Covid, dopo le Feste l'Italia si trova con più ricoverati: i numeri regione per regione
Secondo l'ultima rilevazione dell'Agenas l'occupazione dei reparti di Terapia intensiva a livello nazionale è stabile al 17% ma quella in area non critica tocca il 24%. Significative differenze locali, che possono portare ai cambi di colore
Ospedali italiani sempre più pieni. Secondo l'ultima rilevazione dell'Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) di ieri, 9 gennaio, mentre l'occupazione dei reparti di terapia intensiva a livello nazionale è rimasta sostanzialmente stabile al 17%, è cresciuta quella in area non critica, che tocca il 24%. I dati però hanno significative differenze di regione in regione e non si tratta solo di "numeri". L'ospedalizzazione è uno dei parametri per la collocazione dei territori nelle aree di rischio. E se tra zona bianca e gialle non cambia molto, diverso è il discorso se si entra in quella arancione o rossa. A oggi in bianco sono Basilicata, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Umbria. In giallo Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Sicilia, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto e alle Province autonome di Trento e di Bolzano. Le cose però potrebbero cambiare già tra sette giorni.
Terapia intensiva
A livello nazionale, il 17% dei posti in terapia intensiva è occupato da pazienti Covid (era l'11% il 24 dicembre) e il tasso cresce in 9 regioni in 24 ore: Calabria (al 18%), Emilia Romagna (17%), Friuli Venezia Giulia (21%), Lazio (21%), Liguria (21%), Lombardia (16%), PA Trento (29%), Umbria (15%), Veneto (21%). Il tasso è stabile oltre la soglia del 10% in Abruzzo (15%), Campania (11%), Piemonte (23%), Sardegna (12%), Sicilia (16%), Toscana (20%),Valle d'Aosta (18%). In calo Marche (21%), PA Bolzano (18%). Stabili sotto il 10% Basilicata (3%), Molise (5%) e Puglia (8%).
Area non critica
In 24 ore il tasso di occupazione di posti letto per pazienti Covid è cresciuto in 13 regioni: Valle d'Aosta (45%), Abruzzo (22%), Calabria (al 36%), Campania (23%), Friuli (27%), Lazio (23%), Lombardia (28%), Molise (16%), PA Bolzano (16%), Piemonte (30%), Sicilia (30%), Toscana (21%), Umbria (30%). Stabili oltre soglia del 15%: Basilicata (19%), Emilia Romagna (21%), Marche (25%), PA Trento (20%), Puglia (16%),Veneto (23%). L'unica sotto soglia è la Sardegna (stabile a 12%). Tasso in calo ma alto in Liguria (36%).
Ricoveri e regioni in bilico per il cambio di colore
Le regole in vigore prevedono il passaggio in zona gialla con incidenza oltre i 50 casi ogni centomila abitanti, 15 per cento di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti ordinari e 10 per cento di posti letto occupati nelle terapie intensive Covid.
Per la zona arancione, incidenza superiore ai 150 casi ogni centomila abitanti, 30 per cento di posti letto occupati nei reparti ordinari e 20 per cento nelle terapie intensive.
Per la zona rossa, incidenza sempre superiore ai 150 casi ogni centomila abitanti, 40 per cento di posti letto occupati nei reparti ordinari e 30 per cento nelle terapie intensive.
Anche se saranno decisivi i dati di giovedì 13 gennaio, le regioni che già dal 17 rischiano il passaggio in arancione sono Liguria (occupazione terapia intensiva 21% e reparti ordinari 36%), la Valle d'Aosta (18% in intensiva ma 45% ordinari), la Calabria (18% intensiva e 36% ordinari), il Friuli-Venezia Giulia (21% intensiva e 27% ordinari), il Piemonte (23% intensiva e 30% ordinari), Trento (29% intensiva e 20% ordinari) e le Marche (21% intensiva e 25% ordinari). Da tenere sotto controllo anche Sicilia (16% di occupazione delle terapie intensive la 30% delle aree non critiche) e Lombardia (16% e 28%). Entrambe le regioni sono già in giallo, ma l'arancione non sembra così lontano.