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Venerdì, 19 Aprile 2024
Nuove regole Covid

I medici no vax che erano stati sospesi tornano in servizio

Il governo Meloni ha anticipato la scadenza dell'obbligo vaccinale, camici bianchi e operatori sanitari possono tornare a esercitare. Quanti sono realmente i professionisti che rientrano in corsia

Tornano in servizio medici e operatori sanitari che erano stati sospesi per non essersi vaccinati contro il Covid. L'Ordine dei Medici della provincia di Bologna ha annunciato di aver "provveduto, in via immediata" a emendare le annotazione a carico degli iscritti agli albi che erano stato sospesi. In Umbria sono quattro i medici non vaccinati che rientrano oggi al lavoro insieme a 33 appartenenti alle professioni socio-sanitarie, infermieri e oss. 

I provvedimenti sono la diretta conseguenza del primo decreto del governo Meloni. L'Esecutivo ha infatti anticipato la fine della scadenza dell'obbligo vaccinale e così gli Ordini si stanno muovendo anche se non mancano le polemiche.

Come sono cambiate le regole anti Covid con il governo Meloni

Il governo Meloni ha anticipato dal 31 dicembre a ieri, 1° novembre 2022 ,la scadenza dell’obbligo vaccinale per "medici e impiegati in strutture residenziali, socio-assistenziali e socio-sanitarie e per il personale delle strutture che effettuano attività sanitarie e sociosanitarie". Ed è stata eliminata la misura della sospensione dall’esercizio della professione.

Una mossa che la stessa presidente Meloni ha spiegato con la necessità di "contrastare la grave carenza di personale sanitario che si registra sul territorio. Questo - ha detto - ci consente di recuperare quattromila persone ora ferme in un sistema sotto organico".

Quanti sono i medici no vax in Italia

A snocciolare i reali numeri di quanti saranno effettivamente i medici reintegrati è l'Ordine dei medici. Le cifre sono diverse da quelle dette dalla premier. "Oggi sono 3.500 i medici non vaccinati. Di questi, coloro che non sono in età pensionabile - quindi operativi sotto i 68 anni d'età - sono 1.878, e potrebbero dunque essere collocati nelle strutture sanitarie. In buona parte però, dalla nostra percezione, si tratta di professionisti. Questo vuol dire che circa mille torneranno negli ospedali, stiamo parlando di numeri bassissimi"., spiega all'Adnkronos Salute, il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli.

Il numero di chi non si è immunizzato, insomma, "è irrilevante: 3.500 su 468mila, meno dell'1%. È evidente che la stragrande maggioranza dei medici ha ritenuto che il vaccino fosse un presidio fondamentale per esercitare la professione", aggiunge Anelli. I professionisti reintegrati, insomma, sono "pochissimi a fronte di una carenza che sfiora i ventimila medici", conclude Anelli ricordando che i medici che ora tornano a lavorare dopo la sospensione, in ogni caso, "saranno collocati in situazioni in cui non possano rappresentare rischi per i pazienti, non andranno certamente in quei reparti dove c'è un livello alto di fragilità".

Lo stesso Anelli spiega che la valutazione del rischio e dunque il reparto di reintegro dei medici e sanitari non vaccinati contro Covid-19 "è demandata ai direttori sanitari e anche le Regioni possono emanare provvedimenti organizzativi in questo ambito".

"Decisione irresponsabile"

Ben più critico Pierino Di Silverio, segretario nazionale del sindacato dei medici dirigenti del Servizio sanitario nazionale Anaao Assomed. "Che urgenza c'era? Se volevano dare un segnale di discontinuità potevano darlo sull'economia, non sulla salute. Sappiamo che il virus con il freddo torna a correre e all'inizio dell'inverno facciamo rientrare i non vaccinati? Le sospensioni sarebbero comunque scadute a fine dicembre, sarebbe stato meglio vedere i bollettini e valutare".

Di decisione "gravissima e irresponsabile" parla il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che attraverso i social torna ad attaccare l'esecutivo su questo tema. "E' un'offesa alla stragrande maggioranza dei medici responsabili e un'offesa ai pazienti - aggiunge De Luca - altro che rifiuto di una gestione ideologica dell'emergenza! Questa è' davvero una decisione tutta ideologica, totalmente irresponsabile, e degna della peggiore politica politicante". 

Critiche al reintegro dei medici no vax arrivano anche dal microbiologo Andrea Crisanti, senatore del Pd. "I medici sarebbero stati reintegrati tra due mesi, quindi l'anticipo è una decisione ideologica che vanifica lo sforzo che è stato fatto per far vaccinare le persone. I medici no vax che lavorano nel sistema sanitario nazionale sono 500, quindi è una balla dire che andranno a risolvere i problemi di organico, perché 500 persone sono una goccia nel mare. È una chiara decisione politica con una chiara connotazione anti vax". 

Il ministro Schillaci: "Le singole direzioni sanitarie decidono impiego medici"

Lo stesso moinistro della Salute, Orazio Schillaci, prova a calmare gli animi. "Ho letto -dice - di polemiche su quello che questi medici andranno a fare, ma quello che andranno a fare saranno sono le singole direzioni sanitarie a deciderlo, valutando il posto migliore dove i medici reintegrati potranno andare a lavorare".

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