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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Il report

I reparti Covid si svuotano in tutte le regioni: c'è solo un segnale preoccupante

Dal picco del 6 aprile meno 89% dei posti letto occupati in area medica e meno 87% in terapia intensiva. Da 13 settimane consecutive si registra una discesa dei nuovi casi settimanali: il nuovo report Gimbe. Calano i tamponi. C'è qualche segnale di preoccupazione che riguarda solamente la variante delta

Quando mancano 4 giorni all'inizio dell'estate, l'epidemia continua a rallentare in Italia. Si svuotano gli ospedali e le terapie intensive e scendono ancora i nuovi casi da Sars-Cov-2, ma non si ferma il crollo dei tamponi, mentre ci sono segnali di aumento della variante Delta: è in sintesi il quadro aggiornato dell'epidemia in Italia tracciato dalla Fondazione Gimbe.

I reparti Covid negli ospedali si svuotano

Il monitoraggio indipendente della Fondazione conferma, nella settimana 9-15 giugno, la riduzione di nuovi casi (-25,2%) e decessi (-12,4%) e, grazie alla vaccinazione di anziani e fragili, l'ulteriore decongestione degli ospedali: dal 6 aprile -89% dei posti letto occupati in area medica e -87% in terapia intensiva. In particolare, il monitoraggio rileva nella settimana 9-15 giugno 2021, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (11.440 contro 15.288) e decessi (411 contro 469). In calo anche i casi attualmente positivi (105.906 contro 181.726), le persone in isolamento domiciliare (102.069 contro 176.353), i ricoveri con sintomi (3.333 contro 4.685) e le terapie intensive (504 contro 688). Ecco in dettaglio, le variazioni rispetto alla settimana precedente: 411 decessi (-12,4%), persone in terapia intensiva -184 (-26,7%), ricoverati con sintomi -1.352 (-28,9%), in isolamento domiciliare -74.284 (-42,1%), i nuovi casi sono 11.440 (-25,2%), i casi attualmente positivi sono -75.820 (-41,7%).

Il calo di casi continua da 13 settimane

"Da 13 settimane consecutive - dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe - si registra una discesa dei nuovi casi settimanali. Se la costante riduzione del rapporto positivi/casi testati attesta una ridotta circolazione del virus, la progressiva diminuzione dell'attività di testing sottostima il numero dei nuovi casi e documenta la mancata ripresa del tracciamento dei contatti, fondamentale in questa fase della pandemia". Nelle ultime 5 settimane, infatti, il numero di persone testate si è ridotto del 31,5%, scendendo da 3.247.816 a 2.223.782, con una media nazionale di 132 persone testate al giorno per 100.000 abitanti e rilevanti e ingiustificate differenze regionali. In tutte le Regioni si conferma il calo dei nuovi casi settimanali (l'incremento percentuale in Molise è irrilevante in valore assoluto).

Inoltre, da 9 settimane sono in costante calo anche i decessi, che nell'ultima settimana si attestano in media a 59 al giorno. "La costante riduzione dei pazienti ospedalizzati - afferma Renata Gili, responsabile ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe - ha portato l'occupazione dei posti letto da parte dei pazienti Covid al 6% sia in area medica che in terapia intensiva, con tutte le Regioni ampiamente sotto le soglie di allerta".

Il picco risale al 6 aprile

Dal picco del 6 aprile i posti letto occupati in area medica sono scesi da 29.337 a 3.333 (-88,6%) e quelli in terapia intensiva da 3.743 a 504 (-86,5%). A seguito della rettifica della Regione Campania, poi, le persone in isolamento domiciliare dal picco del 28 marzo si sono ridotte da 540.855 a 102.069 (-81,1%). "Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva - spiega Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe - in calo da 10 settimane consecutive sono ora stabili con una media mobile a 7 giorni di 22 ingressi/die".

C'è qualche segnale di preoccupazione che riguarda solamente la variante delta (o indiana). Secondo l'ultima indagine di prevalenza delle varianti pubblicata dall'Istituto Superiore di Sanità il 18 maggio, la variante delta (più contagiosa di circa il 60% rispetto alla variante inglese) è all'1% con differenze regionali e un range che va dallo 0 al 3,4%: in particolare, la diffusione maggiore si registra in Lazio (3,4%), Sardegna (2,9%) e Lombardia (2,5%). Tuttavia nell'ultima settimana la variante delta è stata isolata in due focolai a Milano e Brindisi, segno di una sua maggiore diffusione sul territorio nazionale che si rileva anche dal database internazionale Gisaid: rispetto ai sequenziamenti su campioni raccolti dal 19 maggio al 16 giugno, su 881 sequenze depositate 57 (6,5%) corrispondono alla variante.

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