rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
La teoria del Lab-Leak / Cina

Perché si torna a parlare del coronavirus "uscito" da un laboratorio di Wuhan

Come mai se da un anno leggiamo articoli autorevoli che respingono la teoria del lab-leak, vista come una pericolosa cospirazione marginale, oggi la ritroviamo in prima pagina? Che cosa sappiamo dopo quasi un anno e mezzo di Covid? Restano due le teorie plausibili: il Sars-Cov-2 può essere emerso dal contatto tra uomini e animali infetti, oppure può essere derivato da un incidente. Ma forse la verità non si saprà mai

Se ne può parlare di nuovo persino su Facebook. Il social network più usato al mondo toglierà il veto alla pubblicazione di teorie che affermano che il Sars-CoV-2 sia uscito da un laboratorio.  La decisione è stata presa subito dopo l'annuncio del presidente Usa, Joe Biden, del lancio di una nuova indagine sull'origine del virus che dovrà dare risposte chiare entro soli 90 giorni. "Alla luce delle indagini in corso sul Covid-19 - ha detto un portavoce di Facebook alla Cnn - e dopo aver consultato esperti di salute pubblica, abbiamo stabilito di non rimuovere più i messaggi che sostengono l'origine umana del virus". I responsabili del social hanno però spiegato che "continueranno a lavorare con esperti sanitari per tenere il passo con l'evoluzione della situazione e aggiornare le politiche al riguardo, alla luce dell'emergere di nuovi fatti". Ma cosa sappiamo di nuovo oggi rispetto a un anno fa?

Il Covid e l'ipotesi incidente di laboratorio

Biden ha annunciato di aver chiesto all'intelligence di "raddoppiare gli sforzi" per arrivare entro tre mesi a una "conclusione definitiva" riguardo all'origine del virus. La pista dell’incidente ha ripreso quota da tempo. Come mai? La Casa Bianca ha fatto sapere tramite una nota ufficiale che il virus può essere emerso dal contatto tra uomini e animali infetti, oppure può essere derivato da un incidente di laboratorio. Solo due le teorie considerate plausibili ormai. Dall'inizio dell'epidemia, il social network ha cercato di inquadrare in modo non rigido ma con confini precisi il dibattito sulla sua piattaforma, al punto da rimuovere molte ipotesi considerate "teorie del complotto". L'idea che il Covid-19 potesse essere nato dopo l'intervento umano ne faceva parte da febbraio, ma alla luce delle recenti posizioni assunte dagli scienziati (non solo statunitensi) sull'argomento, il social network ha appena cambiato posizione. I messaggi che affermano che il virus è stato creato dall'uomo non verranno più cancellati automaticamente. "Alla luce delle indagini in corso sull'origine del Covid-19 e dopo aver consultato esperti di salute pubblica, non rimuoveremo più dalle nostre applicazioni l'affermazione secondo cui COVID-19 è prodotto dall'uomo", afferma uno dei portavoce dell'azienda.

I social network sono stati sottoposti per un anno a forti pressioni da parte delle autorità pubbliche, che desiderano inquadrare le discussioni sull'epidemia. Facebook è il primo sito a riorganizzare, annunciandolo pubblicamente, i propri criteri.  Usa, Unione Europea e altri 13 Paesi insistono con la Cina per non chiudere le porte a una eventuale nuova inchiesta internazionale trasparente (anche se mettere nella stessa frase "trasparenza" e "Cina" appare un ingenuo azzardo). L'Institute of Virology di Wuhan (3 mila metri quadrati, costato 42 milioni di dollari, pienamente operativo solo dal 2018) resta sotto la lente d'ingrandimento dei media internazionali. Perchè? Il motivo è tutto sommato logico: le missioni in Cina e le ricerche dell'Oms non sono arrivate a risultati chiari. La ricerca sul campo dell'Oms di qualche mese fa è stata inevitabilmente portata avanti sulla base dei dati raccolti per un anno intero e poi forniti dagli scienziati cinesi. La decisione del presidente americano Joe Biden di rilanciare le indagini su un incidente di laboratorio a Wuhan non è stata bene accolta a Pechino. Rifiutando la legittimità di una nuova inchiesta in Cina, un portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, ha denunciato, in un briefing con la stampa, la "storia oscura" dei servizi segreti americani.

