacità di testing per via delle vacanze natalizie. Come spiegavamo ieri i numeri di questi giorni vanno presi più che mai con cautela.

Per quanto riguarda i decessi il dato di oggi va contestualizzato. Se prendiamo le vittime registrate tra lunedì e martedì, la variazione rispetto alle ultime 4 settimane è pari al -14% (fonte Davide Torlo, Twitter). Va peraltro osservato che la settimana scorsa il numero dei morti era stato più alto. In generale si osserva dunque un lieve calo, ma per parlare di un trend al ribasso bisognerà aspettare i prossimi giorni: eventuali ritardi di notifica, specie a ridosso delle vacanze, sono sempre in agguato.

Decessi tra lunedì e martedì

  • questa settimana: 997
  • scorsa settimana: 1.104
  • due settimane fa: 1.043
  • tre settimane fa: 1.337
  • quattro settimane fa: 1.162

Infine la situazione negli ospedali. Che non può lasciarsi tranquilli. I  ricoverati con sintomi aumentano infatti per il secondo giorno consevutivo (oggi +78).

E rispetto ai giorni scorsi torna a crescere il numero degli ingressi in terapia intensiva: 202 contro i 136 di ieri e i 154 di due giorni fa. Come si vede dal grafico in basso, la curva ha molti alti e bassi ma non c’è un vero e proprio trend discendente. Un segnale inequivocabile che il Covid purtroppo fa ancora male.

Scende invece di 10 unità il saldo tra ingressi e uscite nei reparti di area critica, ma il dato potrebbe essere influenzato dall’elevato numero dei decessi.

La situazione non è rosea, ma forse neppure catastrofica come qualcuno profetizzava prima delle vacanze. Mentre il Regno Unito sta facendo i conti con una recrudescenza feroce dell’epidemia (oltre 50mila casi al giorno), in Germania i casi registrati nelle ultime 24 ore sono stati 11.897, mentre in Francia il bollettino di ieri faceva segnare 4.022 nuovi positivi.

Per Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità (Css), "la situazione italiana è significativamente migliore rispetto a quella di altri Paesi ma non vuol dire che possiamo allentare l'attenzione, ritenerci fuori pericolo o scongiurare una terza ondata. Allo stesso tempo però - ha detto ad Agorà, su Rai3 - non dobbiamo creare allarmismi eccessivi perché l'Italia, pur avendo una circolazione sostenuta, non ha una curva epidemica fuori controllo".  I dati "ci dicono che c'è ancora una circolazione sostenuta del Sars-Cov-2, questa la ragione dei provvedimenti previsti fino al prossimo fine settimana". "Vedere la percentuale dei tamponi positivi risalire fino al 17% deve allertare - ha aggiunto il componente del Cts -, così come deve allertare il numero di posti occupati nelle aree mediche e terapie intensive, che non è più quella che vedevamo nei giorni scorsi".

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