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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Covid, l'effetto Pasqua sui contagi: +22%

"I dati mostrano che la circolazione del virus, già molto elevata, è addirittura in aumento rispetto alla scorsa settimana" spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe che riporta i dati del monitoraggio indipendente

Nella settimana 20-26 aprile in tutte le Regioni si registra un incremento percentuale dei nuovi casi, dal +2,9% del Piemonte al +44,8% della Basilicata. "I dati mostrano che la circolazione del virus, già molto elevata, è addirittura in aumento rispetto alla scorsa settimana" spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe che riporta i dati del monitoraggio indipendente che mostra inoltre come la media mobile a 7 giorni del tasso di positività rimane sostanzialmente stabile per i tamponi molecolari (dal 13,2% al 12,8%), mentre per gli antigenici rapidi aumenta dal 16,4% al 18,2%.

situazione covid

"La media dei nuovi casi giornalieri è risalita a quasi 62 mila, il tasso di positività ai molecolari ha superato il 18% e il numero di positivi, ampiamente sottostimato, supera 1,23 milioni. Con questi numeri, se è ragionevole mandare in soffitta il green pass che ha esaurito il ruolo di 'spinta gentile' alla vaccinazione, sarebbe una follia abolire l'obbligo di mascherina nei locali al chiuso, in particolare se affollati o scarsamente aerati, e sui mezzi pubblici" spiega Cartabellotta rispetto alle novità previste dal primo maggio.

Covid, come va la pandemia negli ospedali

"Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – il numero dei posti letto occupati da pazienti COVID cala ancora in terapia intensiva (-3,1%), mentre la discesa si arresta in area medica (+1,1%)». In dettaglio in area critica, dopo una lieve risalita all’inizio del mese, al 26 aprile si registrano 409 posti letto occupati; in area medica, invece, dopo aver toccato il minimo di 8.234 il 12 marzo, i posti letto COVID hanno raggiunto quota 10.328 il 26 aprile (figura 7). Al 26 aprile il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID non varia sostanzialmente rispetto alla settimana precedente: 16% in area medica e 4,4% in area critica. 14 Regioni superano la soglia del 15% in area medica, con l’Umbria che raggiunge il 34,1%, mentre tutte le Regioni si collocano sotto la soglia del 10% in terapia intensiva. "Rimane sostanzialmente stabile il numero degli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni che si attesta a 37 ingressi/die rispetto ai 39 della settimana precedente"

Perché ci sono ancora così tanti morti?

Secondo gli ultimi dati risale il numero dei decessi: sono stati 1.034 negli ultimi 7 giorni (di cui 93 riferiti a periodi precedenti), con una media di 148 al giorno rispetto ai 123 della settimana precedente. Il tema dei decessi richiama il rallentamento della campagna vaccinale: se il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’84,1% vi sono tuttavia nette differenze regionali: dal 79,1% della Sicilia all’88,4% della Valle D'Aosta, mentre delle 7,41 milioni di persone non hanno ancora ricevuto la terza dose 5,58 milioni sono guariti da meno di 120 giorni e non possono riceverla nell’immediato. Basso inoltre il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi:  nelle persone immunocompromesse è fermo al 13,1%, 2,89% per i soggetti fragili (4.422.597 di cui 2.795.910 over 80, 1.538.588 pazienti fragili di età compresa tra 60 e 79 anni e 88.099 ospiti delle RSA).

"Il clamoroso flop delle quarte dosi nelle persone immunocompromesse – commenta Cartabellotta – deve far riflettere le Istituzioni, in particolare considerata l’ulteriore estensione della platea ad altri 4,2 milioni di persone tra le quali arrancano le somministrazioni. Innanzitutto serve un’incisiva campagna d’informazione sia per sensibilizzare la popolazione a rischio di malattia grave sull’efficacia del secondo richiamo, sia per contrastare il generale senso di “stanchezza” nei confronti della campagna vaccinale. Ma l’informazione da sola non basta: deve essere integrata con strategie di chiamata attiva, visto che le ASL dispongono di tutti i dati delle persone inserite nella platea".

Come va la pandemia (dati Gimbe)

Bene ricordare che i dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano che: l’efficacia sulla diagnosi rimane sostanzialmente stabile dal 45,3% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 47,1% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire al 63,7% dopo il richiamo; l’efficacia sulla malattia severa rimane sostanzialmente stabile dal 72,5% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 73,9% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire al 89,9% dopo il richiamo. Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 14,9-56,6%): fa eccezione la fascia 5-11 anni per la quale le diagnosi tra i vaccinati segnano un +25,2% rispetto ai non vaccinati. In tutte le fasce di età si riduce soprattutto l’incidenza di malattia grave (del 30,3-81,9% per ricoveri ordinari; del 59,2-85,7% per le terapie intensive) e decesso (del 59,2-89,9%).

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