rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
L'inversione di rotta

Covid, dopo il picco la discesa (lenta): calano i contagi, ma non ricoveri e decessi

Nell'ultima settimana i nuovi casi sono diminuiti del 13,3% ma non si può dire lo stesso per i numeri relativi a ospedalizzazioni e morti. Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta: "La discesa potrebbe essere più lenta del previsto"

Dopo cinque settimane consecutive di aumento, inizia a perdere quota la curva dei contagi da Covid 19 in Italia. Secondo il monitoraggio della Fondazione Gimbe, nella settimana tra il 13 e il 19 luglio, è arrivata l'inversione di rotta: 631.693 contro i 728.59 della settimana precedente, -13,3%. Ma la diminuzione dei nuovi casi è un dato positivo, non sono altrettanto incoraggianti gli altri dati: sono ancora in crescita i ricoveri, +1.251 in area medica e +38 in terapia intensiva, e i decessi, pari a 823 (+18,9%). Crescono anche i casi attualmente positivi (1.452.941 rispetto 1.350.481), e le persone in isolamento domiciliare (1.441.553 contro 1.340.382). "Dopo 5 settimane di aumento - commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - il numero dei nuovi casi settimanali registra una flessione (-13,3% rispetto alla settimana precedente). Nella settimana 13-19 luglio i nuovi casi si attestano oltre quota 631 mila, con una media mobile a 7 giorni che si colloca intorno a 90 mila casi al giorno".

Covid, contagi in caso: "Discesa lenta"

Nella settimana 13-19 luglio in 6 Regioni si registra un incremento percentuale dei nuovi casi (dal +0,6% delle Marche al +28,6% della Valle D’Aosta), mentre nelle altre 15 c'è una diminuzione (dal -0,6% del Piemonte al -18,8% della Campania). Rispetto alla settimana precedente, in 71 Province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -24,2% di Napoli al -0,1% di Biella), mentre le altre 36 province registrano un aumento percentuale dei nuovi casi (dal +0,1% di Teramo al +28,7% di Gorizia). L’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti in tutte le Province, di cui 62 totalizzano oltre 1.000 casi per 100.000 abitanti: fra queste, Chieti (1.605), Ascoli Piceno (1.523), Messina (1.459), Pescara (1.396), Enna (1.379), Teramo (1.379), Latina (1.357), Taranto (1.355), Macerata (1.344), Perugia (1.342), Fermo (1.328), Lecce (1.327), Avellino (1.308), Rimini (1.306), Salerno (1.294).

20220721_Figura1-2

"A metà luglio, dopo il raggiungimento del picco - evidenzia Cartabellotta - è iniziata la discesa dei nuovi casi, che tuttavia potrebbe essere più lenta del previsto a causa del numero molto elevato di casi non noti alle statistiche ufficiali che rappresentano un moltiplicatore dei contagi. Infatti, gli oltre 1,45 milioni di positivi potrebbero essere in realtà almeno il doppio". I positivi, dunque, potrebbero essere almeno 3 milioni. Diversi i motivi di questa sottostima: "mancata esecuzione del tampone nonostante i sintomi o il contatto con un caso Covid-19; mancata comunicazione della positività al test 'fai da te'; falsi negativi al test in autosomministrazione – spiega - Ecco perché, indipendentemente dalla velocità di discesa della curva dei nuovi contagi, nelle prossime settimane è verosimile un aumento dei ricoveri - più in area medica che in terapia intensiva - e dei decessi che oggi con una media di 118 al giorno sono già tornati ai livelli di due mesi fa. Le soluzioni sono sempre le stesse: usare le mascherine al chiuso, specialmente in locali affollati e poco aerati, per limitare la circolazione virale; effettuare la terza dose (oltre 5,1 milioni di persone potrebbero riceverla subito) e, soprattutto, somministrare il prima possibile la quarta dose a over 60 e fragili", chiosa Cartabellotta.

Aumentano decessi e ricoveri

Sostanzialmente stabile il numero dei tamponi totali (+1,7%): da 2.517.540 della settimana 6-12 luglio a 2.560.557 della settimana 13-19 luglio. In particolare i tamponi rapidi sono aumentati del 2,3% (+49.621), mentre quelli molecolari sono diminuiti dell’1,8% (-6.604). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività sale dal 18,6% al 20,8% per i tamponi molecolari, mentre si riduce dal 31,8% al 25,9% per gli antigenici rapidi.

20220721_Figura2-2

"Sul fronte degli ospedali - afferma Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe – prosegue l’aumento dei ricoveri sia in area medica (+12,9%) che in terapia intensiva (+10,1%)". In particolare, nelle ultime cinque settimane i ricoveri sono più che raddoppiati in area critica (da 183 il 12 giugno a 413 il 19 luglio), mentre sono quasi triplicati in area medica (da 4.076 il 11 giugno a 10.975 il 19 luglio). Al 19 luglio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 17,1% in area medica (dall’8,9% del Piemonte al 42,9% dell’Umbria) e del 4,5% in area critica (dallo 0% della Basilicata al 10,2% della Calabria). "Aumentano ancora gli ingressi in terapia intensiva - puntualizza Mosti - anche se in misura minore rispetto alla scorsa settimana: la media mobile a 7 giorni è di 49 ingressi/die rispetto ai 47 della settimana precedente". Continua a crescere anche il numero dei decessi: 823 negli ultimi 7 giorni (di cui 75 riferiti a periodi precedenti), con una media di 118 al giorno rispetto ai 99 della settimana precedente.

20220721_Figura7-2

Covid, boom di quarte dosi

Boom di quarte dosi di vaccino anti-Covid a 'over 60' e fragili. Sempre secondo i dati della Fondazione Gimbe, al 20 luglio sono state somministrate 1.303.485 quarte dosi, con una media mobile di 31.686 somministrazioni al giorno, in forte aumento rispetto alle 11.000 della scorsa settimana (+188%). Il dato resta, però, ancora molto lontano dal target di 100 mila somministrazioni fissato dalle linee di indirizzo dell’Unità per il completamento della campagna vaccinale.  In base alla platea ufficiale (15.746.854 di cui 6.148.340 della fascia 60-69 anni, 5.053.186 della fascia 70-79 anni, 2.918.641 di over 80, 1.538.588 di pazienti fragili e 88.099 di ospiti delle Rsa che non ricadono nelle categorie precedenti), aggiornata al 13 luglio, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è dell’8,3% con nette differenze regionali: dal 3,5% della Sicilia al 18,8% del Piemonte. "Con il progressivo declino della protezione vaccinale nei confronti della malattia grave dopo 120 giorni dalla terza dose - sottolinea Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - il secondo richiamo (quarta dose) rappresenta un vero e proprio trattamento 'salvavita', in particolare negli over 80". In generale, secondo il report Gimbe, sono 6,84 milioni i non vaccinati, di cui 2,42 milioni di guariti protetti solo temporaneamente. E 7,78 milioni di persone non hanno ancora ricevuto la terza dose, di cui 2,64 milioni di guariti.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Covid, dopo il picco la discesa (lenta): calano i contagi, ma non ricoveri e decessi

Today è in caricamento