Il Covid è nato in laboratorio? A che punto sono le indagini
L'Oms rilancia una nuova inchiesta, schierando 26 esperti. Ma finora non si è arrivati a nulla
Errore umano o natura? Dopo quasi due anni, l'origine del Covid-19 rimane ancora un enigma e l'Oms, non escludendo l'ipotesi dell'incidente di laboratorio, ha rilanciato l'ennesima inchiesta. Un team di 26 esperti ripartirà con indagini a tappeto con la consapevolezza che potrebbe essere "l'ultima possibilità di comprendere le origini di questo virus", ha spiegato il direttore delle emergenze, Michale Ryan. Le ricerche punteranno prima di tutto sulla Cina che, tuttavia, non ha mai prestato piena collaborazione.
"Prevedo che il gruppo ... consiglierà ulteriori studi in Cina e potenzialmente altrove", ha fatto sapere Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico dell'Oms. Pochi giorni fa l'ambasciatore di Pechino all'Onu, Chen Xu, aveva bollato il lavoro degli esperti come "politicizzato". "Se saranno inviate delle squadre, credo che non sarà in Cina perché abbiamo già ricevuto squadre internazionali due volte. E' ora di inviarle in altri luoghi".
Il flop della prima indagine
La prima indagine internazionale si è conclusa con un nulla di fatto, anche a causa dei dati forniti dalla Cina, giudicati "insufficienti". Nel frattempo gli Usa sono scesi direttamente in campo: il presidente Joe Biden ha ordinato agli 007 un rapporto dettagliato che, tuttavia, non ha portato a conclusioni dirimenti. L'ultima iniziativa è dello scorso settembre, quando 16 scienziati, con un appello pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet, hanno sollecitato un dibattito “scientifico obiettivo, aperto e trasparente”. "Non ci sono prove scientificamente convalidate che supportino direttamente un’origine naturale”, hanno messo nero su bianco gli esperti, ricordando che non è stato ancora identificato il famoso ospite intermedio ed esprimendo dubbi su alcune caratteristiche insolite della sequenza del genoma che "potrebbero derivare dall'ingegneria genetica".