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Venerdì, 29 Marzo 2024
Alta tensione

Delirante volantino di solidarietà a Cospito: "Un manager verrà ucciso davanti alla famiglia"

Firmato dalla Fai, è stato recapitato ieri sera a diverse aziende italiane e a un giornale. La lettera era all'interno di una busta gialla e dattiloscritta. Indagano varie procure

Un volantino firmato dalla Fai di Alfredo Cospito, l'anarchico in sciopero della fame contro il 41 bis, è stato recapitato ieri sera a diverse aziende italiane e a un giornale. La lettera era all'interno di una busta gialla e dattiloscritta, contiene minacce nei confronti di un manager. "Il soggetto ideale per la vendetta", si legge. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha respinto la richiesta di revoca del 41bis per Cospito. Occorre la massima cautela. Sono in corso le indagini di diverse procure del nord sulla lettera, per accertare la veridicità del messaggio intimidatorio e se il testo sia effettivamente riconducibile alla Fai, la Federazione anarchica informale di Alfredo Cospito che la firma.

La lettera di minacce della Fai

La lettera sarebbe indirizzata a un manager che lavora nella sede torinese di un'impresa dell'automotive. Ma è stata inviata alla sede di Bolzano della medesima azienda.

"Per Alfredo Cospito fratello e compagno". Inizia così il delirante volantino dattiloscritto firmato dalla Federazione degli Anarchici e recapitato - lo apprende l'Adnkronos - a diverse aziende e a un giornale. "La Fai, federazione anarchica informale, non dimentica Alfredo e gli altri compagni e per risposta all'attacco alla libertà del movimento anarchico colpirà gli uomini per far morire le strutture". Il manager, individuato come obiettivo, viene descritto nella lettera come "l'anima nera delle operazioni di mercato (...), al servizio della guerra che alimenta la morte in Ucraina". E ancora "verme della società che orienta e determina le guerre per fare ricchezza ingiusta con qualsiasi mezzo, traditore di ogni ideale per arricchire il sistema - si legge nella lettera - indossa mille maschere ma vende morte e non lo racconta nemmeno ai figli (...). Verrà colpito a morte davanti alla famiglia".

Il manager, secondo gli anarchici, "è il soggetto ideale per la vendetta di Alfredo e di tutti i compagni in carcere. Può essere colpito in qualsiasi momento. Conosciamo le sue abitudini, gli interessi (...). Non avrà mai pace, ovunque andrà troverà un compagno anarchico pronto a vendicare il carcere di Alfredo e dei compagni. La forza anarchica con le sue articolazioni condurrà una campagna di lotta senza fine contro i servi dell'industria della morte perché per distruggere le aziende bisogna colpire gli uomini". Poi l'appello della Fai alla mobilitazione generale: "invitiamo tutti i gruppi e i singoli Fai a colpire con ogni mezzo necessario".

"Le condizioni di salute di Cospito verso il tracollo"

"Se il 24 febbraio la Corte di Cassazione non dovesse annullare senza rinvio l'ordinanza del tribunale di sorveglianza, disponendo la revoca del 41 bis per Cospito, qualsiasi successivo provvedimento di favore per Alfredo dovrà essergli notificato al cimitero", dice l'avvocato Flavio Rossi Albertini, difensore dell'anarchico Alfredo Cospito. "Le condizioni di salute del detenuto sono infatti prossime al tracollo, Alfredo deambula a fatica, costantemente monitorato da uno strumento medicale portatile per la verifica del battito cardiaco, la sua salute non può attendere ulteriori rinvii", ha continuato il penalista.

La posizione del governo Meloni sul caso Cospito

Il "moltiplicarsi delle azioni intimidatorie da parte di gruppi anarco-insurrezionalisti" conferma la pericolosità di Alfredo Cospito. Lo ha spiegato il ministro della giustizia, Carlo Nordio, nel corso della sua informativa alla Camera. "Permane la sua capacità di orientare le iniziative di lotta della galassia anarchica insurrezionalista", ha continuato il guardasigilli. Il responsabile del dicastero di via Arenula ha spiegato poi che rispetto al parere del procuratore generale della Cassazione secondo cui a Cospito può esser concesso il regime di alta sorveglianza: "È un atto endoprocessuale che afferisce una fase processuale che il ministero non può conoscere e come tale non è mai stato richiesto né comunicato all'autorità procedente". E comunque quanto espresso non ha influito sul rigetto dell'istanza del legale di Cospito.

