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Venerdì, 29 Marzo 2024
La decisione

La Consulta "salva" l'obbligo del vaccino anti Covid: "Misura non sproporzionata"

La Corte Costituzionale era stata chiamata a esprimersi su più ricorsi di cinque uffici giudiziari in merito all'obbligo dell'immunizzazione introdotto dal governo Draghi nel 2021 per alcune categorie professionali e gli over 50

La Corte Costituzionale "salva" l'obbligo del vaccino contro il Covid introdotto dal governo Draghi nel 2021 per alcune categorie professionali e gli over 50. La Consulta, chiamata a esprimersi su più ricorsi di cinque uffici giudiziari, ha ritenuto inammissibili e non fondate le questioni poste. La decisione è stata resa nota dal'Ufficio comunicazione e stampa della Corte costituzionale, in attesa del deposito delle sentenze.

La Corte ha in particolare ritenuto "inammissibile per ragioni processuali" la questione relativa alla impossibilità, per gli esercenti le professioni sanitarie che non abbiamo adempiuto all'obbligo vaccinale, di svolgere l'attività lavorativa, quando non implichi contatti interpersonali. Sono state ritenute invece "non irragionevoli, né sproporzionate", le scelte del legislatore adottate in periodo pandemico sull'obbligo vaccinale del personale sanitario. Ugualmente "non fondate", infine, sono state ritenute le questioni proposte con riferimento alla previsione che esclude, in caso di inadempimento dell'obbligo vaccinale e per il tempo della sospensione, la corresponsione di un assegno a carico del datore di lavoro per chi sia stato sospeso; e ciò, sia per il personale sanitario, sia per il personale scolastico.

A sollevare la questione di costituzionalità erano stati i tribunali di Brescia, Catania e Padova, il Tar della Lombardia e il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana. Il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana aveva sollevato anche la questione della sicurezza dei vaccini; il Tar della Lombardia chiamava in causa numerosi principi costituzionali come la garanzia dei diritti inviolabili dell'uomo, il diritto al lavoro e alla retribuzione, la tutela della salute, il principio dell'uguaglianza; e il tribunale di Padova ipotizzava  anche la violazione della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.  

La presidenza del Consiglio dei ministri si era costituita in giudizio e aveva chiesto di dichiarare infondate o inammissibili molte delle questioni sollevate.

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