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Giovedì, 28 Marzo 2024
Migranti

Cosa prevede il piano Ue sui migranti

La novità più importante è la creazione di "piattaforme di sbarco" in Paesi terzi per distinguere tra migranti economici e rifugiati. Posizioni ancora distanti sulla riforma del regolamento di Dublino

Giovedì e venerdì prossimi a Bruxelles il Consiglio Europeo si riunirà per discutere il tema delle migrazioni e la riforma dell'Eurozona. Sul tavolo ci sono varie proposte, ma l’accordo – nonostante negli ultimi giorni i toni si siano fatti più concilianti – è ancora lontano dall’essere raggiunto. Una delle novità più importanti di cui si parlerà è la possibilità di allestire zone di sbarco regionali in cui verranno distinti i migranti economici da i rifugiati che chiedono protezione.

Il Consiglio Europeo, si legge nella bozza di discussione, "sostiene lo sviluppo del concetto di piattaforme regionali di sbarco, in stretta cooperazione con i Paesi terzi interessati, come pure con l'Unhcr e l'Oim". Ma di quali Paesi stiamo parlando? Secondo varie indiscrezioni, in pole position ci sarebbero la Tunisia e l’Albania. 

"Per spezzare definitivamente il modello di business dei trafficanti, e prevenire così tragiche perdite di vite - continua la versione provvisoria delle conclusioni - è necessario eliminare gli incentivi agli imbarchi volti ad effettuare un viaggio pericoloso".

"Ciò richiede - proseguono i capi di Stato e di governo - un nuovo approccio nei confronti degli sbarchi di coloro che vengono salvati nelle operazioni di ricerca e soccorso". Le piattaforme di sbarco, si legge ancora, "dovrebbero consentire l'esame rapido e sicuro per distinguere tra migranti economici e coloro che hanno bisogno della protezione internazionale, nel pieno rispetto del diritto internazionale e senza creare fattori di attrazione (pull factor, ndr)".

Piattoforme regionali, l’Unhcr presenterà una proposta a breve

L'idea di creare questi centri viene dall'Unhcr: l'alto commissario dell'Onu per i rifugiati, Filippo Grandi, ha scritto nei giorni scorsi alla presidenza bulgara del Consiglio Ue per chiedere "un'opportunità per discutere con i governi interessati nuovi accordi operativi, dentro e fuori l'Ue, per assicurare sbarchi prevedibili e sicuri di coloro che vengono salvati in mare, effettuare l'esame delle domande di protezione internazionale, realizzare soluzioni, anche garantendo asilo, ricollocamenti nell'Ue, reinsediamenti o rimpatri per coloro che non hanno bisogno della protezione internazionale. L'Unhcr sta attualmente preparando una proposta a questo riguardo, insieme all'Oim, che condivideremo con voi a breve".

Migranti e rimpatri, gli altri punti della bozza

Il Consiglio Ue si propone inoltre di rendere più efficace il delle frontiere esterne (anche se non viene spiegato in che modo), mentre per quanto riguarda la rotta del Mediterraneo Orientale "sono necessari con urgenza maggiori sforzi per assicurare rapidi rimpatri e per prevenire lo sviluppo di nuove rotte, marittime o di terra. La cooperazione e il supporto dei partner nei Balcani Occidentali rimane fondamentale". L’Ue sottolinea infatti “la necessità di aumentare in modo significativo i rimpatri effettivi dei migranti irregolari" e , "richiama la necessità per gli Stati membri di assicurare un controllo efficace delle frontiere esterne dell'Ue". 

La situazione dei migranti a Ventimiglia | Foto Agostino Loffredi, Oxfam Italia

Più soldi per combattere l’immigrazione illegale

Nel contesto del nuovo bilancio pluriennale dell'Ue, il Consiglio Europeo sottolinea inoltre “la necessità di avere strumenti flessibili, che permettano un esborso rapido, per combattere l'immigrazione illegale. Le componenti esterne dei fondi per la sicurezza interna, per i confini, per l'asilo e per le migrazioni dovrebbero includere una parte dedicata alla gestione esterna delle migrazioni".
Alla luce del "recente aumento" dei flussi nel Mediterraneo Occidentale, "l'Unione Europea sosterrà, finanziariamente o in altra maniera, tutti gli sforzi fatti dagli Stati membri e dei Paesi di origine e di transito, in particolare dal Marocco, per prevenire la migrazione illegale".

Migranti a bordo della Lifeline | Ansa

Flussi migratori rischiano di mettere in pericolo Schengen

Qualche passo avanti comunque è stato fatto. Se non altro c’è la consapevolezza che "i movimenti secondari di richiedenti asilo rischiano di mettere in pericolo l'integrità del sistema comune europeo di asilo e il sistema di Schengen".

Ma per l’Italia il vero nodo è la riforma di Dublino

Tutto bene? Insomma. Sulla riforma del regolamento di Dublino (il sistema europeo che disciplina l’assegnazione dei migranti ai paesi membri della Ue e impone di  inoltrare la richiesta di asilo nel paese di prima accoglienza) le posizioni sembrano ancora distanti e, ammette il Consiglio Europeo, “serve più lavoro per raggiungere un accordo finale basato su un equilibrio di responsabilità e solidarietà". 

L'Italia, come indicato nel documento in 10 punti presentato da Conte al vertice preparatorio di domenica scorsa, chiederà ai partner europei di rafforzare le frontiere esterne e superare il criterio del Paese di primo arrivo, perché chi sbarca in Italia, sbarca in Europa. Ma per ora sul punto non sono arrivate aperture significative da parte degli altri Paesi Ue. 

Migranti, cosa prevede il piano del presidente Conte
 

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