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Venerdì, 29 Marzo 2024
Parla Locatelli

La scelta "più lacerante" in due anni di emergenza Covid (secondo Locatelli)

Finisce oggi l'avventura del Comitato tecnico-scientifico. I momenti duri sono stati "tanti. Ne scelgo tre, come indelebilmente impressi nella mia mente per la drammaticità"

Quasi 800 giorni di stato di emergenza. I momenti duri sono stati "tanti. Ne scelgo tre, come indelebilmente impressi nella mia mente per la drammaticità. Le immagini dei camion militari che lasciano il cimitero di Bergamo, la mia città, per trasportare bare di defunti che non potevano trovare sepoltura. Il Santo Padre da solo in piazza San Pietro che prega il 27 marzo 2020 sotto la pioggia, circondato da un vuoto irreale e quasi spettrale. Terza immagine: il presidente della Repubblica che sale la scalinata dell'Altare della Patria da solo per celebrare il 25 aprile del 2020". A parlare, in un'intervista al 'Corriere della Sera', è  Franco Locatelli che con la fine dell'emergenza, dopo oltre due anni, finisce la sua avventura come coordinatore del Comitato tecnico-scientifico.

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Ma la cosa che ricorda come più lacerante, racconta, è "l'aver dovuto indicare di sospendere le cerimonie funebri in presenza. Con quella scelta abbiamo senz'altro risparmiato vite, ma abbiamo tolto affettivamente molto al momento supremo dell'ultimo saluto ai propri cari". "La circolazione virale è ancora rilevante ed è questa la ragione per cui tutti noi continuiamo a raccomandare prudenza e attenzione nei comportamenti individuali - sottolinea Locatelli - Tuttavia l'elevato numero dei soggetti contagiati non trova riscontro fortunatamente nel corrispettivo dei ricoveri, soprattutto nei reparti di terapia intensiva, e nei decessi. È merito dei vaccini che abbiamo a disposizione".

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