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Venerdì, 19 Aprile 2024
Long covid

Il covid si diffonde in tutto il corpo: tracce nel cervello dopo 230 giorni

Non si capisce ancora il meccanismo di trasmissione del virus visto che non sono state rilevate tracce importanti nel plasma sanguigno dei pazienti

Importante scoperta sul covid: il virus non colpisce solo i polmoni, si diffonde in tutto il corpo ma la cosa più sconcertante è che può lasciare tracce per oltre 200 giorni. A dimostrarlo i risultati delle autopsie su 44 pazienti non vaccinati che avevano contratto l'infezione tra il 26 aprile 2020 e il 2 marzo 2021. I risultati della ricerca condotta dai ricercatori americani del National Institutes of Health (Nih) è stata pubblicata sulla rivista scientifica Nature.

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Il covid invade tutto il corpo umano

Temiamo il coronavirus per i suoi effetti fatali, in particolare per i danni che causa alle vie respiratorie. Secondo una ricerca americana nella fase acuta il covid si diffonde il tutto il corpo rimanendo nei tessuti, negli organi e nel cervello anche mesi dopo aver contratto l’infezione. Dalle autopsie condotte su 44 pazienti deceduti a causa del covid-19 (il 30% era di sesso femminile, l'età media era di 62,5 anni, il 61,4% aveva tre o più comorbilità) è emerso che il virus "Sars-CoV-2 è ampiamente distribuito" nel corpo anche a più di sette mesi dall'insorgenza dei sintomi e che "la replicazione del virus è presente in più tessuti respiratori e non respiratori, compreso il cervello". La ricerca quantifica l'Rna virale in 85 distretti e fluidi dell'organismo, permettendoci di capire dove il virus si è replicato mentre la persona era ancora in vita. Già nelle prime due settimane dalla comparsa dei sintomi si sono trovate tracce abbondanti di Rna virale in 79 distretti.

Tracce di Covid nel corpo umano (Nature)

"Poche prove di infiammazione al di fuori delle vie respiratorie"

Grazie a questa ricerca sappiamo qualcosa in più sul covid, virus che negli ultimi due anni ha sconvolto il mondo. Tracce di coronavirus sono state trovate non solo nei polmoni, ma anche nel cuore, nella milza, nei reni, nel fegato, nel colon, nei muscoli, nei nervi, nell’apparato riproduttivo, negli occhi e nel cervello. In particolare, il campionamento del cervello è stato effettuato in 11 casi e l'RNA SARS-CoV-2 è stato rilevato nel tessuto del sistema nervoso centrale in 10 casi. "Nonostante l'ampia distribuzione dell'RNA SARS-CoV-2 in tutto il corpo, abbiamo osservato poche prove di infiammazione o citopatologia virale diretta al di fuori delle vie respiratorie", rivelano gli autori della ricerca. Questa importante scoperta, però, apre le porte a nuove ricerche per il trattamento del long-covid.

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Tracce nel cervello dopo 230 giorni dai sintomi

I polmoni mostrano i segni più evidenti d'infiammazione ma "i nostri dati indicano che in alcuni pazienti SARS-CoV-2 può causare infezioni sistemiche e persistere nel corpo per mesi". In un caso è stato addirittura rilevato che "l'RNA SARS-CoV-2 persistente in più siti anatomici, incluso tutto il cervello, fino a 230 giorni dopo l'insorgenza dei sintomi". Nonostante l’alta carica virale del virus, però, cervello e altri organi eccetto i polmoni, sembrano non subire cambiamenti significativi. Non si capisce ancora come il virus possa diffondersi in tutto il corpo visto che non sono state rilevate tracce importanti nel plasma sanguigno. "Speriamo di poter replicare lo studio sulla persistenza virale e indagare la relazione con il long-covid", afferma Stephen Hewitt, uno degli autori della ricerca.

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