Nel suo intervento il ministro Nordio ha riferito anche rispetto al cosiddetto caso Donzelli, le dichiarazioni fatte dal deputato di FdI e che riguardano notizie riferite dal sottosegretario Del Mastro Delle Vedove. "La rilevata apposizione di limitata divulgazione è una formulazione che esula dalla materia del segreto di Stato e dalla classificazione di segretezza, ed è inidonea a connotare la documentazione come atto classificato. Si tratta di una mera prassi amministrativa in uso al Dap", ha detto Nordio. Quanto al contenuto dei 'colloqui' tra Cospito e altri detenuti desumibili" dalla scheda di sintesi del Nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria, "è chiaramente emerso che gli stessi non sono stati oggetto di un'attività di intercettazione di comunicazioni, ma frutto di mera attività di vigilanza amministrativa".

Poi il guardasigilli ha spiegato: "Le condizioni di Cospito, dovute esclusivamente a un deterioramento che il detenuto di sta volutamente procurando, non sono tali da incidere in maniera determinante sulla sua rilevante pericolosità sociale, e dunque da determinare una revoca del 41bis". E poi ha detto: "Mi preme sottolineare che se il mantenimento del 41 bis fosse determinato da uno stato di salute volutamente procurato, la stessa norma perderebbe immediatamente di efficacia" e "chiunque adottasse la medesima strategia potrebbe ottenere la revoca" aprendo così strada un domani per le richieste di centinaia di mafiosi sottoposti al 41 bis.
"Vi è dunque una insanabile contraddizione logica - ha sottolineato Nordio - tra la richiesta di mantenere questa disciplina severa e quella di modularla secondo le decisioni dello stesso detenuto".

Rispetto alle azioni poste in essere dal difensore di Cospito, il ministro ha spiegato: "La ragione che giustifica l'inoltro di una istanza di revoca poggia sulla sopravvenienza di novità rilevanti". Ma "gli elementi di novità addotti dalla difesa a sostegno della richiesta di revoca anticipata del regime carcerario differenziato non sono dotati della necessaria portata demolitoria dei presupposti per il mantenimento di tale regime". Comunque il ministro ha ribadito che "lo Stato ha il dovere di tutelare le condizioni di salute di ogni detenuto, quindi anche del Cospito, che attualmente si trova in discrete condizioni di salute". Poi ha aggiunto: "L'11 febbraio Cospito è stato ricoverato nella V divisione di Medicina protetta dell'Ospedale Santi Paolo e Carlo di Milano, dove è tuttora degente, si tratta di un centro clinico di eccellenza, dove le sue condizioni vengono monitorate in tempo reale. Dalla relazione sanitaria del 12 febbraio è emerso che Cospito si trova in discrete condizioni generale, vigile e orientato, autonomo nella deambulazione, accentando le terapie solo parzialmente. Tuttavia, nella nota del 13 febbraio il detenuto ha ripreso gli integratori di potassio, e i valori sono risaliti di poco. Questa condizione ha migliorato il quadro clinico, che rimaneva critico".

Comunque "gli appelli del detenuto - al di là dell'assenza di un suo specifico mandato per ogni singola vicenda - non solo non vengono ignorati ma si sono trasformati in un'onda d'urto propagatasi sul territorio nazionale e all'estero - ha detto Nordio - Il mondo antagonista si muove ispirandosi ad Alfredo Cospito e a sostegno di costui, mediante azioni violente e di grave intimidazione, ossia proprio ciò che il detenuto propugna e che viene immediatamente raccolto e tradotto in pratica e in atti concreti". Ma va sottolineato che Alfredo Cospito "non è affetto da una patologia cronica invalidante ma si sta volontariamente procurando uno stato di salute precario, perseverando nel suo comportamento nonostante i reiterati inviti da parte dell'autorità sanitaria a desistere" da questa condotta. Un comportamento che "non può imporre l'assunzione di decisioni derogatorie rispetto ai princìpi generali che disciplinano l'istituto previsto dall'articolo 41bis, sterilizzandone, di fatto, le finalità. Vi sarebbe, altrimenti, una contraddizione logica tra la richiesta, pressoché unanime, di preservare le esigenze sottese al rigore dell'istituto del 41 bis, e l'idea - per ora limitata al caso Cospito - di condizionarne l'applicazione".

Perché le condizioni di salute di Cospito, "derivanti in via esclusiva dallo sciopero della fame da lui attuato dal 20 ottobre 2022 non sono tali da incidere in maniera determinante sulla sua rilevante e permanente pericolosità sociale»: il detenuto, ha osservato il ministro, «non è affetto da una patologia cronica invalidante ma si sta volontariamente procurando uno stato di salute precario, perseverando nel suo comportamento nonostante i reiterati inviti da parte dell'autorità sanitaria a desistere dal mantenere siffatta condotta. Tale `modus operandi´ non può imporre l'assunzione di decisioni derogatorie rispetto ai principi generali che disciplinano l'istituto previsto dall'articolo 41 bis".

"Cospito è pericoloso, orienta gli anarchici". Ma il legale: "È vicino al tracollo"

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