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Giovedì, 28 Marzo 2024
Boom di vendite / Cina

Farmaco "italiano" Udca a ruba in Cina, Bassetti: "La bufala Covid del 2023"

Nato per una malattia del fegato, secondo uno studio inibisce virus e varianti. Manca però un test sull’uomo su larga scala. L'infettivologo: "Si ricommette l'errore dell'idrossiclorochina"

Il Covid spaventa la Cina ancora una volta e nel Paese del Dragone si tenta di mettere a punto strategie più efficaci di contrasto e cura del virus. In quest'ottica è stato riscoperto un vecchio farmaco fuori brevetto che si assume per bocca, nato per una specifica patologia del fegato, ma che sarebbe in grado di prevenire l'infezione da Coronavirus. Si tratta dell'acido ursodesossicolico (Udca), da molti anni utilizzato per una malattia del fegato che si chiama colangite biliare primitiva. Il farmaco è già introvabile in Cina dopo uno studio pubblicato sulla rivista Nature, le case farmaceutiche in grado di produrlo sono sopraffatte da ordini (e fanno affari d'oro) anche se la scienza frena perché mancano studi sugli uomini.

Gli esperti mettono in guardia sulla limitata natura dell'unico studio disponibile al momento sul fronte Covid dell'acido ursodesossicolico. All'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie Infettive dell'ospedale San Martino di Genova, parla di "antiscienza". "Si ricommette - dice Bassetti - l'errore già commesso con l'idrossiclorochina o con l'invermectina, ma con una piccola differenza: gli errori commessi nel 2020 erano anche 'giusti' perché si cercavano rimedi per un virus che non si conosceva. Usare l'acido ursodesossicolico (Udca) ora è un errore imperdonabile perché prima di usare un farmaco sugli esseri umani bisogna fare studi di fase 2 e fase 3 e dimostrare che i risultati siano migliori della terapia standard con gli antivirali o i monoclonali. Mi sembra la bufala Covid del 2023, è l'antiscienza".

Perché in Cina tutti vogliono l'acido ursodesossicolico

Il boom dell'Udca segue uno studio pubblicato sulla rivista "Nature". Secondo i ricercatori l'acido ursodesossicolico è in grado di bloccare il virus Sars CoV 2 e le sue varianti. Sars-Cov-2 entra nelle cellule del nostro organismo legandosi al recettore Ace2 (ma non è ancora noto il meccanismo che regola il funzionamento del recettore stesso). I ricercatori hanno scoperto che la molecola chiamata Fxr è in grado di inibirlo e questa molecola si trova nell'acido ursodesossicolico. Una conclusione a cui sono arrivati per caso, studiando i risultati osservati su organoidi (modelli d'organo miniaturizzati fabbricati in laboratorio), animali, organi umani e un piccolo gruppo di volontari sani.

Scoperta da confermare in studi clinici più ampi. Ma anche se la bontà dell'Udca in questo senso è ancora da dimostrare a pieno, le vendite sono aumentate in modo vertiginoso. Fra i principali produttori mondiali di acido ursodesossicolico c'è una realtà italiana, la Ice Group di Reggio Emilia, acquisita dal fondo internazionale d'investimento Advent International nell'ottobre del 2019.

"L'acido ursodesossicolico contro il Covid errore imperdonabile"

L'acido ursodesossicolico contro il Covid però non convince larga parte del mondo scientifico. Un motivo su tutti: non è stato fatto uno studio sui pazienti. "L'acido ursodesossicolico è un farmaco che si usa per il fegato e che in uno studio su 'Nature', in vitro, ha dimostrato di funzionare contro il Covid e le sue varianti, ma non è stato mai fatto uno studio sui pazienti - avverte Bassetti - Dobbiamo fare molta attenzione e anche i media devono stare molto attenti a comunicare certe cose: non basta un lavoro, anche se pubblicato su una rivista come 'Nature'. Altrimenti - conclude - si finisce che vale anche la cura con l'incenso o con il corno di rinoceronte".

"Si tratta di uno studio molto elegante e completo — commenta Gianni Sava , professore ordinario all’Università di Trieste ed esponente della Società italiana di farmacologia (Sif) —, ma non c’è di fatto un test sull’uomo che possa dimostrarne la validità. Bisogna ancora capire bene. E non si pensi che un paziente malato possa guarire con questa sostanza, che certamente non può rimpiazzare un vaccino come arma di prevenzione".

I dubbi sull'Udca nella lotta al Covid

Il problema dell'Udca nella lotta al Covid sta nella sperimentazione. Gli stessi autori dello studio non raccomandano l’utilizzo come terapia alternativa o in sostituzione alla vaccinazione per il Covid-19.
I risultati ottenuti con i mini fegati sono stati  confermati in mini-polmoni e mini-intestini in laboratorio. I ricercatori hanno poi collaborato con il professor Andrew Owen dell’Università di Liverpool per dimostrare che il farmaco ha prevenuto l’infezione nei criceti esposti al virus, che sono usati come modello "gold standard" per i test preclinici di farmaci contro Sars-CoV-2. 

In una fase ancora successiva i test sono stati condotti su polmoni umani (donati alla ricerca, ndr) esposti al virus. I ricercatori sono passati alla fase di sperimentazione sugli esseri umani. Il team di Cambridge ha collaborato con il professor Ansgar Lohse del Centro medico universitario Hamburg-Eppendorf in Germania. reclutando otto volontari sani. Alla luce di questi passaggi lo studio suggerisce che Udca possa essere un nuovo farmaco per la lotta contro il Covid, ma non essendo un trial clinico necessita di uno studio clinico randomizzato per essere confermato.

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