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Sabato, 20 Aprile 2024
Picco alle spalle

Quando si tornerà a poche migliaia di casi al giorno

Secondo gli esperti a fine marzo-aprile l’ondata Omicron sarà quasi passata

La discesa della curva forse è arrivata pure un po’ in anticipo rispetto alle prime proiezioni che circolavano un mese fa. I contagi resteranno molto alti ancora per un altro mese almeno. Ma secondo gli esperti a fine marzo-aprile  l’ondata Omicron sarà quasi passata, con poche migliaia di casi al giorno. Ieri ci sono stati 186.740 nuovi contagi e altri 468 morti, il numero più alto di vittime della quarta ondata.

Gli esperti: "Ad aprile 1.800 casi al giorno"

Per Ihme, l’Istituto dell’Università di Washington che da tempo aveva previsto correttamente il numero attuale dei morti in Italia, tra i 350 e i 400 al giorno, la curva delle infezioni ha già imboccato la discesa e "toccherà terra" tra marzo, quado appunto i casi saranno circa 12 mila al giorno, e aprile, quando si arriverà a 1.800. Stime simili anche secondo Roberto Battiston, docente di Fisica all’Università di Trento: per lui i casi sono destinati a scendere a breve: ieri "i nuovi positivi sono stati 186 mila ma le persone che hanno concluso l’isolamento sono state 206 mila - dice l'esperto a Repubblica - Per il secondo giorno consecutivo, quindi, il totale degli infetti sta scendendo, anche se di poco. Questo significa che il picco è passato. È ragionevole indicare marzo come il mese del superamento di Omicron, se la curva scende velocemente come è salita"

Tra regione e regione ci sono differenze: "Ce ne sono alcune grandi che scendono, come la Campania, la Puglia, la Toscana, il Piemonte e soprattutto la Lombardia- dice Battiston- Sono circa 12 giorni che la regione italiana con più abitanti osserva una diminuzione dei casi, ridotti del 25%. A questo ritmo a metà febbraio sarà in una buona situazione. Le altre la seguiranno": L'indice Rt è sotto 1 in molte regioni "ma non dobbiamo stupirci se per un po’ avremo molti nuovi contagi e ricoverati. C’è ancora un’enorme quantità di infetti, quasi 2,7 milioni, e il virus è presentissimo".

L'epidemiologo dell’Università di Milano Carlo La Vecchia ricorda che "Omicron è super contagiosa, l’hanno presa o la prenderanno il 60% degli italiani" e "non è ancor a chiaro quanto stia ancora circolando Delta, una variante molto violenta con i non vaccinati". Che il picco fosse passato era parso chiaro nel weekend. Nell'ultima settimana, rispetto a quella precedente, calano i nuovi casi di positività: non accadeva da metà ottobre 2021. Dalla elaborazione dei dati dei bollettini quotidiani di Ministero della Salute, emerge infatti che tra il 17 e il 23 gennaio i contagi totali sono stati 1.181.928, -3,07% rispetto ai 1.219.324 della settimana 10-16 gennaio. Era la prima volta che tornava il segno meno nei raffronti a sette giorni dalla settimana 11-17 ottobre 2021.

"Non togliamoci le mascherine"

"Direi che il picco dei contagi Covid ormai è raggiunto. Come avevamo previsto a fine mese è iniziata la fase di discesa, ma attenzione: non è che possiamo dire 'la curva sta diminuendo, togliamoci le mascherine'. Questo no". Lo dice all'Adnkronos Salute Massimo Ciccozzi, responsabile dell'Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma. "Noi stiamo andando nella direzione in cui dobbiamo andare - dice l'esperto - ma non dobbiamo fare come fanno in Inghilterra o in Spagna, siamo più cautelativi: le mascherine si toglieranno al momento giusto, presumibilmente in estate. Ora - prevede Ciccozzi - noi andremo verso una primavera in una situazione più tranquilla, ma con le stesse regole, solo che gli ospedali cominceranno a essere meno sotto pressione. Spero poi che per maggio/giugno la curva sarà quasi piatta, con pochissimi casi e che non vada a ricrescere in autunno. Se così sarà - conclude l'epidemiologo - vorrà dire che avremo raggiunto la fase di endemizzazione del virus. E se la raggiungiamo, è fatta". "La variante Omicron, come ha detto l'Oms, potrebbe portarci fuori dalla pandemia" di Covid-19, afferma.

"E' fuori discussione - dice l'esperto - che questa variante è quella che ci dà un po' la svolta, perché è molto contagiosa e pochissimo letale. E' una variante che finalmente" si comporta come fanno i virus, "ovvero infetta e si moltiplica il più possibile, quindi fa il suo lavoro proprio a livello evolutivo. Perciò tenderà a diventare endemica, resterà con noi e questo potrà significare che i fragili magari faranno un vaccino ogni anno come per l'influenza". Tutto questo a meno di brutte sorprese, avverte l'epidemiologo. "Il virus si endemizzerà perché diventerà una virosi, cioè un passaggio di virus uomo-uomo. Ma c'è l'incognita del passaggio uomo-animale-uomo - mette in guardia Ciccozzi - Pensiamo ai criceti che si sono infettati, ai procioni, e non dimentichiamo i visoni o i casi dei felini. E' sempre una zoonosi. Se questo accadesse, ed è possibile, sarebbe un guaio - avverte - perché in quel caso il virus si adatterebbe a quell'animale e poi ripasserebbe a noi perché da noi c'è già stato e quindi sa come fare. Per questo va sorvegliato e va studiato anche il passaggio animale del Covid". "Questa pandemia - ricorda lo specialista - ci ha insegnato che dobbiamo sorvegliare sia la parte animale che quella dell'uomo sia con l'epidemiologia classica sia con l'epidemiologia molecolare, quindi il tracciamento genomico. Questo vale per l'uomo e per gli animali. Sempre per non rincorrere il virus, ma cercare di anticiparlo, cosa che non siamo riusciti a fare in questa pandemia".

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