Che cosa sappiamo e cosa sostiene la Cina

"Il team investigativo congiunto dell'Oms, inviato a Wuhan a gennaio ha ritenuto 'estremamente improbabile' la teoria di una fuga di laboratorio", ha detto Zhao Lijian. "Questa è una conclusione ufficiale, formale e scientifica", ha proseguito. E' vero, c'è scritto anche quello nelle conclusioni dell'Oms.

"Questa volta gli Stati Uniti stanno cercando di utilizzare i servizi di intelligence per condurre una presunta indagine, ma la storia oscura dell'intelligence americana è nota da tempo al mondo". 

Ma torniamo al punto: perché si torna a parlare di incidente in laboratorio? Secondo vari scienziati, l'indagine condotta dall'Oms non ha avuto una portata tale da spiegare come sia avvenuto il salto di specie nell'uomo. Il risultato dell'indagine dell'Oms è un report di ben 313 pagine reso noto due mesi fa. I dati esaminati tra il 14 gennaio e il 10 febbraio 2021 fanno ritenere  "molto probabile" che l’infezione sia stata trasmessa dagli animali (forse pipistrelli) agli esseri umani. Viene definita "decisamente improbabile" l'ipotesi il virus si sia sviluppato nell'ormai famoso Institute of Virology di Wuhan. Ma non sembrano esserci prove sufficienti a sostegno di nessuna delle due teorie. E solo 4-5 pagine su centinaia sono dedicate all'ipotesi dell'incidente di laboratorio.

Di recente un articolo del Wall Street Journal ha raccontato di tre scienziati presso l'Istituto di virologia di Wuhan ammalatisi con sintomi compatibili con quelli del Covid-19 (ma anche della normale influenza...) a novembre, prima che venisse rilevato ufficialmente il primo caso di quella "polmonite misteriosa" che da gennaio 2020 abbiamo imparato a conoscere. La Cina ha smentito. Ma anche a inizio 2021 una virologa a Wuhan con la missione Oms sembrava essere a conoscenza di questo fatto, aveva ritenuto "normale che qualcuno stia male in autunno". Insomma, nulla di risolutivo né clamoroso. La Cina ha finora negato categoricamente la possibilità che possa esserci stata una fuoriuscita del virus dal laboratorio. Il rispettato esperto Usa Anthony Fauci, dal canto suo, ha detto di ritenere più probabile che ci sia stato un salto di specie dall'animale all'uomo, piuttosto che una fuga da laboratorio. "Tuttavia - ha aggiunto - non abbiamo una risposta al 100 per cento".

Non c'è mai stato un dibattito vero e proprio sull'origine del virus anche perché teorie eccessivamente cospiratorie venivano rilanciate non da scienziati o esperti, bensì direttamente dalla Casa Bianca ai tempi di Trump alzando ben oltre il livello del normale confronto l'asticella della tensione con Pechino. Mancano (o comunque non sono mai stati resi noti nemmeno agli scienziati dell'Oms in missione) dati reali, "grezzi", sulle cartelle cliniche dei primi pazienti Covid-19 a Wuhan. Il team aveva richiesto i dati grezzi dei pazienti primi casi, in quella che è una pratica standard, ma agli esperti sarebbe stato dato solo un riassunto. La legislazione cinese lo avrebbe "impedito". Nei mesi precedenti a dicembre 2019 non c'erano focolai diffusi di Covid-19 né a Wuhan né nelle vicinanze: questo è stato appurato dalla missione dell'Oms e non ci sono dubbi in merito.

La teoria del lab-leak

Il Covid-19 è stato rilevato per la prima volta ufficialmente a Wuhan alla fine del 2019. Da allora, sono stati confermati oltre 168 milioni di casi in tutto il mondo e sono stati segnalati circa 3,5 milioni di decessi. E' evidente che se da un anno leggiamo articoli autorevoli che respingono la teoria del lab-leak, vista come una pericolosa cospirazione marginale, sorprenda trovare in prima pagina, presentata come una possibilità del tutto plausibile, l'ipotesi del virus fuoriuscito da un laboratorio. In realtà ci sono prove circostanziali a sostegno di entrambe le teorie. Un'origine zoonotica, in cui il virus passa naturalmente dal pipistrello all'uomo, è supportata dal fatto che i coronavirus hanno già attraversato la barriera di specie esattamente nello stesso modo in passato.

Ci sono però anche vari precedenti di incidenti di laboratorio in cui i ricercatori vengono accidentalmente infettati dal virus su cui stanno lavorando. L'epidemia di Wuhan parte 'a due passi' da quel laboratorio "leader mondiale per la raccolta, lo studio e la sperimentazione sui coronavirus dei pipistrelli" come nota il corrispondente della BBC dalla Cina, John Sudworth. Non è che oggi ci siano nuove prove, non ci sono: né ne sono emerse di rilevanti a supporto dell'una o dell'altra tesi negli ultimi mesi. E' cambiato il vento della geopolitica internazionale, quello sì. La teoria del lab-leak aveva trovato terreno fertile nell'ambiente avvelenato dalla disinformazione trumpiana: è stata minata non tanto dalle smentite della Cina, ma dai toni dell'ex presidente degli Stati Uniti. Dispacci del dipartimento di Stato degli Stati Uniti venuti alla luce nell'aprile 2020 evidenziavano che i funzionari dell'ambasciata fossero realmente preoccupati per la biosicurezza a Wuhan. 

"E' possibile che il Sars-Cov2 sia sfuggito dal laboratorio di Whuan, ma non lo sapremo mai finché i cinesi non collaboreranno mostrandoci tutte le carte" dice oggi Giorgio Palù, presidente dell’Aifa: "Sicuramente questo virus è originato dalla Cina. Non potremo mai dire con certezza se sia un virus naturale o artificiale, non ne abbiamo la prova sierologica, né abbiamo trovato un ospite intermedio rispetto al pipistrello 'zampa d’elefante' che vive nelle grotte dell’estremo sud della Cina".

Nuove indagini: "Ancora una grande quantità di materiale da analizzare"

I vertici delle agenzie di intelligence Usa hanno informato la Casa Bianca che vi è ancora una grande quantità di materiale da analizzare come potenziali prove dell'origine del coronavirus, secondo quanto rivela il New York Times, precisando che è stato anche questo a spingere Joe Biden nei giorni scorsi ad esortare pubblicamente le agenzie di intelligence a "raddoppiare gli sforzi" per arrivare ad una conclusione definitiva che indichi se la pandemia di Covid abbia avuto un'origine naturale o si sia sviluppata a seguito di un incidente di laboratorio cinese. Il quotidiano newyorchese precisa che i vertici dell'agenzia intendono usare analisi con strumenti di alta tecnologia per cercare di determinare se il virus possa essere uscito accidentalmente da un laboratorio, seguendo i movimenti dei ricercatori ed esaminando il modo in cui sono scoppiati uno dopo l'altro i primi focolai. Ma non sono stati forniti altri dettagli sul tipo di analisi al computer che verranno condotte nelle prossime settimane. Biden attende aggiornamenti entro 90 giorni, ovvero entro fine estate. Nelle nuove indagini, aggiungono fonti dell'amministrazione, verranno coinvolti laboratori di ricerca federali ed altre risorse scientifiche nazionali che finora non erano state mobilitate per la ricerca sull'origine del Covid.

Xavier Becerra, il "ministro della Sanità" americano, ha esortato l'OMS a garantire una ulteriore indagine "trasparente" sulle origini del virus. Ma è estremamente improbabile che la Cina consenta un'altra missione internazionale sul suo territorio: potremmo non venire mai a capo del mistero sull'origine del coronavirus che ha sconvolto il mondo.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Perché si torna a parlare del coronavirus "uscito" da un laboratorio di Wuhan

Today è in caricamento